Salvini alle porte! di Giuseppe Civale

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Mi sono permesso già in passato di fare qualche riflessione, anche sul vostro giornale, sul fenomeno Salvini, abbozzando alcune previsioni sui tempi e sui modi, che avrebbero caratterizzato la propria strategia politica; le reazioni sono state meno che nulle. Eppure l’obiettivo perseguito era evidente: alla prima occasione rompere con i 5Stelle ed indire elezioni anticipate appena fosse stato possibile ottenere una maggioranza certa, magari con il supporto di qualche partitino nato per servire. Per i noti motivi il gioco è stato rinviato! Ma come ha fatto il nostro soggetto a raccogliere un consenso talmente ampio in tempi tanto brevi? Gli avversari lo definiscono grezzo, rozzo, volgare. Eppure gli insulti non fanno che aumentare un consenso sicuramente spontaneo, ma molto pericoloso. Per motivi ben comprensibili è costretto ad usare un linguaggio semplice, alla mano, sostiene spavaldamente la propria ideologia senza curarsi delle chiacchiere dell’opposizione. Ha scoperto una nuova filosofia politica: il sovranismo condito in salsa populistica. Un cocktail fatale! “Prima gli Italiani, è finita la pacchia, i neri a casa loro”. Slogan brevi, semplici e marcatamente popolari, immediatamente digeribili. La sua arma più efficace è un istrionismo innato abbinato a spiccate doti camaleontiche. Ha un fiuto eccezionale!. “O con me o contro di me! I meridionali sono ormai brava gente, non rubano più, occorre abbattere il muro di Bruxelles per riacquistare il benessere perduto e, chiaramente, opporsi all’invasione degli immigrati”. L’italiano credulone ha già dovuto digerire in passato tanti astri per fortuna tramontati, uscendone fuori profondamente deluso. Tenuto conto dei recenti risultati elettorali in Umbria, la coalizione tra 5 Stelle e partito democratico, realizzata per bloccare la pericolosa avanzata di questo ciclone destrorso, può considerarsi fallita. Ora la maggioranza degli Italiani sembra voler affidarsi a questo novello Zorro per sconfiggere disoccupazione, corruzione, crisi economica, inflazione, criminalità organizzata, evasione fiscale e così via. Come finirà? L’italiano sembra prediligere atteggiamenti teatrali, per poi spazientirsi nel breve. Cerco di respingere, senza peraltro riuscirci, l’idea che si tratti di una patologia di esclusiva origine mediterranea. “Faremo da soli, gli Italiani lo vogliono, prima gli Italiani, cosa ce ne frega dell’Europa!”. La maggioranza degli italiani condividerà questi sfoghi populistici e buffoneschi, avrà finalmente la sensazione di contare qualcosa nel contesto europeo, visto che, come questo novello Zorro pretende di insegnarci, è l’Europa che ha bisogno dell’Italia e non viceversa. A questo punto la commedia si trasformerà in un dramma con un finale nemmeno tanto a sorpresa! Cosa dire?! Sono dell’avviso che con il cartaginese Annibale alle porte, quello autentico, avremmo avuto meno grattacapi!

Traffico in Costiera! Una vergogna senza limiti! Giuseppe Civale

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