cade palo / tragedia sfiorata fuori la scuola “De Amicis”

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(giulia nardone) – NAPOLI, 19 FEB – Un tranquillo tardo pomeriggio d’inverno, ieri alle 18.45 uscivano dall’edificio della scuola De Amicis, in via Santa Teresa a Chiaia, circa 100 insegnanti della scuola primaria e 50 della scuola materna, erano state in riunione con la preside per il collegio dei docenti. Un tonfo, cade un palo dell’insegna stradale. Non c’era un filo di vento.

   Il punto dove si sradica l’asta dal marciapiede è in via Mariano D’Ajala ad angolo con la strada della scuola. In quello stesso spazio la mattina sostano i pulmini gialli che portano i bambini a scuola.  In quello stesso punto ogni mattina transitano la maggior parte dei 1400 allievi della scuola, accompagnati da nonni, genitori e baby sitter. In quello stesso spazio del marciapiede un secondo prima erano passati un padre con la figlioletta di quattro anni e il fratellino di 7 anni.
  Probabilmente, dice un agente della polizia municipale, giunto sul posto poco dopo per spostare il palo a doppia insegna stradale, caduto su una auto smart, a cui si è frantumato il vetro, si tratta di cattiva manutenzione, il palo, in ferro, nell’attacco col marciapiede, era diventato polvere di ruggine.
 Sono troppi i morti, nella città partenopea per il cattivo mantenimento.
  Se si pensa che proprio a due alunne della scuola “De Amicis” sono venute a mancare le mamme per l’incuria dei beni  comunali.
     E’ il 10 giugno del 2013 quando a Napoli in via Aniello Falcone, cade un pino su una auto Panda, dentro Cristina Alongi, sposata, 40 anni, madre di una bimba di 8, alunna della scuola De Amicis. Muore sul colpo.Vittima, prima ancora della fatalità, della cattiva manutenzione degli alberi.
    Ancora il ricordo nella scuola statale De Amicis della piccola Camilla, che perse la mamma a via Partenope, tre giorni prima di Natale, il 22 dicembre 2006, quando un palo della luce cadde su Fabiola Di Capua, morta di coplo a 37 anni, mentre percorreva col motorino via Caracciolo. Quel palo della luce era stato corroso dalla ruggine e sradicato dal vento.
  Nella città partenopea molte vittime, ancora vivo il ricordo di Salvatore Giordano, il 14enne travolto da una slavina di pietre cadute dalla facciata della Galleria Umberto; oppure Davide Natale, 21 anni, ucciso dalla caduta di  un grosso pino che il 29 ottobre 2018, a causa del forte vento a via Claudio, nel quartiere Fuorigrotta, si schiacciò a terra, travolgendo  Davide che passava di lì.
Si potrebbe continuare con un elenco interminabile di vittime dell’incuria e della cattiva manutenzione, il cui esempio più significativo potrebbe essere il crollo del Ponte Morandi, anche se lì c’è l’aggravante strutturale.
 C’è da chiedersi chi controlla i controllori e sopratutto i colladautori e i manutentori.
Perché da sempre l’interesse economico/speculativo va contro quello morale e professionale.
(foto-testo/ giulia nardone)
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