Sorrento, drogata e poi stuprata: il racconto choc della vittima

IL PROCESSO   

«Avevo bevuto, avvertivo la nausea. Poi ricordo soltanto di essermi svegliata in ospedale e che, il giorno dopo, Pepe mi disse di aver fatto sesso orale con me». È una testimonianza-choc quella resa da una guida turistica durante il processo a carico di Mario Pepe, il ristoratore accusato di aver abusato sessualmente di una 21enne sorrentina dopo averle somministrato Ghb sciolto nel vino e della sua presunta complice Chiara Esposito. Parole forti che gettano nuova luce sulla vicenda che ha scosso la Costiera.

IL RACCONTO   

Claudia (nome di fantasia) racconta al Tribunale di Torre Annunziata la serata trascorsa nel locale gestito da Pepe nel centro storico di Sorrento. È ottobre 2016 e la ragazza è ospite del 57enne ristoratore. Qualche assaggio di piatti tipici, un paio di bottiglie di vino, poi Claudia si avvia alla porta ma viene invitata a trattenersi e a bere ancora qualche bicchiere da Chiara Esposito e dal fidanzato di quest’ultima (non indagato) che sopraggiungono proprio in quell’istante. Dopo l’alcol spunta la cocaina e la guida turistica, che è già brilla e comincia ad avvertire la nausea, pensa di sniffarne un po’ nella speranza di riprendersi, ma non va così. Da quel momento, buio totale. Claudia si risveglia all’alba nell’ospedale di Sorrento. È confusa, a stento riesce a riferire le proprie generalità al personale sanitario. Con sé ha solo il cellulare sicché, dopo qualche ora, torna nel locale dove ha cenato la sera precedente per recuperare la borsa. Al ristoratore confessa di non ricordare nulla di quanto accaduto. Poi la rivelazione: «Pepe mi disse che avevamo fatto sesso orale. Ero stupita, non ci credevo». A quel punto Claudia chiede conferma a Esposito e al fidanzato di quest’ultima, ma entrambi le rispondono che «no, non è successo nulla» e che «Mario è solo un chiacchierone». Così la giovane archivia la vicenda come una semplice ubriacatura. A riportarla a quella sera di ottobre 2016 è la polizia giudiziaria che la contatta a fine 2018, dopo l’arresto di Pepe ed Esposito, con l’intento di sottoporla ai test tossicologici. Alla fine, però, non se ne fa nulla: dall’epoca dei fatti sono trascorsi più di due anni e sul referto firmato dai medici dell’ospedale di Sorrento si parla di una semplice «intossicazione da alcol». Ora, però, la testimonianza di Claudia potrebbe avere un peso rilevante nel processo.

L’ALTRA VICENDA       

Era il 4 dicembre 2018 quando Pepe ed Esposito, difesi rispettivamente dagli avvocati Raffaele Chiummariello e Francesco Cappiello, vengono arrestati dalla polizia di Sorrento. Il primo era ed è tuttora accusato di aver stordito una 21enne sorrentina, offrendole vino adulterato col Ghb, e di averla poi violentata; la seconda, invece, avrebbe fatto da complice. A far scattare le indagini è la denuncia della presunta vittima: a inquirenti e investigatori la giovane, assistita dall’avvocato Sergio De Simone, racconta di aver cenato nel locale gestito da Pepe, di aver bevuto vino e sniffato cocaina per poi risvegliarsi nuda, qualche ora più tardi, sul bancone. In quello stesso momento Esposito si sarebbe scagliata contro Pepe: «Ti avevo avvisato, sapevo che sarebbe finita come con quell’altra ragazza». Un riferimento alla vicenda raccontata da Claudia? C’è qualche nesso tra i due episodi? A chiarirlo saranno i magistrati.

Ciriaco M. Viggiano – IL MATTINO

 

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