A proposito del dramma case. La Gentrificazione della Penisola sorrentina

A proposito del dramma case. La Gentrificazione della Penisola sorrentina una riflessione del consigliere comunale di opposizione del Movimento Cinque Stelle Salvatore Mare.

GENTRIFICAZIONO
Quando sostituisci la E con una O

Gentrification, generalmente tradotto in gentrificazione, è quel fenomeno che comporta il cambiamento della gestione abitativa da affitto a proprietà, l’ascesa dei prezzi, e l’allontanamento o sostituzione della popolazione operaia esistente da parte delle classi medie.
In penisola sorrentina ad essere “sfrattata” è la popolazione residente, sostituita non propriamente da altre classi sociali, ma dai turisti cui sono destinati gli alloggi.
Negli ultimi tempi si è avuta l’impennata del fenomeno Bed & Breakfast, ciò sostanzialmente per la sostituzione di una «O» con una «E», infatti la Legge Regionale 8 agosto 2016, n. 22 “Legge annuale di semplificazione” con il comma 2 dell’articolo 11, modifica il comma 5 dell’articolo 1 della legge regionale 10 maggio 2001, n. 5 “Disciplina dell’attività di Bed and Breakfast”, sostituendo nel comma «L’esercizio dell’attività comporta, per i proprietari o i possessori dell’abitazione, l’obbligo di residenza “e di stabile domicilio” nella stessa, con “o di stabile domicilio*”.
Per comprendere questo necessita fare una piccola premessa sul cos’è il B&B e questo lo specifica l’articolo 1 della legge regionale: consiste nell’offerta «di alloggio e prima colazione esercitata, con carattere saltuario e non professionale, da un nucleo familiare che, ad integrazione del proprio reddito, utilizza parte della propria abitazione, fino ad un massimo di quattro camere e per un massimo di otto ospiti**».
Chiaro che si sia spalancato un portone e chiunque possegga un appartamento non fitta più ai residenti, ma preferisce tenerlo nella disponibilità e trasformarlo in Bed & Breakfast.
Inoltre ai B&B si aggiungono per effetto della normativa di cui alla LR n. 17 del 24/11/2001:
– esercizi di affittacamere;
– case e appartamenti per vacanze;
– case per ferie;
– ostelli per la gioventù;
– attività ricettive in residenze rurali;
– rifugi di montagna;
– case religiose di ospitalità.
Più che regolarizzare, la Regione Campania con un “tana libera tutti” ha liberalizzato il mercato senza tenere conto dei residenti nelle località turistiche, i quali per trovare casa sono costretti a trasferirsi altrove. Una situazione che ormai è insostenibile e che andrebbe normata tenendo conto sia del fatto che le esigenze abitative non possono andare nella direzione di nuove edificazioni, sia del trend negativo riguardo l’incremento demografico.
Le elezioni regionali sono vicine: scegliete bene e ricordate che le fritture migliori, sono quelle che si mangiano a casa propria.

* La residenza è il luogo in cui un soggetto dimora abitualmente. Va fissata con una pratica amministrativa nel Comune in cui si vive.
Il domicilio è la sede degli affari o interessi di una persona. Può essere generale (sede lavorativa) o speciale, ossia per uno specifico affare (ad esempio una causa giudiziale).
La dimora invece è il luogo in cui un soggetto attualmente vive, ad esempio la casa per le vacanze o un trasferimento per lavoro o altra causa che preveda il ritorno alla residenza.
** Sono state inoltre aumentati due parametri, infatti le camere passano da tre a quattro e gli ospiti da sei a otto con il comma 2 dell’articolo 8 di un’altra legge regionale, la n. 26 del 2 agosto 2018.

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