Maiori. Cestaro e Cipresso contro la vendita dei beni comunali “Dovevano essere case popolari per il dramma casa”

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Maiori, Costiera amalfitana. Il dramma casa imperversa in Costa d’ Amalfi e l’amministrazione comunale che fa? Vende beni comunali destinati a case popolari proprio alla fine dell’amministrazione guidata da Antonio Capone. I due consiglieri Raffaele Cipresso e Marco Cestaro del grupo “Idea Comune” , hanno mandato una nota pubblica

Nella seduta del Consiglio Comunale del 9 aprile scorso, il Sindaco pro – tempore Antonio Capone e i consiglieri Mario Ruggiero, Andrea Gatto, Salvatore Esposito, Lidia Camera, Lucia Scannapieco, Chiara Gambardella hanno deliberato la vendita degli immobili oggetto del bando: noi abbiamo votato contro.

Dobbiamo sottolineare, a riguardo, che il dissenso per questa decisione era già emerso in seno alle riunioni di maggioranza del gruppo Obiettivo Maiori quando esprimevamo il nostro disappunto sulla scelta irresponsabile di vendere dette abitazioni perché, in un momento in cui è diventato quasi impossibile trovare case in affitto e meno che mai da comprare per i comuni mortali, data la tendenza a riconvertire le abitazioni in strutture ricettive (B&B – case vacanze, ecc.), sostenevamo, invece, di pubblicare un avviso per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale, a favore delle famiglie residenti disagiate.

D’altronde, le abitazioni in questione sono state realizzate negli anni novanta con fondi statali allo scopo di accogliere proprio i meno abbienti. La prassi si è mantenuta fino ad oggi tanto che diversi concittadini hanno avuto la possibilità prima di fittarle e poi di acquistarle: naturalmente a prezzi calmierati. Eppure anche coloro che hanno votato a favore di questo provvedimento, sicuramente avranno familiari o conoscenti che hanno beneficiato negli anni di questi vantaggi. E perché agiscono diversamente ora?

Ad aggravare questa decisione è stata certamente la pubblicazione di un bando che non prevede requisiti tali da agevolare, comunque, l’acquisto dei suddetti beni a chi ha poche possibilità economiche; ci permettiamo di suggerire, solo a titolo esemplificativo, che il bando poteva essere riservato ai residenti non proprietari di altre abitazioni, oppure a giovani coppie, a famiglie con anziani. E l’elenco potrebbe continuare: basterebbe guardarsi intorno, tra un’intervista e l’altra, uscendo dal Palazzo. Siamo certi che, ancora una volta, questa miope decisione tornerà a vantaggio di coloro che sono già proprietari di altre abitazioni o che vogliono semplicemente investire i propri risparmi se non addirittura di quanti vogliono trasformare abitazioni “pubbliche” in attività ricettive: ovvero togliere a chi non ha, per favorire chi già ha! Ma forse questo a loro non interessa, è più importate fare cassa. A nostro avviso, amministratori responsabili non dovrebbero fare i conti solo con il bilancio comunale, ma hanno l’obbligo di aiutare le categorie più deboli.

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