Banca Popolare di Bari. Arrestati per falso ex presidente e vicedirettore, Marco e Gianluca Jacobini

La Guardia di Finanza di Bari ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare ad arresti domiciliari nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente del Cda e amministratore di fatto della Banca Popolare di Bari, e vice direttore generale e direttore generale di fatto dell’Istituto di Credito barese, con accuse di reati di falso in bilancio, falso in prospetto ed ostacolo alla vigilanza. Anche Elia Circelli, tutt’ora responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione della Direzione Operations della Popolare di Bari, è finito agli arresti domiciliari. Inoltre, è stata disposta per l’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Bari Vincenzo De Bustis Figarola l’interdizione ad esercitare per 12 mesi l’attività di dirigente di istituti bancari e di uffici direttivi di imprese.

L’inchiesta della Procura di Bari riguarda quindi la presunta malagestione della banca, inchiesta nella quale sono state indagate complessivamente nove persone. Oltre ai quattro destinatari delle misure cautelari – Marco e Gianluca Jacobini, Elia Circelli (tutti e tre agli arresti domiciliari) e Vincenzo De Bustis Figarola (interdetto per 12 mesi) – ci sono Luigi Jacobini, altro figlio di Marco Jacobini, vice direttore generale dell’istituto di credito; Giorgio Papa, amministratore delegato dal 2015 al 2018, prima di De Bustis Figarola; Roberto Pirola e Alberto Longo, presidenti del collegio sindacale della banca: il primo dal 2011 al 2018 e il secondo dal 2018 al commissariamento; e Giuseppe Marella, responsabile dell’Internal Audit della BpB dal 2013.

Allo stesso tempo, sono in corso 17 perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici di Bari, Roma, Milano e Bergamo dei coinvolti. Contestualmente, la Guardia di Finanza sta perquisendo anche la direzione della Banca Popolare di Bari, dove alcune cassette di sicurezza risultano nella disponibilità di Marco Jacobini, l’ex presidente.

Marco e Gianluca Jacobini poche ore prima il commissariamento della banca avrebbero messo “in atto condotte di occultamento dei profitti illeciti” trasferendo dai loro conti correnti, cointestati alle rispettive mogli, somme per complessivi 5,6 milioni. Il trasferimento dei fondi sarebbe avvenuto il 12 e il 13 dicembre scorsi, mentre l’inchiesta è stata commissariata dal Governo il 13 dicembre.

 

 

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