Coronavirus. Danni anche per il turismo: preoccupazione a Sorrento, Pompei e in Campania

Coronavirus. Danni anche per il turismo: preoccupazione anche a Sorrento, Pompei e in Campania.

Il coronavirus può mettere in ginocchio il settore turistico italiano soprattutto in città come Pompei e la penisola sorrentina. Non a caso la recente testimonianza, giunta da albergatori e commercianti della costa di Sorrento, fa riferimento proprio all’eccessiva influenza che sta generando il coronavirus nei cittadini di tutto il globo che, per quanto sia giusto attuare misure di prevenzione, sta comunque generando una forte psicosi.

La stima del danno, che è stata elaborata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo, si basa sull’ipotesi (ottimistica) di un calo del 30% delle presenze turistiche cinesi (circa 1,6 milioni in meno) e del 6% degli altri turisti stranieri (-11,6 milioni), per una perdita totale di 13,2 milioni di presenze turistiche, con un danno diretto per il turismo italiano di 1,6 miliardi di euro di spesa per «servizi turistici in meno». Le regioni più colpite saranno il Lazio, la Toscana, il Veneto e la Lombardia, che insieme intercettano oltre l’80% dei pernottamenti dei turisti cinesi.«Se pensiamo che un turista del Paese del Dragone spende almeno 150 euro al giorno, in Italia si perderanno più di 204 milioni solo in questi 3 mesi – ha detto Alberto Corti, direttore di Confturismo Confcommercio -. Ma è un valore senza dubbio molto sottostimato». E non è il breve periodo a preoccupare maggiormente gli operatori italiani; sono le prospettive. Il turismo cinese nel nostro Paese è (era) in costante crescita. Un’indagine condotta da Cna Turismo l’anno scorso prevedeva un incremento del 33% in tre anni dei turisti provenienti dal gigante asiatico.

L’anno di Italia-Cina
«La vicenda del coronavirus – dice Messina – va affrontata con serietà e attenzione. La tutela della salute pubblica è assolutamente prioritaria, ma è necessario anche prendere tutte le misure utili per evitare che si diffonda ancora di più un clima di psicosi». E continua: «Alla Bonaccorsi chiederemo, innanzitutto, di spostare al 2021 le celebrazioni dell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina, ma anche di promuovere una campagna informativa per dare la giusta dimensione della vicenda all’opinione pubblica».

Emergenze
La nuova emergenza, con l’influenza arrivata dalla Cina, non è il primo colpo al settore degli ultimi tempi: c’era già stato lo tsunami Thomas Cook, ovvero il mega fallimento del più antico tour operator del mondo, e anche l’acqua alta a Venezia rilanciata sulle tv di tutto il mondo aveva spaventato i turisti.

Commenti

Translate »