Papa Francesco trattenuto dalla fedele. Sigismondo Nastri ricorda quando lo fece con Giovanni Paolo II

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Papa Francesco trattenuto dalla fedele. Sigismondo Nastri ricorda quando lo fece con Giovanni Paolo II. Ha fatto il giro del mondo la reazione del Papa che ha schiaffeggiato la mano alla fedele che lo tratteneva, anche Positanonews , come tutti i giornali del globo, ne ha parlato, come pure noi di Positanonews abbiamo dato ragione al Papa, che soffre di osteoperosi, e abbiamo pubblicato le sue scuse alla fedele, segno di un grande uomo. Al momento Sigismondo Nastri , giornalista storico della Costa d’ Amalfi e di Salerno, ne ha fatto un post che ricorda un caso analogo che lo riguardava

LA DONNA CHE HA STRATTONATO PAPA FRANCESCO? HA TUTTA LA MIA SOLIDARIETÀ. LO FECI ANCH’IO CON GIOVANNI PAOLO II E NE CONSERVO UN RICORDO BELLISSIMO
Era il 27 gennaio 1993. Pensavo a Karol Wojtyla, ai suoi appelli a spalancare le porte a Cristo, al ruolo, che Dio gli aveva affidato, di pellegrino d’amore, di giustizia e di pace nella nostra storia, mentre mi accingevo ad assistere a una delle udienze generali del mercoledì nell’aula “Paolo VI” in Vaticano. Ero con un gruppo di colleghi, soci dell’Associazione salernitana della stampa, presieduta dall’amico Mimmo Focilli, che aveva organizzato il viaggio a Roma con l’autorevole appoggio di Angelo Scelzo. La immensa sala, progettata da Pierluigi Nervi, era gremita. Mi trovavo coinvolto in un’esperienza che, se m’incuriosiva, mi caricava pure di una indicibile tensione. Esaurite le formalità di rito, avevamo occupato le sedie nel settore a noi riservato. Stavamo ora aspettando il momento in cui Giovanni Paolo II sarebbe entrato dal fondo per portarsi, attraverso il lungo corridoio centrale, delimitato da transenne, sul palco dominato dal Cristo trionfante di Pericle Fazzini, dove le porpore cardinalizie componevano un ulteriore suggestivo elemento scenografico.
A ridosso delle transenne, all’improvviso, si avvertì uno spingi-spingi: segno che era cominciata la corsa alla conquista di una posizione privilegiata. I più fortunati – meglio, i più lesti – riuscirono a sistemarsi in prima fila.
La prontezza di riflessi mi consentì di essere nel ristretto numero di privilegiati – ristretto, si badi bene, rapportato a venti o venticinquemila persone – nonostante l’inesperienza, dovuta al fatto che non avevo mai partecipato, prima di allora, a un incontro col Papa.
Ed ecco che apparve, nella sua veste bianca, con uno sguardo affaticato eppure dolcissimo, di una luce capace di penetrare le pietre e le coscienze. Vi fu un applauso prolungato e assordante. Egli avanzava a piccoli passi, seguito da monsignori e dignitari, salutando, accarezzando, benedicendo. Tutti cercavano di coglierne, in presa diretta, un’immagine non di routine, nonostante fossero all’opera un fotografo e un operatore televisivo “ufficiali”, ai quali era concessa una certa libertà d’azione.
Il mio desiderio più grande, vedere Giovanni Paolo II da vicino, si stava realizzando. Il Papa era costretto, via via, a fermarsi per ricevere i doni recatigli dai pellegrini venuti da ogni regione d’Italia e dall’estero.
Appena mi passò davanti, mi sporsi quanto potevo, oltre la balaustra, e gli presi la mano. Non fu lesto il fotografo a fissare l’attimo sulla pellicola. Io, intanto, non mollavo la presa. Si determinò una situazione imbarazzante, della quale non mi rendevo conto. Giovanni Paolo II, con delicatezza, cercava di liberarsi. Io lo tenevo stretto con tutta la forza che avevo. Ci riuscì solo dopo il flash. Quella foto, che ritirai lo stesso pomeriggio nella redazione dell’Osservatore Romano, la conservo tra le cose più care. A riguardarla, rivivo l’episodio con immutata carica emotiva.
© Sigismondo Nastri

Lo stesso Nastri poi aggiunge ” Ho letto da qualche parte che è stato strattonato in modo da sentire dolore al braccio. Teniamo conto che il papa ha una bella età, che non è senza acciacchi. La reazione è stata istintiva. Ma non violenta, come si vuol far credere. I piccoli colpi sulla mano dwlla fedele erano solo una sollecitazione a lasciarlo andare. Non è un episodio sul quale imbastire una speculazione, credo. Anche Giovanni Paolo Ii non mi mostrò felice di essere tenuto in ostaggio da me per oltre un minuto (fin quando il fotografo non cambiò la pellicola alla macchina fotografica).”

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