Cosenza. Intervista a Enzo Le Pera, figura carismatica, gallerista, saggista, esperto d’arte, a cura di Maurizio Vitiello. foto

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    Intervista di Maurizio Vitiello – Risponde Enzo le Pera, figura carismatica per l’arte in generale e per quella calabrese, in particolare, gallerista, saggista, esperto a tutto tondo.

    Ecco una breve scheda su Enzo (Vincenzo) Le Pera:

    Nato a Castelsilano (KR) nel 1940, vive dagli anni ’80 in via Levi della contrada Pasquali di Mendicino.
    Ha studiato al liceo classico Telesio di Cosenza e, dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a Napoli, ha avuto esperienze come avvocato per alcuni anni iniziali e come professore nelle scuole pubbliche.
    Nel 1973 ha fondato la Galleria d’arte Il Triangolo, a Cosenza, in viale Alimena, a cui è subentrato il figlio Giorgio.
    In tutti questi anni lavorativi come gallerista ha organizzato e curato circa 300 personali dei più grandi artisti italiani e stranieri sia nella galleria, come anche rassegne in altre sedi in Italia (Percorsi d’arte. Artisti calabresi al Castello, e Periscopio sull’arte in Italia 2016, al Castello Ducale di Corigliano Calabro; Prospettive del terzo millennio, 2017, al Museo Maca di Acri; Biennale internazionale della Calabria citra, 2018, al Museo comunale di Praia a Mare). Nel 1976, assieme ai colleghi Addante e Vilardo, ha fondato le Edizioni VAL, specializzate in testi di carattere regionale.
    Nel 2003, assieme a Salvatore Anelli e a un gruppo di amici, ha fondato Vertigoarte, Centro Internazionale per la Cultura e le Arti Visive, a Cosenza, di cui si è dimesso dopo alcuni anni.
    Ha presentato volumi d’arte, organizzato convegni, tenuto conferenze sull’arte moderna e contemporanea in sedi pubbliche (Museo Nazionale, Cosenza; Museo del Presente, Rende; Camera di Commercio, Vibo Valenzia; Comuni di Cosenza, Crotone, Torano Castello) e in associazioni private: Rotary club Cosenza (di cui è socio e da cui è stato insignito della Paul Harris Fellow) e vari altri clubs Rotary; Assindustria Cosenza.
    E’ un riconosciuto esperto d’arte, invitato da telelibere a parlare di problemi concernenti le arti visive e consultato da case d’asta nazionali, con una capacità acquisita in oltre 45 anni di lavoro sul campo.
    Ha fatto parte come membro o presidente di giuria di vari premi d’arte (Premio Pandosia, Marano Principato; Premio Capizzano, Rende; Premio D’Amico, Rossano; Premio Sulmona; Biennale di Pescara; Bene-Biennale di Benevento; Stregarti di Benevento).
    Ha organizzato e curato la prima edizione del Premio nazionale di pittura Cosenza ’81, Ridotto del Teatro Rendano, Cosenza, 1981, con assegnazione del 1° premio a Salvatore Fiume.
    E’ stato uno degli organizzatori della Brutia Expo Arte, Fondazione Carical, Cosenza, 2004; e della 1a Expo arte Mediterranea, Cupole Geodetiche, Cosenza, 2006, di cui è stato anche il Presidente del comitato tecnico.
    Ha contribuito a fondare ed è stato Commissario del Premio internazionale Limen arte di Vibo Valentia per le nove edizioni.
    E’ stato banditore di varie aste di beneficenza.
    Ha effettuato perizie, semplici e giurate, per Tribunali della Repubblica, Case d’asta, Comuni e privati.
    I suoi volumi sono stati pubblicati in circa 20.000 copie, delle quali oltre 15.000 vendute (in edicola e in libreria); e sono conservati in 32 biblioteche pubbliche calabresi (http://www.bibliotechecalabria.it) e italiane (https://opac.sbn.it), come anche in molti istituti di storia dell’arte internazionali (Collections Jacques Doucet, Bibliothèque, Paris; Universitätsbibliothek Heidelberg; Harvard University, Fine Arts Library; etc.).
    E’ citato nella bibliografia, per quanto attiene gli Artisti Calabresi, in vari annuari, volumi d’arte, enciclopedie.
    La sua voce compare su Il dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria di Gustavo Valente, vol. VII, Ed. GeoMetra, su riviste e volumi d’arte (Teodolinda Coltellaro, Fatti d’arte, Rubbettino editore; Emilio Tarditi, FELIX E LA GATTA DI MONTAIGNE, Scritti di vita civile cosentina, Luigi Pellegrini editore).
    Nell’ottobre 2013 il distretto 2100 del Rotary international ha reso omaggio ai 40 anni della Galleria d’arte Il Triangolo e al suo fondatore organizzando una conferenza e una rassegna di pittura al Museo del Presente di Rende, con la pubblicazione del catalogo: Percorsi d’arte in Calabria, con testi di scrittori, critici, politici, uomini di cultura.

