La Fondazione Ravello Agenzia Immobiliare? Un commento all’intervista di Felicori al Corrmezz

Ravello, Costiera amalfitana . Leggiamo l’interessante intervista apparsa sul Corriere del Mezzogiorno del Commissario straordinario della Fondazione Ravello.

E’ interessante perché, a ben leggere fra le righe, emerge la realtà in tutta la sua drammaticità; noi di Positanonews abbiamo più volte sottolineato il bluff di un commissariamento e di un commissario per essere entrambi “extra legem”: il commissariamento della istituzione Fondazione Ravello, come si legge nella parte motiva della delibera regionale, e come si legge ancora più chiaramente nel Codice Civile, è legittimo nella misura in cui il Commissario e la sua azione sia rivolta esclusivamente al ripristino della Governabilità dell’Istituzione e non certo ad attività di gestione straordinaria. Orbene nella sua intervista il Commissario nominato esplicita chiaramente quanto fatto, cioè NULLA  per il ripristino della governabilità, e tutto per questioni non richieste e non dovute, incluso il ridisegno di un organismo di diritto privato che ha soci fondatori ed ordinari che alcun mandato hanno conferito al Commissario, nulla gli hanno chiesto e men che meno gli hanno indicato.

Nell’intervista il Commissario Felicori ribadisce e reitera un concetto che è stato il suo refrain per un anno intero: la Regione in testa, prima la Regione e il suo Presidente e poi gli altri; sembra quasi di assistere ad una famosa opera teatrale napoletana nella quale il giovane attore ripete come un ossesso: “Vicienz m’è padre a me”.

Tutto il rispetto per la Regione, tutto il rispetto per il suo Presidente, anzi per i suoi Presidenti, perché bisogna essere onesti e non corti di memoria: Bassolino ha costituito la Fondazione Ravello capitalizzandola e finanziando totalmente un PIT monocomunale con circa 20.000.000,00 (ventimilioni) di euro; Caldoro ha investito molti milioni con finanziamenti, contributi e soprattutto per aver inserito il Ravellofestival nella programmazione regionale finanziata con fondi europei; De Luca ha confermato e non ha revocato quanto fatto da Caldoro; tutto il rispetto possibile, ma non va sottaciuto in primis la pari dignità istituzionale fra i soci tutti, e poi la circostanza che la Fondazione porta il nome della città di Ravello che nella fondazione ha riversato programmi, progetti e impegno morale  e materiale; oltre al fatto che il progetto Fondazione è  stato ideato e realizzato da un sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano, che ha saputo coinvolgere nel percorso avviato nel 2002 PERSONALITA’ di primordine che hanno rafforzato il progetto facendolo diventare una delle realtà più prestigiose della Campania. Questa storia riteniamo sia stata mortificata da atti e fatti che probabilmente il territorio e gli uomini coinvolti non meritavano.

E a proposito di uomini coinvolti, abbiamo notizia di una nota inviata dal dr. Amalfitano all’Ufficio Regionale che controlla le Fondazioni e a tutti i legali rappresentanti degli Enti soci della Fondazione, Da Franceschini a De Luca e a Di Martino, con la quale il Direttore di Villa Rufolo (ex?) denuncia che dal luglio 2018 ad oggi, sue richieste di atti sono rimaste prive di qualsiasi riscontro; gli atti richiesti, come espressamente dichiarato da Amalfitano, servivano per corredare una sua denuncia all’ANAC  e per meglio organizzare la sua difesa per un licenziamento che ritiene immotivato e ritorsivo.

SE questa circostanza si rivelerà vera, il commissario Felicori avrà ulteriori argomenti anche per la sua campagna elettorale emiliana e per la gestione di AGO, per la quale gli rinnoviamo gli auguri, sia pure con una annotazione a margine: soprattutto la Sinistra politica alla quale dice di appartenere ha da sempre fatto battaglie epiche per difendere  i Lavoratori, se ad un lavoratore è stato negato un suo diritto, la cosa è grave.

Sui risultati conseguiti, o forse è il caso di dire sui NON RISULTATI, conseguiti dal commissario  avremo modo di ritornare, come pure sulla proposta di “Agenzia Immobiliare” che, al momento, ci lascia interdetti.

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