Banca Popolare di Bari. Preoccupazione anche in Costiera Amalfitana ed in Penisola Sorrentina

Dopo l’Inchiesta emanata dalla Procura di Bari sulla malagestione della Banca Popolare di Bari, che ha portato allo svolgimento di indagini complessivamente di nove persone, quattro delle quali destinatarie di misure cautelari – Marco e Gianluca Jacobini, il primo ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari, il secondo vice direttore generale e direttore generale di fatto dell’Istituto di Credito barese, Elia Circelli tutt’ora responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione della Direzione Operations della Popolare di Bari, (tutti e tre agli arresti domiciliari) e Vincenzo De Bustis Figarola (interdetto per 12 mesi) – ci si chiede quali saranno le ripercussioni per gli azionisti.

La preoccupazione di persone che si ritrovano azioni che hanno subito una perdita del 75% arriva anche in Costiera Amalfitana ed in Penisola Sorrentina, che annoverano molti piccoli risparmiatori vedere tramutare le vecchie azioni sottoscritte in origine alla Banca di Credito Cooperativo di Tramonti in quelle della Banca Popolare di Bari (filiale di Tramonti) con sede in frazione Polvica.

Intanto le associazioni si sono messe al lavoro per cercare di tutelare gli azionisti, con l’intendo di recuperare l’importo e ottenere il risarcimento dei danni. Il presidente regionale di Assoutenti Campania, Roberto Capasso ha così messo a disposizione la struttura legale dell’associazione “I nostri esperti avvocati sono a disposizione della platea degli azionisti per fornire tutela nei confronti della Banca Popolare di Bari”.

Tra le tante questioni poste sul tavolo dei commissari della Banca Popolare di Bari, la più rilevante è proprio quella della perdita del valore delle azioni del Gruppo: da un prezzo di acquisto di €. 9,53, si è arrivati ad un valore di €. 2,38 per azione, una perdita del 75%.

L’avvocato Claudio Liguori, esperto in materia bancaria, ci spiega come “le azioni sono state vendute a tutti i tipi di clienti: dal giovane laureato al pensionato con la quinta elementare, dalla massaia all’imprenditore. Nella maggior parte dei casi i questionari di profilatura non riportavano risposte compatibili con il profilo di investitore. Da ciò è inevitabilmente conseguito l’inadempimento degli obblighi dell’intermediario in termini di informazione e valutazione di appropriatezza dell’investimento. Stiamo proponendo ricorsi all’ACF per accertare il diritto degli azionisti al ristoro del danno subito”.

 

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