Dove si vota in Europa a 16 anni?

È stato l’ex premier Enrico Letta a riportare in discussione una proposta, non certo per la prima volta, sull’età minima di voto in Italia. Oggi, infatti, per andare alle urne è necessario che i cittadini abbiano almeno 18 anni. Per l’elezione del Senato, poi, è richiesta l’età minima di 25 anni. Secondo Letta, invece, bisognerebbe dare anche ai ragazzi di 16 anni la possibilità di esprimere le proprie preferenze in sede elettorale. Un’idea che già nel 2016 era stata avanzata dal M5s per mano di Beppe Grillo il quale, attraverso un post sul suo blog, aveva annunciato che “il M5s si sarebbe battuto per dare il diritto di voto ai sedicenni”. In realtà, il limite di 16 anni come età minima per votare è già effettivo in diversi Paesi che l’Italia potrebbe prendere come riferimento.
Secondo quanto riporta il documento ufficiale della Cia World Factbook, sono numerosi i Paesi che garantiscono agli under 18 la possibilità di votare: in Europa avviene in Austria, dove è possibile andare alle urne a 16 anni dal 2007, così come in Germania, dove dal 2011 i sedicenni di alcune regioni possono votare alle elezioni regionali e locali. In Bosnia, Croazia, Serbia e Slovenia si può votare a 16 anni se si possiede un posto di lavoro, mentre in Ungheria si può andare alle urne a quell’età se si è sposati. Diverso il caso della Grecia, dove nel 2016 il governo Tsipras ha approvato la riduzione da 18 a 17 anni. A Malta, dal 2014 si poteva votare a 16 anni in alcuni casi specifici ovvero le elezioni locali, poi a partire dal 2018 questo limite di età è stato adeguato anche per le nazionali. Nel Regno Unito, infine, la possibilità di votare a 16 anni è data soltanto ai cittadini scozzesi ma non in tutte le circostanze. Gli under 18 sono andati alle urne per il referendum sull’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 2014 e poi nel 2015 per le elezioni del Parlamento scozzese. Nessun diritto di voto ai 16enni invece nel referendum Brexit.

Arturo Soldatini Alternanza 2019

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