Sequestro nave Gregoretti. Salvini “Processatemi” e cita Silvio Pellico. La maggioranza diserta, situazione surreale

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    Sequestro nave Gregoretti. Salvini “Processatemi” e cita Silvio Pellico. La maggioranza diserta, situazione surreale . E’ difficile fare il punto della situazione, la vicenda è quella della nave Gregoretti che non fu fatta sbarcare , l’accusa è di sequestro di persona nei confronti dell’ex Ministro ora capo della Lega. Chi dovrebbe procedere non si presenta e così la Lega dovrebbe autorizzare a processare il suo capo ( come vuole, ndr ).

    È arrivato a citare Silvio Pellico e persino Giovannino Guareschi parlando con i pescatori delle Valli di Comacchio. Nell’ultima settimana di campagna elettorale per le elezioni regionali, Matteo Salvini si gioca la carta del perseguitato per il caso Gregoretti. “Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto”, ha detto il leader della Lega, spiegando che “per fermarmi mi devono arrestare, vabbè che non manca molto ma, in caso, da dentro, scriverò le Mie prigionì come Silvio Pellico“. Quello che Salvini non ha spiegato ai pescatori delle valli di Comacchio è che è stato lui stesso a chiedere ai senatori della Lega di votare a favore dell’autorizzazione a procedere nella Giunta per le Immunità del Senato. Lo ha annunciato ieri sui social network: “Ho deciso che domani chiederò a chi deve votare, quindi anche ai senatori della Lega, di farmi un favoreVotate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte. Portatemi in Tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, e ci portino tutti in Tribunale”

    Una contromossa adottata proprio per provare a giocare la carta di “vittima” nelle ultime ore di campagna elettorale. E che oggi stravolgerà gli equilibri a Sant’Ivo alla Sapienza. La maggioranza, infatti, è orientata a non presentarsi alla riunione della Giunta per le Immunità del Senato convocata per il caso Gregoretti. L’organo parlamentare è convocato per le 17 e dovrà votare sull’autorizzazione a procedere chiesta per Salvini. Se davvero gli esponenti del Movimento 5 stelle (che sono sei), del Pd (uno), d’Italia viva (tre) e di Leu (uno) dovessero disertare i lavori, allora a Sant’Ivo alla Sapienza si potrebbe verificare una situazione surreale. Per aprire i lavori serve il numero legale pari a 8 senatori su 23: una soglia che si raggiungerà visto che il centrodestra ne ha dieci. Al momento di votare, i cinque senatori della Lega si esprimeranno per il via libera al processo a Salvini, così come chiesto ieri a sorpresa dallo stesso leader del Carroccio. Dall’altra gli altri cinque senatori del centrodestra dovrebbero votare contro l’autorizzazione a procedere, così come anticipato da Giorgia Meloni per Fratelli d’ItaliaAnna Maria Bernini per Forza Italia. “La nostra linea è garantista, votiamo sì alla relazione di Gasparri, quindi no all’ autorizzazione, come abbiamo fatto per la Diciotti. Di certo non possiamo votare contro noi stessi”, dice la capogruppo dei berlusconiani al Senato al quotidiano Repubblica. Anche perché la relazione che propone di “salvare” l’ex ministro dell’Interno dal processo è firmata dal presidente della Giunta, cioè Maurizio Gasparri, che dice: “Come presidente devo rispettare le procedure e votare entro mezzanotte. Come relatore ho scritto quello che pensavo il 9 gennaio, e di certo non cambio né idea, né il voto”.

    Insomma: con la maggioranza assente, la Lega favorevole a processare il suo capo e il centrodestra contrario, in Giunta finirebbe cinque pari. E a quel punto l’ago della bilancia potrebbe essere Gregorio De Falco. L’ex senatore del M5s però non dovrebbe presentarsi alla riunione dell’organo parlamentare. “Non possiamo consentire che Salvini giochi con le istituzioni. La convocazione di oggi è illegittima. Siamo di fronte a una riunione che se ci vedesse partecipare legittimeremmo, mentre ci sono state forzature e violazioni”, dice il senatore del Misto.

    Il riferimento è alle accuse di mancata imparzialità della maggioranza alla presidente del Seneato Elisabetta Casellati , che giovedì ha partecipato – risultando decisiva – alla votazione che ha fissato la data della riunione della Giunta. Dove alla fine, oggi, dovrebbero esserci solo i senatori dell’opposizioni: in caso di pareggio, la proposta del relatore viene bocciata. La richiesta di procedere nei confronti del leader leghista è arrivata dal tribunale dei ministri di Catania, che ha chiesto di processare Salvini, con l’accusa di sequestro di persona aggravato, relativamente alla vicenda dei 131 migranti, bloccati lo scorso luglio al largo di Augusta, sulla nave della guardia costiera, Gregoretti. All’epoca c’era ancora il governo sostenuto dal M5s e dalla Lega. Adesso, invece, la questione della Gregoretti ha un sapore soprattutto politico. Salvini lo ha dimostrato già in mattinata con i paragoni con Pellico e le citazioni di Guareschi: intende incarnare il perseguitato politico che i giudici vogliono processare solo perché ha difeso i confini nazionale. E pazienza se per riuscirci ha dovuto chiedere ai senatori della Lega il “favore” (così lo ha definito) di votare per il via libera al suo processo.

    “Salvini sta usando ancora una volta un tema che riguarda la giustizia per motivi politici e personali. Lo ha fatto con il caso Diciotti e con il Russiagate. Sta costruendo un battage politico perché pretende l’impunità. Noi pensiamo che gli avversari si sconfiggono con la politica e non con la giustizia. Quello che sta facendo Salvini è sempre sullo stesso film: garantista su se stesso, giustizialista quando si tratta di altri”, lo attacca Nicola Zingaretti. “È chiaro che Salvini tende a fare la vittima, a portare sul piano nazionale qualsiasi cosa. Sulle vicende giudiziarie non mi sono mai permesso, neppure quando lambirono me, di esprimere il benché minimo giudizio, ho sempre grande rispetto per la magistratura, da garantista convinto”, dice Stefano Bonaccini, ricandidato governatore dell’Emilia Romagna. “A destra – ha attaccato tentano di spostare l’attenzione su altri piani, perché non hanno nulla da dire sull’Emilia-Romagna”.

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