Ercolano. Bimbo autistico picchiato dalle maestre: scatta la denuncia

Una vicenda davvero spiacevole, quella riportata da Il Mattino. L’alunno di una scuola elementare di Ercolano è stato repentinamente maltrattato e picchiato dalla propria insegnante di sostegno. Il bimbo autistico non raccontava nulla a casa, era assente, nervoso, triste, e tutto ciò traspariva anche da suoi disegni sempre più cupi. Questa vicenda ha una svolta quando, poco prima di Natale, ai genitori del bimbo sono giunte alcune voci di maltrattamenti da parte dell’insegnante di matematica, nonché maestra di sostegno. Non solo maltrattamenti psicologici ed urla, ma anche spintoni e violenza fisica.

Tutto ciò ha chiaramente spinto i genitori a denunciare l’accaduto alla procura di Torre Annunziata, nei confronti della dirigente d’istituto ed altre due insegnanti per comportamento omertoso, oltre che dell’accusata.

Ma non finisce qui. L’aggravante pesa ancor di più sull’accusa delle insegnanti, poiché secondo i genitori testimoni, avrebbero allontanato i compagni di classe della vittima ad ogni tentativo di conforto per quanto subiva quotidianamente in aula. Agli atti anche il riferimento a uno schiaffo che la maestra di matematica avrebbe affibbiato al bambino: «Mio figlio si era alzato per prendere un pennarello, di fronte al diniego della maestra, lo avrebbe preso lo stesso, per poi lanciarlo al viso della stessa maestra, che avrebbe reagito con un ceffone». Un episodio che sarebbe avvenuto in presenza di un’altra docente, dinanzi a una quarantina di alunni, per la coincidenza di due classi nello stesso modulo di lavoro». Vicenda che ora attende eventuali verifiche da parte degli inquirenti, a partire dalla convocazione della preside, dello staff della scuola che si occupa di sostegno delle fasce deboli e della stessa docente di matematica. Scrive ancora la querelante: «Una delle insegnanti, mi consigliò di non denunciare, perché anche loro – mi disse – avrebbero potuto mandare gli ispettori per quanto il bimbo raccontava a proposito delle dinamiche familiari. Una strana frase, che sa di minaccia, che mi ha spinto a rompere gli indugi».

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