    Ha pubblicato:
    -CALABRIA-Focus sull’arte contemporanea 2019 (con Gianluca Covelli e Ghislain Mayaud), Rubbettino;
    -Panorama dell’arte contemporanea in Italia 2019 (a cura e con Giorgio Di Genova e Maurizio Vitiello), Rubbettino;
    – Poggiali Berlinghieri, Le memorie del presente (a cura e con Ghislayn Mayaud), Rubbettino 2019;
    – Lorenzo Tornabuoni, A tuttotondo (a cura e testo di Ghislain Mayaud), Rubbettino 2018;
    – Biennale internazionale della Calabria citra, BiCc, 2018, (a cura e con Giorgio Di Genova e Maurizio Vitiello), Edizioni Romano;
    – Prospettive del terzo millennio, 2017 (a cura e con Giorgio Di Genova), Edizioni Romano;
    – Periscopio sull’arte in Italia, 2016 (a cura e con Giorgio Di Genova), Edizioni Romano;
    – Percorsi d’arte in Italia 2015, 2016, 2017, 2018 (a cura e con G. Di Genova, Rubbettino;
    – Percorsi d’arte in Italia 2014, (a cura), Rubbettino;
    – Gli artisti della Calabria, e-book, Pellegrini editore, 2013;
    – Mappa degli esperti d’arte e cataloghi generali, ed. Le Nuvole, 2006 e successive edizioni in proprio;
    – Enciclopedia dell’Arte di Calabria, Ottocento e Novecento, Rubbettino, 2008;
    – La Calabria e l’arte, Dizionario degli artisti calabresi dell’Ottocento e del Novecento, Gazzetta del Sud, 2005;
    – Arte di Calabria tra Ottocento e Novecento, Rubbettino, 2001;
    – Catalogo degli artisti calabresi dell’Ottocento, edizioni Val, 1997.

    Insomma, Enzo Le Pera è certamente una figura carismatica per l’arte in generale e per quella calabrese, in particolare.
    Gallerista, saggista, esperto a tutto tondo, ha aperto una galleria d’arte, il Triangolo, a Cosenza nel lontano 1973.
    Ha pubblicato oltre venti volumi, la gran parte con Rubbettino, e continua a lavorare come e più di prima, pensando che il suo lavoro sia il più bello del mondo.
    A lui abbiamo rivolto alcune domande.

    Ecco l’intervista, d’inizio anno 2020:

    D – Puoi segnalare ai nostri lettori il tuo percorso di studi?
    R – Diploma al liceo classico “Telesio” di Cosenza e laurea in giurisprudenza all’ Università degli Studi di Napoli Federico II, con Francesco De Martino, Giuseppe Guarino, Rolando Quadri, Luigi Cariota Ferrara, grandi giuristi.

    D – Puoi raccontare i tuoi iniziali desideri?
    R – Dai tempi del liceo il mio desiderio era quello di aprire una galleria d’arte come lavoro per la vita; desiderio avverato.

    MV – Quando è iniziata la voglia di acquisire arte e vendere arte?
    ELP – Questa voglia, come la chiami, mi è venuta già ai tempi del liceo e ho acquistato i primi acquerelli di Orfeo Tamburi a diciannove anni, con i regalini che mi furono elargiti al conseguimento della maturità classica. Ho poi, sviluppato il desiderio durante i miei anni universitari.

    MV – Puoi precisare i temi e i motivi delle tue performances organizzative, in breve?
    ELP – Sono un libero battitore e vado a ruota libera; sono altresì un cultore dell’Arte Calabrese dell’ ‘800 e del ‘900 di cui organizzo mostre e rassegne in sedi varie. Per gli artisti della mia regione ho pubblicato nel 2008 l’Enciclopedia dell’arte di Calabria, Ottocento e Novecento, Rubbettino editore, volume che sta per essere ripubblicato, in veste riveduta e aggiornata dall’editore Ferrari di Rossano.

    MV – Ora, puoi motivare il percorso di gestazione e l’esito ad oggi della tua galleria a Cosenza?
    ELP – Ho aperto la Galleria Il Triangolo a Cosenza nel 1973, mentre insegnavo nelle scuole pubbliche e fin ora in galleria si sono succedute circa trecento mostre di artisti. Oggi la galleria è condotta da mio figlio Giorgio e continua a navigare resistendo alle scosse di crisi generali e di crisi dovute alla debolezza o, peggio, al dilettantismo di iniziative similari. “Il Triangolo naviga con una regolarità che è convergenza tra fiducia, coraggio e lealtà verso l’arte e i goditori e i produttori, collezionisti ed artisti”, come ebbe a testimoniare Peppino Selvaggi nella prefazione di un mio saggio.

