Torre Annunziata, “Ignorantia et Scientia”: venerdì incontro al teatro Magma per parlare di donazione degli organi

L’associazione “per il cuore di Serena”, durante gli ultimi dieci anni, nel diffondere la cultura della donazione di organi a scopo terapeutico, ha capito che i suoi nemici sono la non informazione e l’indifferenza (che è sua figlia). Abbiamo spesso constatato che l’ignorantia non è casuale, ma è voluta da chi pensa di dover conservare il proprio potere costruendo e alimentando falsi miti che seducono le masse.

Oggi, come sempre e più che mai, il vero progresso è la conoscenza, mezzo di crescita e di sviluppo della società umana. L’unica guerra giusta é quella che si combatte contro l’ignoranza e i suoi alleati; affinché gli Uomini prevalgano sui barbari.

Vi proponiamo una chiacchierata leggera su un tema profondo, che sembra sia, oggi come sempre, di attualità: la conoscenza contro l’ignoranza. La “scientia” per sconfiggere credenze e superstizioni, sopraffazioni ed egemonie; la conoscenza che vince tutte le diversità (classi, censi, religioni, razze).

La scena è collocata tra il ‘500 e il ‘600: cento anni formidabili, che costituiscono il culmine del Rinascimento. Un’età di cambiamento, nella quale matura un nuovo modo di concepire il mondo.

I nostri compagni di viaggio, Giordano Bruno e Galileo Galilei, furono combattuti dai potenti del tempo (Luigi XVI di Francia, Elisabetta I d’Inghilterra, Filippo Il di Spagna, Papa Clemente VIII), i quali temevano la forza della conoscenza da parte delle masse e cercarono di impedirla, di ucciderla, inquisendo e assassinando i profeti di quello che doveva essere il vero Umanesimo.

Vi accoglieremo in sala con canti del ‘500: “Le villanelle napoletane”. Alla stessa epoca risale la canzone che ascolteremo all’inizio dello spettacolo, rielaborata a metà ’800: “Fenesta vascia”. Il tema degli “Infiniti mondi” sarà introdotto dalla scena finale di “Blade Runner”, un film del 1982 diretto da Ridlely Scott. Non potevano mancare immagini di “2001: Odissea nello spazio”, entrato nella storia del cinema con il suo autore Stanley Kubrick, che scelse una melodia tratta da “Così parlò Zaratustra” di Richard Strauss. Il primo atto si incentra sull’intervista impossibile di una giovane studentessa a Giordano Bruno, intercalata da scene del film di Giuliano Montaldo. Qui la vita e il pensiero del filosofo nolano si collegano alla storia della statua che lo ricorda, eretta a Roma in Campo de’ Fiori nel 1889. Oltre un secolo prima aveva subito lo stesso supplizio Giovanna D’Arco, interpretata da Renée Falconetti nel film di Carl Theodor Dreyer del 1928. L’attrice resterà nell’immaginario collettivo come allucinata maschera di dolore, i cui occhi riescono a parlare, a urlare, a sorridere. La scena che vedremo è stata tratta dal film: “Questa è la mia vita”, del 1962, nel quale Jean-Luc Godard passa dal primissimo piano della Pulzella d’Orléans a quello di una giovane parigina, Nana, provata dall’emozione e visibilmente commossa assistendo al film di Dreyer. Il primo atto si conclude con immagini dell’universo che
accompagnano la canzone “Space Oddity” di David Bowie.

Sulle note di “Love of my life” di Freddy Mercury, un toccante video introduce l’informazione e la discussione tra esperti e pubblico sulla donazione di organi

“Un penny di Brecht” racchiude frammenti dell’opera del cantore, negli anni ‘30, della libertà, della pace e dell’amore. La scena finale di “Madre coraggio e i suoi figli” è il paradossale inno ad una nuova guerra, urlato da un personaggio lacerato tra gli affari e il suo essere madre. Accompagnato dalle note di “Gadfly” di Dmitri ShostaKovich, ascolteremo un garbato monito ai giovani, che precede il monologo finale di “Vita di Galileo”, sul dovere degli uomini di scienza di insegnare. L’omaggio a Brecht si conclude con una ballata dell’Opera da tra soldi” nella quale il drammaturgo racconta una società nella quale non c’è alcuna differenza fra persone rispettabili, mendicanti e criminali, perché il denaro rende tutti uguali.

Il sipario si chiude sulle immagini di Terrence Malik (tratte dal film “The tree of life” del 2011), con una domanda (Torneremo?) alia quale Franco Battiato ha dato una facile risposta.

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