Cacche di cani. Denunciati tutti i sindaci della Penisola Sorrentina, ma cosa si può fare? Dal DNA all’App di Parigi all’aumento di tasse

Piano di Sorrento. Arriva in redazione Gargiulo , un cittadino dei Colli di Fontanelle di Sant’Agnello abbastanza agguerrito, viene dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata ( Napoli) e informa Positanonews che ha fatto una denuncia a tutti i sindaci da Massa Lubrense fino a Vico Equense per le cacche che sono lasciate in strada. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Pensate a chi vive in scale o viali dove i padroni non raccolgono le cacche dei cani come vivono , ricordiamo che in una conferenza stampa Costantino Russo, ex assessore all’ambiente, si lamentò come se fosse un problema nazionale. Di certo non è bello trovare le nostre strade e scale piene di cacche, succede in Penisola , ma anche altrove, Positano, Amalfi e la Costiera amalfitana, Capri .

Facciamo una premessa, abbiamo studiato la questione e la vicenda potrebbe non essere solo amministrativa, ma anche penale. Per il reato di imbrattamento. Andiamo per ordine.

multe ai proprietari non funzionano. L’ultima proposta per risolvere il problema delle deiezioni dei cani sui marciapiedi è di aumentare la tassa dei rifiuti ai padroni

Chinarsi e raccogliere con la paletta gli escrementi del proprio cane dovrebbe essere dovere civico di ogni buon cittadino. Ma sono ancora in pochi a farlo e così, nel tentativo di tenere parchi e marciapiedi puliti, diversi sindaci italiani stanno studiando misure sempre più dure e, in certi casi, molto originali.

Le multe ai proprietari dei cani
Incredibile ma vero, in Italia non esiste una legge nazionale su questo specifico problema. È quindi competenza dei singoli Comuni decidere come procedere, attraverso l’emissione di apposite ordinanze dove viene stabilito l’ammontare delle multe che varia, quindi, da Comune a Comune. In media si va dai 30 ai 300 euro di multa, ma i controlli sono pochi e le sanzioni realmente emesse ancora di meno.

Distributori gratuiti di sacchetti per raccogliere lo sporco
Confidando nel senso civico degli italiani, in molte nostre città si stanno diffondendo i distributori gratuiti di sacchetti e guanti, a disposizione dei cittadini per pulire le feci del loro animali. L’installazione dei distributori viene in genere accompagnata da campagne di sensibilizzazione ed educazione civica. In questo caso, anziché puntare sulla repressione e sulle multe, si lavora per far capire alle persone l’importanza della pulizia. Funzionerà? Vedremo nel lungo periodo.

Le nuove proposte per non far sporcare più i cani
Aumentare la Tari
Completamente diverso lo stile di Torino dove la giunta di Chiara Appendino ha proposto di aumentare la Tari di 4 euro ai proprietari di cani sia per finanziare le spese in più sostenute dal Comune per la pulizia delle aree sporcate dagli animali sia per poter costruire nuovi parchi ad hoc per i cani.

L’idea di tassare i proprietari di animali non è nuova: nell’autunno 2016 in Parlamento venne presentato un emendamento che introduceva una nuova imposta a carico dei proprietari che non sterilizzavano i cani: l’idea, però, è stata bocciata e non è più andata in porto.

Fare il test del Dna ai cani presenti nel Comune
La soluzione è sicuramente una delle più creative. In alcune località si è proposto il test del Dna per risalire ai proprietari di cani che hanno sporcato. Come funzionerebbe? In un database viene inserito il Dna di ciascun cane presente sul territorio comunale, prelevato dai veterinari con un tampone salivare. Quando le feci del cane vengono trovate sui marciapiedi, viene prelevato un piccolo campione e si risale così, tramite il Dna, al padrone che non ha pulito e che sarà quindi multato. Questo strumento è stato applicato a Barcellona, a Londra e, in Italia, è stato proposto nei comuni di Napoli, Livorno e nella cittadina di Malnate, in Lombardia.

Un’idea senza dubbio suggestiva anche se di difficile applicazione per i suoi costi: a Napoli per esempio era stato sperimentato nel 2014 nel quartiere benestante del Vomero ma dopo il successo iniziale, il progetto è stato abbandonato. In effetti, risulta difficile immaginare che le disastrate casse dei nostri Comuni possano attingere a fondi ad hoc per risolvere un problema come questo.

Come si risolve il problema all’estero
Il problema è molto sentito anche all’estero e anche qui sono molte le idee ingegnose messe in pratica.