    MV – Dentro c’è alimento di Napoli, forse, ma quanto e perché?
    ELP – Napoli è la mia città di riferimento. A Napoli ho studiato, e se non vivessi a Cosenza mi sarebbe piaciuto viverci. Da studente spesse volte mi recavo negli studi di Brancaccio, Ciardo, Notte e Persico, con le opere dei quali ho un continuo colloquio.

    MV – Napoli è una città sorgiva per gli artisti dei vari spettri e la Calabria e il Sud?
    ELP – Nell’Ottocento la gran parte degli artisti calabresi frequentava l’accademia di Napoli, alla scuola di Morelli e dei Palizzi. Per cui la Calabria ha sempre considerato Napoli come la sua capitale.

    MV – Quali sono gli autori, un napoletano, un italiano e uno straniero che ti hanno maggiormente colpito e di cui tu hai avuto molte opere?
    ELP – L’artista napoletano per cui ho avuto e continuo ad avere particolare attenzione è Emilio Notte, che frequentavo, oltre che a Napoli, anche a Savelli dove aveva una villetta per le vacanze estive; e del quale ho conosciuto anche i figli, Adriana, che viveva in un trullo in Puglia e Riccardo. Mentre invece l‘artista italiano con cui ho avuto un lungo contatto è stato Enrico Paulucci, uno dei Sei di Torino, al quale nel 1980 ho dedicato una mostra assieme a Carlo Levi e del quale ho editato anche un’acquaforte. Mentre invece per gli stranieri devo dire di Fernand Léger, di cui nel 1981 acquistai alla Galerie Felix Vercel di Parigi una serie di disegni; e poi Raoul Dufy, di cui ebbi una cartella di oltre cento disegni e acquerelli, prodotti per la Maison Bianchini-Férier, cartella acquistata da Christie’s a Londra nel 2001.

    MV – Napoli detiene una sua letteratura di segmento, perché?
    ELP – Napoli per me è la città del cuore; Napoli è un mondo nell’arte (e credo che l’Ottocento Napoletano abbia pari dignità artistica della Pittura dei Macchiaioli), nel cibo, nella letteratura (e penso a Croce e Di Giacomo, nei due versi), che, poi, è letteratura anche la canzone napoletana, che esprime la poesia dell’animo umano e l’amore.

    MV – Quali piste di maestri hai seguito?
    R – Ovviamente in questo caso devo fare riferimento non solo agli artisti napoletani di cui ho già detto, ma a tutta la buona pittura del ‘900. A me piace la pittura “tout court”, iconica o aniconica che sia. Guardo con poco interesse le installazioni: sono trascorsi più di cento anni da Duchamp. Oggi l’avanguardia è una retroguardia; Cattelan è un fenomeno pubblicitario.

    D – Pensi di aver avuto come gallerista una visibilità congrua?
    R – Credo di sì. Oltretutto, vivo in una cittadina di provincia dove mi sono ritagliato il mio spazio vitale. Sono un ottimista; ho avuto tanto dalla vita.

    D – Quanti “addetti ai lavori” ti seguono?
    R – Gli addetti ai lavori mi conoscono, molti mi frequentano, alcuni mi seguono.

    D – Puoi indicare in una scheda analitica le pregiudiziali sostanziali dell’ultima rassegna organizzata al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza dal titolo “CALABRIA – Focus sull’arte contemporanea”?
    R – La rassegna ha cercato di fare il punto sulla situazione dell’arte calabrese dalla seconda metà del ‘900 ad oggi, con la pubblicazione di un saggio, per le edizioni Rubbettino. Nel primo capitolo del saggio ho esaminato la nascita dell’arte contemporanea nella regione a far data dal 1949, ossia dalla cosiddetta “Scuola di Scilla”, che faceva capo a Guttuso; mentre in un secondo capitolo Gianluca Covelli ha esaminato lo stato dell’arte in Calabria. Il volume contiene anche trentacinque pagine dedicate ad altrettanti artisti, tra i maggiori operanti in Calabria o fuori, per ogni dipinto dei quali Ghislain Mayaud ha scritto un testo critico-poetico. Con le opere è stata organizzata la rassegna al Museo dei Brettii e degli Enotri. In un primo momento ho avuto contatti con la direttrice della Galleria Nazionale di Palazzo Arnone; ma condizioni economiche esose non me lo hanno permesso. Invece, il sindaco della città è stato disponibile alla concessione della sala del Museo dei Brettii. Ovviamente, non ci sono state presenze di politici, ma tant’è: arte e politica sono antitetiche. E Rai3 è venuta a seguito di una battaglia epistolare. Viviamo tempi duri per la cultura, che è sempre sulla bocca di tutti, ma che poi interessa davvero a pochi.

