Buone notizie per i ciclisti. Si propone la riforma per poter andare anche contro senso. Che ne pensate?

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Buone notizie per i ciclisti. Si propone la riforma per poter andare anche contro senso. Che ne pensate? La norma di maggior impatto, anche a livello di immagine, riguarda il “doppio senso ciclabile“, vale e a dire l’introduzione del cosidetto “senso unico eccetto bici“: L’emendamento in questione, che ha come prima firmataria la deputata del M5s Valentina Barzotti, riprende nei contenuti il testo a suo tempo già presentato dal collega Emanuele Scagliusi, poi escluso dal testo-base. In realtà si pensa di dare ai comuni la possibilità di consentire il doppio senso di circolazione dove vi è il senso unico ( pensate alla strada interna di Positano in costiera amalfitana, per esempio )

UN CODICE DELLA STRADA VICINO ALLE UTENZE DEBOLI

Un Codice della Strada più attento alle utenze ‘deboli’ (che invece nella nuova definizione diventeranno ‘vulnerabili’), ovvero ciclisti e pedoni. Lo prevedono le proposte di modifica depositate alla Camera, in particolare quelle che riguardano l’articolo 4 (“disposizioni per favorire la mobilità ciclistica”). Lo scrive AdnKronos.it

Tra le modifiche richieste, la possibilità, affidata ai Comuni, per i ciclisti di procedere in doppio senso su strade a senso unico per tutti gli altri veicoli, su strade in cui il limite sia di 30 km/h e indipendentemente dalla larghezza della carreggiata e dalla presenza di aree per la sosta veicolare e dalla massa di veicoli autorizzati al transito.

DI COSA SI TRATTA ECCO IL TESTO 

Con tutta probabilità, è stato anche grazie all’intenso lavoro di pressing operato dalle associazioni per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale che ora il provvedimento sul doppio senso ciclabile è stato ripresentato, con questa nuova formulazione presente nell’articolo 182, comma 9-quater:

“All’interno dei centri abitati, ove il limite massimo di velocità è uguale o inferiore a 30 km/h e contemporaneamente la strada sia classificata di tipo E o F, ovvero sia parte di una zona a traffico limitato, i velocipedi possono circolare anche in senso opposto all’unico senso di marcia per tutti gli altri veicoli, previa valutazione delle condizioni di sicurezza, indipendentemente dalla larghezza della carreggiata, dalla presenza e dalla posizione di aree per la sosta veicolare e dalla massa dei veicoli autorizzati al transito. La circolazione dei velocipedi prevista ai sensi del primo periodo, denominata “doppio senso ciclabile”, è disposta con ordinanza adottata ai sensi dell’articolo 7, comma 1, ed è segnalata mediante l’aggiunta di un pannello integrativo di eccezione per i velocipedi ai segnali verticali di divieto, di obbligo generico e utili alla guida, nonché eventualmente, ove ritenuto opportuno, mediante segnaletica orizzontale. E’ in ogni caso esclusa la possibilità di consentire la circolazione dei velocipedi in contromano”.

Per il via libera definitivo al “senso unico eccetto bici” e la sua trasformazione in legge, bisogna attendere la votazione prima in Commissione e poi in Aula alla Camera e poi al Senato, per la conclusione dell’intero iter legislativo della Riforma del Codice della Strada: se non interverranno elementi imprevisti (la tenuta del Governo è sempre in bilico, e l’eventualità di nuove elezioni politiche potrebbe azzerare l’intera agenda dei lavori), potrebbe essere approvato nel primo trimestre del 2020.

Ma cos’è il “Senso unico eccetto bici”?

In soldoni, questa norma prevede che una strada a senso unico per i veicoli a motore possa essere percorsa in entrambi i sensi dalle bici (in una corsia a loro dedicata): tale provvedimento è però applicabile solo lungo strade con velocità moderata (indipendentemente dalla larghezza della carreggiata), con corsia ciclabile o senza, all’interno di “Zone 30” e “Zone Residenziali” dove il traffico deve essere il più possibile ridotto e disincentivato, a favore di una maggiore sicurezza, vivibilità e qualità della strada come spazio pubblico.

Non è quindi realizzabile, come alcuni credono o fanno credere per suscitare preoccupate reazioni, sulle principali arterie di traffico o su strade con limite di velocità a 50 km/h, e non dipende dalle dimensioni delle città, ma bensì da una buona applicazione delle tecniche di moderazione del traffico all’interno delle “Zone Residenziali” e delle “Zone 30”.

Altri importanti novità proposte dai parlamentari sono quelle relative all’istituzione, nei pressi dei semafori, delle “case avanzate“ per i ciclisti, cioè aree dove potranno sostare in attesa del verde solo “le due ruote”: misura necessaria per aumentare la sicurezza ed evitare l’effetto “aerosol” in presenza di auto con emissioni gassose allo scarico, e quella che prevede le “strade scolastiche“, obbligando i comuni a scegliere tra tre opzioni per aumentare la sicurezza attorno agli istituti: pedonalizzando l’area, creando una “zona 30“, oppure una ztl.

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