A Parigi esiste una vera e propria app che permette di segnalare alle persone i posti in cui qualcuno non ha raccolto i bisognini: quanto ci si avvicina al luogo x, arriva una notifica sul cellulare e si può evitare di calpestarla.

Negli Stati Uniti esiste un parco dove i lampioni si illuminano grazie all’energia prodotta bruciando le feci che gli animali hanno lasciato lì.

Disgustosa è invece la trovata di un sindaco spagnolo: quest’ultimo ha deciso di spedire a casa dei suoi concittadini maleducati non solo la multa, ma anche gli escrementi che i loro cani avevano lasciato sui marciapiedi. L’idea però ha funzionato: il fenomeno è diminuito del 20%.

Non è un problema da nulla, non solo per la bruttezza nel vedere cacche, queste portano sporcizia, magari anche a casa, ma anche malattie . Se qualcuno pensa che Gargiulo ha esagerato, basti vedere cosa è successo a Catania.

Parte da Catania e si estende in tutta la Sicilia la campagna di Codacons e Listaconsumatori “Liberateci dalla cacca dei cani“.
Annosa la questione degli escrementi che nella città affollano le strade, particolarmente nelle periferie. Altrettanto vecchio il problema di come fare per educare i padroni dei cani, evitare di far fare ai fedeli amici dell`uomo i bisogni sui marciapiedi e trovare sistemi efficaci per rimuovere le cacche.

Codacons e Listaconsumatori stimano infatti che solo a Catania, ogni giorno, si depositano sulle strade fino a 5 quintali di cacche di cane, di cui solo il 20 per cento viene rimosso dal servizio comunale di pulizia.
Codacons e Listaconsumatori si rivolgono oggi al sindaco di Catania, Scapagnini, chiedendo un potenziamento del servizio di pulizia e interventi urgenti e mirati (come la creazione di aree verdi dedicate agli amici a 4 zampe) per debellare il fenomeno delle cacche dei cani sulle strade che, oltre ad essere antigienico, risulta anche molto fastidioso per chi incappa nei “ricordini“ degli animali.
I due movimenti minacciano inoltre un esposto in Procura per reati come getto di sostanze tossiche e inquinamento.
“Siamo amici degli animali e amiamo i cani – afferma il leader di Listaconsumatori, Giovanni Petrone – ma siamo assolutamente contrari alla quattro zampe, aumentano la maleducazione e dalla mancanza di rispetto dei loro padroni che, oltre a deturpare la città non rimuovendo le cacche deo loro amici a quattro zampe, aumentano la possibilità di portare a casa sostanze fastidiose che potrebbero anche determinare l`insorgere di malattie».

Le cacche dei cani reato??

Lo spiega il dottor Carlos Arija Garcia su La Legge per Tutti

Escrementi del cane non raccolti: cosa si rischia?

Multe e perfino la reclusione per chi lascia le feci in giro o chi non lava la pipì dell’animale. Cosa deve fare il padrone per evitare sanzioni.

Dicono che porti fortuna. Francamente, chiunque preferirebbe un altro modo per augurarsi una buona giornata. Schiacciare le feci di un cane per strada non ha mai fatto fare dei salti di gioia a qualcuno. Semmai si salta per evitarle. Purtroppo, capita spesso di dover schivare all’ultimo momento il «ricordino» lasciato da Fido sul marciapiede e non rimosso dal suo padrone. Eppure, c’è una legge che spiega a chiare lettere che cosa si rischia per gli escrementi del cane non raccolti. Sai che si può finire, addirittura, in galera e, comunque, pagare una multa piuttosto salata?

Volendo fare i pignoli, un gesto del genere può essere ritenuto reato di imbrattamento [1], per il quale è prevista in alcuni casi la reclusione o la sanzione. L’entità della pena varia a seconda di dove è stato commesso il fatto.

Il concetto è semplice: chi decide di tenere un cane si prende le responsabilità delle azioni compiute dall’animale. Così come in caso di aggressione o di esagerato disturbo della quiete pubblica, anche quando il cane «segna il territorio» ed il proprietario se ne infischia quest’ultimo dovrà pagarne le conseguenze. Perfino la Cassazione è intervenuta in materia [2] stilando un vademecum del corretto comportamento del padrone degli animali e stabilendo che se il cane sporca, il padrone è tenuto a pulire. Il suo senso civico dovrebbe, comunque, farglielo capire senza scomodare la Corte Suprema, il Codice penale, il Ministero della Salute ed i singoli Comuni costretti ad emanare ordinanze su ordinanze su questo problema. Ma si sa che quando il senso civico è stato distribuito, qualcuno era momentaneamente assente.