    D – Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte?
    R- Ogni tempo ha avuto difficoltà alla “penetrazione”; e il nostro non è migliore o peggiore del passato. L’arte è la stessa vita dell’uomo, per cui è imprescindibile e immarcescibile.

    D – I “social” ti appoggiano, i “media” nazionali e quelli “local”?
    R – I “social” ti appoggiano nella misura in cui tu sei presente e organizzi bene il tuo lavoro. E questo vale anche per i “media”: devi spingere, spesse volte a pagamento. Mentre invece si avverte la mancanza dei “local”, per una serie di fattori. Intanto mancano giornalisti specifici; manca poi la carta stampata: i giornali non scrivono e se lo fanno si tratta di dieci righe anonime, magari dopo avere acquistato uno spazio. La Rai, come ho detto, è muta.

    D – Con chi ti farebbe piacere collaborare per metter su una mostra e/o una rassegna?
    R – Nel corso degli anni ho sempre avuto collaborazioni di critici, curatori e galleristi. Per cui non avverto necessità di questo tipo. Continuerò ad avere la collaborazione tua e di Giorgio Di Genova, con cui abbiamo organizzato, negli ultimi cinque anni rassegne e biennali al Castello di Corigliano Calabro (Periscopio sull’arte in Italia, 2016), al Maca di Acri (Prospettive del terzo millennio), al Museo di Praia a Mare (Biennale internazionale della Calabria citra, BiCc). E trattative varie esistono per l’anno in corso.

    D – Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi impegni storico-galleristici e dei tuoi contributi saggistici?
    R – Alla prima domanda mi piace rispondere dicendo che in poco meno di cinquant’anni di attività ho contribuito a far crescere in una città di provincia del sud un interesse all’arte, organizzando mostre in galleria e in tante altre sedi pubbliche e private, relazionando e partecipando a conferenze e dibattiti. La mia è stata, e continua ad essere, una presenza costante nel dibattito artistico della città. La seconda domanda è connessa alla prima; tutto il mio lavoro ha avuto una funzione di divulgazione e di conoscenza. Sono stato il primo studioso a interessarsi di arte dell’Ottocento Calabrese, pubblicando una serie di volumi sull’argomento, quando i maggiori dizionari biografici degli artisti, Thieme-Becker, Bénezit, Comanducci, Luciani, citano pochi nomi dei Calabresi. Io ne ho portato a nuova vita oltre duecentocinquanta, un panorama completo della nostra arte, maggiori e minori. E di questo sono soddisfatto.

    D – Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare le arti visive contemporanee in ambito scolastico, accademico, universitario?
    R – Si, punto.

    D – Mi vuoi accennare alla tua produzione saggistica?
    R – Ho iniziato per gioco, avendo avuto tra le mani il catalogo di Alfonso Frangipane, “La prima mostra d’arte calabrese” del 1912, pubblicato l’anno successivo. In questo volumetto lo studioso elencava una serie di artisti del nostro Ottocento. Ho quindi ampliato l’elenco riuscendo a scrivere nel mio primo lavoro a stampa circa centocinquanta voci. Da allora, era il 1997, non mi sono più fermato. Ho pubblicato molto, ma oltre agli annuari a cui tu hai fatto cenno, Percorsi d’arte e Panorama dell’arte, e alcune monografie di artisti, i due volumi di cui vado fiero sono l’Enciclopedia dell’arte calabrese dell’Ottocento e del Novecento, editore Rubbettino, volume unico nelle regione, consultato da professori e studenti dell’Unical, e la Mappa degli esperti d’arte, in cui per circa 2000 artisti italiani e stranieri ho indicato la fondazione e/o gli esperti a cui fare riferimento. Devo anche ringraziare molto Gazzetta del Sud che ha inteso pubblicare La Calabria e l’arte in cinquemila copie vendute a euro 2,50 assieme al quotidiano: una diffusione capillare. I miei volumi sono stati pubblicati in circa 20.000 copie, delle quali oltre 15.000 vendute (in edicola e in libreria; e sono conservati in 32 biblioteche pubbliche calabresi (http://www.bibliotechecalabria.it) e italiane (https://opac.sbn.it) ), come anche in molti istituti di storia dell’arte internazionali (Collections Jacques Doucet, Bibliothèque, Paris; Universitätsbibliothek Heidelberg; Harvard University, Fine Arts Library; etc.).

    D – Prossima mossa?
    R – In galleria normale attività, come sempre. Oggi bisogna recuperare il “gap” che ci ha prodotto la crisi del 2007-8, crisi in cui sono piombate molte gallerie d’arte, anche importanti, che non hanno retto e che sono state costrette a chiudere attività. Per quanto attiene invece alla attività saggistica sto lavorando a una monografia di Giampiero Poggiali Berlinghieri, artista fiorentino e a Panorama dell’arte contemporanea in Italia, anno 2020.

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