Vassallo alle Iene: “Il sindaco di Pollica chiamò il giudice prima di essere ucciso”.

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Cilento ( Salerno ) . Angelo Vassallo, il sindaco pescatore ucciso ad Acciaroli frazione di Pollica il cinque settembre del 2010. È il punto in cui, uno dei due fratelli del sindaco ucciso racconta la premura che aveva il primo cittadino di parlare con l’ex capo della Procura di Vallo della Lucania, di incontrare la massima autorità inquirente del territorio, per chiedergli un consiglio o per confidargli un retroscena degno di attenzione.
Lo ha detto il fratello del sindaco, Massimo Vassallo, secondo quanto ha ricostruito il giornalista Giulio Golia, nel corso di una puntata de Le Iene trasmessa ieri, che ha dedicato ampio risalto proprio al delitto di Acciaroli.

«Angelo – spiega oggi il testimone alle IENE  – la mattina chiama il procuratore e gli dice queste parole: Senti, io devo parlare con te urgentemente e il procuratore gli risponde che si sarebbero rivisti il giorno dopo, che si sarebbero incontrati l’indomani mattina. Quella sera stessa – aggiunge Massimo Vassallo – alle 21.30, Angelo viene ucciso». Una circostanza che va ovviamente riscontrata, anche perché – secondo quanto risulta agli stessi pm della Procura di Vallo della Lucania, vale a dire ai primi ad interessarsi dell’omicidio, prima che il fascicolo passasse per competenza alla Dda di Salerno, la telefonata tra Angelo Vassallo e l’allora procuratore risaliva ad alcuni giorni prima ed era una semplice richiesta di appuntamento.
Una circostanza destinata ad assumere comunque significato nel corso dell’inchiesta condotta dalla Procura di Salerno, che ormai da due anni ha deciso di riaccendere i riflettori sul delitto di Vassallo.
Come è noto, da almeno un anno, risulta iscritto nel registro degli indagati l’ex carabiniere (da mesi in pensione) Lazzaro Cioffi, raggiunto il 14 giugno del 2018 da un invito a comparire firmato dal pm della Procura di Salerno Marco Colamonici, nel corso del quale gli viene contestata l’accusa di concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso. Come è noto, Cioffi è detenuto nel corso di un’altra inchiesta, quella condotta dal pm anticamorra Mariella Di Mauro, che accusa l’ex militare della compagnia di Castello di Cisterna di rapporti sospetti con il boss del narcotraffico Pasquale Fucito. Ma come si arriva a un carabiniere, nel nuovo filone di indagine sulla morte di Vassallo? Perché sospetti e suggestioni investono un militare, proprio nei giorni in cui Napoli lo arresta per i rapporti con i narcos del parco verde di Caivano? Alla base di tutto, a rileggere le mosse di questa nuova indagine, c’è una testimonianza ritenuta attendibile dai pm della Procura di Salerno. Secondo il nuovo testimone, quella notte del cinque settembre di nove anni fa, ad Acciaroli era presente anche Lazzaro Cioffi, circostanza ovviamente tutta da verificare.
L’INDAGATODifeso dal penalista Saverio Campana, l’ex militare dinanzi ai pm ha scelto la consegna del silenzio. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, trincerandosi dietro una cortina di non risposte, che tengono al momento ancora aperto il caso. Chi conosce il carabiniere indagato per la morte di Vassallo, è pronto comunque a ricordare quanto in quei giorni di inizio settembre, Cioffi non fosse presente nella splendida località cilentana.
Furono nove i colpi esplosi contro il sindaco pescatore. Probabile che la vittima conoscesse il suo aggressore, probabile che l’omicidio – per quanto fosse un delitto volontario – non fosse un agguato premeditato. Probabile che vittima e carnefice abbiano scambiato qualche parola, prima di arrivare alla scena finale, con la canna della pistola pronta a fare fuoco nove volte.
E non è impossibile a questo punto pensare che, a scatenare la rabbia omicida dell’assassino, ci sia stata la determinazione di Vassallo di andare fino in fondo: e di andare, appena mattina, a parlare con i vertici della Procura di Vallo della Lucania.

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