Preti pedofili. Papa Francesco abolisce il segreto pontificio: i magistrati hanno accesso agli atti

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L’annuncio di Bergoglio nel giorno del suo 83esimo compleanno. I magistrati civili degli altri Paesi potranno finalmente avere accesso agli atti dei processi canonici

Papa Francesco ha abolito il “segreto pontificio” sui casi di abusi sessuali di chierici sui minori. E’ l’effetto del Rescriptum exaudientia pubblicato nelle ultime ore.
“Non sono coperti dal segreto pontificio denunce, processi e decisioni sui delitti” in materia di abusi su minori, stabilisce l’art.1. Mantenuto il segreto d’ufficio, a tutela della buona fama delle persone coinvolte. Nel testo si legge anche che «A chi effettua la segnalazione, alla persona che afferma di essere stata offesa e ai testimoni non può essere imposto alcun vincolo di silenzio riguardo ai fatti di causa».
Sale da 14 a 18 anni l’età massima delle vittime di abusi sessuali.

Secreta continere o segreto pontificio, ricordiamo, è un documento riguardante il diritto canonico stilato dalla Segreteria di Stato della Santa Sede a firma del cardinale Jean-Marie Villot ed approvato da papa Paolo VI il 4 febbraio 1974 che contiene le norme sul segreto pontificio. Il documento aggiorna e rafforza un precedente documento del 24 giugno 1968. Il testo è pubblicato in Acta Apostolicae Sedis, 1974, pagine 89-92.

Il segreto pontificio è un segreto che viene imposto ai destinatari su materie di particolare gravità. Nel preambolo si specifica infatti che «in alcune questioni di maggior rilevanza viene richiesto un particolare segreto, detto segreto pontificio, e che deve essere custodito con grave obbligo» e che, «poiché si tratta della sfera pubblica, che riguarda il bene di tutta la comunità religiosa, non spetta a chiunque, secondo ciò che detta la propria coscienza, ma a chi legittimamente ha la cura della comunità decidere come, quando o che quale gravità tale segreto debba essere imposto». Secondo il documento «coloro che hanno l’obbligo di custodire tale segreto» dovrebbero considerarsi come «legati non da una legge esteriore, ma invece da un’esigenza che scaturisce dalla loro stessa dignità umana»: dovrebbero perciò ritenere un onore essere chiamati a custodire tali segreti per tutelare il bene pubblico.

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