Il 20 gennaio è il «Blue Monday», il giorno più triste dell’anno

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Blue Monday, il terzo lunedì di gennaio, quest’anno il 20 gennaio: è il giorno più malinconico e triste dell’anno. Le sue origini risalgono ai primi anni 2000, per opera di Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, che lo ha teorizzato mischiando psicologia e matematica. Il Blue Monday è stato calcolato prendendo in considerazione una serie di variabili, tra cui: il meteo, i sensi di colpa, ma soprattutto la difficoltà di riprendere la routine a pieno regime avendo alle spalle le vacanze di Natale e vedendo quelle estive come lontanissime. Da qualche anno se ne parla moltissimo: c’è chi consiglia come antidoto di  fare il back up fotografico ai ricordi, chi lo combatte con i cibi del buonumore, chi va al lavoro con il cane.

Al di là della giornata è questo un periodo di malinconia, si parla infatti di Winter Blues perchè siamo nel pieno dell’inverno, all’inizio di un nuovo anno e già con l’ansia di come andrà. Gli psichiatri parlano di disturbo affettivo stagionale (SAD) che riguarda quelle persone che hanno un serio cambiamento d’umore al cambiare delle stagioni, in particolare quella invernale. E allora facciamo i conti con questo stato d’animo che sbanda sul negativo e affrontiamolo. “La tristezza per ciascuno di noi ha un’accezione diversa. Le emozioni negative possono, infatti, scaturire da situazioni differenti, ma in ognuna di esse – se ben guidati – è possibile trovare un lato positivo per trasformarle in opportunità”, spiega Francesca Zampone, Life Coach e Fondatrice dell’Accademia della Felicità.

Il Blue Monday, però, da molti è ritenuto solo una bufala nata da una campagna pubblicitaria. Era l’inizio del 2005 quando la compagnia di viaggi Sky Travel decise di promuovere un’iniziativa per convincere i propri clienti che la loro eventuale tristezza aveva un fondamento scientifico, e che per questo la si poteva combattere con una bella vacanza. Il Blue Monday comparve per la prima volta all’interno di un comunicato stampa aziendale, e inspiegabilmente venne subito ripreso da molte testate giornalistiche come se si trattasse di un serio studio scientifico.

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