Sorrento. Il ricordo di Gigetto Miniero nelle parole di Nino Esposito

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Sorrento. Riportiamo le parole che Nino Esposito ha voluto dedicare all’amico Gigetto Miniero, scomparso lo scorso 20 dicembre.

A Gigetto che non c’è più.

Oggi ci ha lasciati Gigetto Miniero! Un amico. Un caro amico. Uno che anche se non ci vedevamo da tempo non condividevamo certe cose, anche del lavoro, le stesse idee, bastava poco, uno sguardo, una battuta x riprovare il nostro afflato. Una di quelle persone come poche, sensibile, sempre combattivo. Irriducibile, anche se ha sempre combattuto con il suo fisico che oggi lo ha definitivamente lasciato, dopo un mese di forti sofferenze.
Due le nostre grandi passioni: la politica, il bene comune, la giustizia sociale da una parte, le auto da corsa dall’altra. La “sinistra” e la Ferrari i nostri grandi amori e tormenti. Due ricordi su tutti. Le discussioni e le passioni giovanili che ci portarono dal PCI, alla creazione di un movimento giovanile battezzato “Giovani Insieme”. E fantastico in tal senso fu il suo manifesto/invito, per quello che oggi si chiamerebbe “un evento”, con disegnata di suo pugno una scatola di fiammiferi con la testa “rossa” pronti ad accendersi, ardere, attizzarsi, con in sottofondo un profilo della nostra amata costiera. Era il 1977, con le sue lotte studentesche dell’allora “movimento” e qui noi partorivamo una specie di movimento tipo sardine sorrentine, che voleva cambiare la politica e i partiti tradizionali, ad iniziare da quelli più vicini a noi. Il tutto sfociò in nuove amicizie e fu embrione del progetto comunale per l’occupazione giovanile denominato “285”. Perché x noi i sogni erano tutto, ma la concretezza, il “facciamo le cose” era il nostro cruccio.
E poi le auto da corsa! L’unica nostra “follia”. Passione che ad esempio ci portò a fare delle gare tra noi amici: con la sua Simca 1000, io con la Mini Minor, Carlo Alfaro con la Golf nuova di zecca e Mariano Cosentino (mi sembra con una Opel), sul tracciato della prova speciale del Rally del Monte Faito. Vinsi io, ma questo era solo un dettaglio. L’adrenalina di quelle “corse” era più importante di qualsiasi cosa.
Negli anni, anche se non ci frequentavamo più tanto e diverse erano le strade intraprese, bastava accennare alle corse, alla Ferrari, che tutto passava in second’ordine, come se il tempo non fosse mai passato. Alla politica/partitica avevamo abdicato con amarezza, ma il nostro cuore non era/è mai cambiato.

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