Vediamo allora che cosa rischia chi non raccoglie la cacca del cane e che cos’è tenuto a fare il padrone quando l’animale non riesce più a trattenerla.

Indice

1 Escrementi del cane: quando diventano reato?
2 Se oltre agli escrementi il cane fa anche la pipì è reato?
3 Escrementi del cane: quali sono i poteri dei Comuni?

Escrementi del cane: quando diventano reato?
Come accennato, il Codice penale punisce chi lascia gli escrementi del cane non raccolti in un luogo pubblico (per strada, sul marciapiede, nell’androne di un palazzo, ecc.). In particolare, commette reato chiunque deturpa o imbratta cose mobili altrui con una multa fino a 103 euro. La sanzione, però, va da 300 a 1.000 euro se il fatto viene commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. In questo caso è prevista anche la reclusione da 1 a 6 mesi. Pena ancora più severa se le feci vengono depositate e non raccolte su cose di interesse storico o artistico: reclusione da 3 mesi a 1 anno e multa da 1.000 a 3.000 euro.

Se oltre agli escrementi il cane fa anche la pipì è reato?
Precisiamo subito una cosa. Non è il cane a commettere reato ma il suo padrone, ovviamente. Il fatto, cioè, che il cane faccia i suoi bisogni per strada non comporta una denuncia. Il problema nasce quando il proprietario dell’animale o chi lo porta a spasso non raccoglie i bisognini con paletta e sacchetto e lascia che il primo sfortunato pedone ci passi sopra.

Lo stesso succede con la pipì. Permettere alla nostra mascotte di farla sul muro di un edificio o sulla ruota di un’auto in sosta può essere reato di imbrattamento, così come lasciare i suoi escrementi in giro. Le pene previste, dunque, sono le stesse.

E tu potresti dire: «Come faccio a far capire al mio cane dove la deve fare? Quello mi si ferma quando meno me l’aspetto, alza la gamba e via.» Non avresti tutti i torti. Ma puoi anche avere sempre con te quando lo porti a fare il giretto una bottiglia d’acqua e dare una lavata alla ruota dell’auto o al muro dell’edificio. Non lascerai il cerchione lucido come l’argento ma avrai dimostrato la volontà di creare il minor disagio possibile. In questo modo potrai anche evitare una condanna, come stabilito dalla Cassazione [2]. Per la Suprema Corte, infatti, dimostrare che si vuole riparare il più possibile al danno creato dal cane è motivo di assoluzione in caso di denuncia.

Escrementi del cane: quali sono i poteri dei Comuni?
Oltre al Codice penale ed al pronunciamento della Cassazione, sull’obbligo di raccogliere gli escrementi dei cani o di lavare la loro pipì si possono esprimere anche i singoli Comuni con delle ordinanze in cui stabiliscono le sanzioni per chi non rispetta i propri doveri.

Il caso più recente è quello accaduto a Malnate, in provincia di Varese, dove l’Amministrazione comunale ha predisposto una banca dati con il Dna dei cani che abitano nel territorio municipale. Lo scopo era fin troppo evidente: se trovo una cacca di un cane per strada ma l’animale si è dileguato insieme al suo padrone, la faccio analizzare, prelevo il Dna dalle feci e trovo il colpevole. Il quale dovrà pagare la multa senza protestare: la prova del Dna è inconfutabile. Chi non ha sottoposto il cane al prelievo gratuito ha pagato 50 euro di multa. Chi ha lasciato la popò del suo animale in giro ha pagato 75 euro di multa.

E, tutto sommato, le autorità di questo centro del Varesotto sono state generose. In altri Comuni, come a Torre Boldone, in provincia di Bergamo, la sanzione può arrivare a 720 euro se il padrone di Fido «non raccoglie immediatamente gli escrementi prodotti dal cane su area pubblica o di uso pubblico sull’intero territorio comunale e non li deposita, in idonei involucri o sacchetti chiusi a provata tenuta all’acqua, negli appositi cestini (se presenti) per la raccolta dei rifiuti». Insomma, più di 700 euro di multa se il cane la fa e tu non la raccogli subito con il sacchettino.

Dici che al Sud sono più permissivi? Non credere: a Lecce, oltre alle multe per lasciare in giro le deiezioni del cane, puoi ricevere una sanzione per non avere con te il kit di sacchetto e paletta adatto a raccogliere gli escrementi del cane. E se trovi un vigile particolarmente zelante, ti chiederà di esibire i documenti sul microchip obbligatorio e sull’iscrizione all’anagrafe canina.

Commenti

Translate »