Pimonte, morte Sara Aiello: la Procura chiede archiviazione. I familiari non ci stanno

Una vicenda atroce quella della morte di Sara Aiello avvenuta nella notte del 3 giugno 2015 a Pompei. Una vicenda che potrebbe chiudersi a breve perché i magistrati della Procura di Torre Annunziata hanno chiesto l’archiviazione, considerando pochi gli elementi che motiverebbero la riesumazione e l’autopsia del corpo della donna.

La 36enne originaria di Pimonte morì in circostanze non chiare. La donna, al momento della morte, si trovava col marito nell’abitazione. Un paio di mesi prima di quel tragico giorno di giugno aveva avuto un malore per cui era stato necessario l’intervento del 118: dopo quell’episodio, sempre secondo la tesi del marito, un medico aveva suggerito a quest’ultimo di filmare la donna nel caso in cui il malore fosse sopraggiunto nuovamente, questo per permettere una diagnosi più precisa. Fatto sta che quella tragica notte il malore che sopraggiunse fu fatale per Sara. Tutta la scena fu filmata dal marito.

Familiari e amici di Sara non hanno mai creduto che la morte sia stata provocata da una malattia congenita ed è per questo che chiedono la riesumazione della salma da quattro anni: i periti dei familiari hanno avanzato un’ipotesi davvero sconvolgente, ovvero che la donna sarebbe stata avvelenata, verosimilmente con del cianuro.

Il comportamento di Sara nei minuti in cui viene filmata, sempre secondo la tesi dei periti, sarebbe manifestazione chiara di sintomi di avvelenamento da cianuro di potassio. I fratelli di Sara e il padre Francesco vogliono la verità: “Deve essere eseguita l’autopsia”. Il tutto è stato seguito anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?”.

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