Reddito di cittadinanza: obbligatorio svolgere lavori utili non retribuiti nei Comuni

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Parte ufficialmente la “Fase Tre” del Reddito di Cittadinanza, a distanza di dieci mesi dal suo debutto, con l’obbligo di svolgere progetti utili alla collettività nel Comune di residenza. Si è reso noto ai beneficiari del sussidio, al momento non in grado di trovare lavoro, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 gennaio. Dovranno svolgere attività non retribuite “in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni”, mentre continueranno la loro ricerca di un lavoro tramite i Centri per l’impiego. Si tratterebbe, quindi, di una nuova formula dei lavori socialmente utili. L’obbligo sussiste soltanto nel momento in cui i Comuni organizzino effettivamente delle attività e dei progetti. L’approvazione di un’attività dovrà indicare tempistiche, risorse necessarie e soggetti da coinvolgere.

Nel complesso il bonus voluto dal Movimento 5 Stelle ha raggiunto 2,3 milioni di persone, tra cui 600mila minori esentati da ogni obbligo. Tolti i circa 790mila beneficiari del Reddito di cittadinanza ritenuti arruolabili, l’esercito di volontari a disposizione dei Comuni ammonta a circa 900mila persone.

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