Pompei città spenta a Natale e senza concerto a Capodanno, albergatori furiosi

Pompei, città spenta e turismo in calo. Niente luminarie di Natale e gli albergatori sono furiosi per il calo di presenze del 20 per cento registrato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un durissimo colpo è stato, così, inferto all’economia dell’indotto, in un periodo in cui la crisi del settore ha già altamente penalizzato il terziario. «Non sappiamo cosa rispondere alla nostra clientela – spiega amareggiata Rosita Matrone, presidente dell’Adap-Federalberghi – che ci chiede quali siano gli eventi per le festività. L’incertezza degli eventi e il buio delle strade prive dei simboli del Natale ha messo in fuga i turismi. Questo limbo non solo ci amareggia, ma ci porta ad una esposizione alla vergogna verso l’utenza altamente dequalificante per il settore. Per noi, poi, rappresenta uno smacco maggiore, perché abbiamo il coraggio di investire, di tasca nostra, per offrire servizi maggiori in una città deserta, priva di idee e di programmazione». Così una mancata programmazione di spettacoli e una città spenta ha fatto registrare un meno vento per cento di turismo stanziale, tra disdette e mancate prenotazioni. «Di questo passo l’economia collassa», evidenzia il numero uno degli albergatori pompeiani «e gli imprenditori del settore che, con coraggio nonostante la crisi, investono si trovano a dover fare i conti con una città spenta e senza attrazioni».
Il Comune è in un ritardo affannoso sulla questione luci di Natale. Su quattro gare bandite: una è andata deserta; in un’altra l’unica ditta che ha partecipato non aveva i requisiti; nella terza la società che voleva partecipare ha sbagliato ad inviare la documentazione e la quarta è ancora in fase di espletamento. Non vi è certezza, dunque, quando, ma soprattutto se, Pompei avrà gli addobbi e le luci delle festività, come accade in ogni piccola o grande città del mondo. «Ma poco importa, ormai la stagione turistica è stata compromessa», continua Rosita Matrone.

«LA CITTÀ DEL GIORNO DOPO»
La città turistica per eccellenza che conta sei milioni di visitatori l’anno non è stata capace di creare un evento degno di un Patrimonio Unesco. «È normale che nessuna società si presenta alla gara – afferma il presidente Adap – se il bando è stato pubblicato con enorme ritardo, rispetto alle altre città, gli imprenditori del settore addobbi sono già impegnati altrove. Pompei ha dimostrato di essere la città del giorno dopo». Rosita Matrone estende il suo rammarico anche su una programmazione ritardataria. «È inconcepibile che Pompei è l’unica città al mondo in cui non è stato programmato un concerto di fine anno. Che senso ha organizzarne uno il primo gennaio?». I turisti non saranno mai attratti da un qualcosa che avviene dopo le feste. «È di ieri l’annuncio dell’amministrazione dell’apertura dei mercatini di Natale. Il turismo non vive di approssimazione e di richiami dell’ultimo minuto. Il turismo si costruisce su una seria programmazione». Eppure i soldi ci sono nelle casse: circa 450mila euro incassati con la tassa di soggiorno nei soli primi mesi dell’anno.
«Già veniamo da una estate fallimentare, sotto l’aspetto dei grandi eventi – spiega ancora Rosita Matrone – ci era stato promesso che il 30 novembre Pompei sarebbe stata illuminata alla pari di Salerno e con un ricco calendario di spettacoli. Siamo al 12 dicembre e la città è spenta e allo sbando. Non ci bastano le scuse degli amministratori. Nessuno ci ripaga della perdita del 20 per cento e di tutte quelle che verranno. Certo, perché l’immagine di Pompei è altamente compromessa e se non diamo garanzie di certezze al visitatore, da qui a poco il turismo stanziale precipiterà in maniera vertiginosa».

Susy Malafronte Il Mattino