Ravello, la lettera del Prof. Barba dell’Università di Salerno sui progressi di Villa Rufolo. Appello aa non far morire i progetti

Ravello, Costiera amalfitana. Pubblichiamo la lettera da parte del prof. Salvatore Barba del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno, in Fisciano, il quale si esprime riguardo la vicenda di Villa Rufolo e Secondo Amalfitano, rivolgendosi al Commissario Felicori, al Direttore Guerra ed al Sindaco del Comune di Ravello.

Il sottoscritto prof. Salvatore Barba del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno – presso cui, per gli anni accademici 2017/18 e 2018/19, è stato co-affidato al Direttore dott. Secondo Amalfitano l’insegnamento di Rilievo dell’Architettura, quale esperto di alta qualificazione nella gestione dei Beni Culturali – rappresenta il proprio stupore e la propria preoccupazione per gli ultimi avvenimenti che hanno interessato Villa Rufolo. Nello specifico colgo l’occasione per ricordare, ai più, il percorso di collaborazione avviato da molti anni tra l’Università degli Studi di Salerno – Dipartimento di Ingegneria Civile e la Fondazione Ravello – Direzione di Villa Rufolo, programma che ha visto anche la collaborazione e il patrocinio del Comune di Ravello, già concretizzatosi in: – la produzione di tre tesi di laurea magistrale in Ingegneria Edile-Architettura “Nuove acquisizioni sui resti della Balnea a Villa Rufolo. Rilievi, indagini documentarie e analisi storica”, “Il bagno arabo di palazzo Trara a Scala. Gli strumenti di rilievo Leica per la conoscenza e “Documentazione digitale per il progetto di riqualificazione architettonica della Chiesa di Sambuco a Ravello”; – la partecipazione dell’Università degli Studi di Salerno alla candidatura di Ravello e della Costa d’Amalfi a capitale della cultura italiana per il 2020 che ha visto la Fondazione Ravello impegnata per il supporto tecnico; – il progetto “Una proposta per la fruizione ampliata di architetture storiche patrimonio dell’umanità. Il caso di Villa Rufolo a Ravello”, nell’ambito dell’omonima ricerca finanziato coi fondi per la ricerca di base dell’Ateneo salernitano e del XXXIII Ciclo del Dottorato in “Rischio e sostenibilità nei sistemi dell’ingegneria civile, edile ed ambientale”; – le due edizioni dei “Laboratori a cielo aperto” svoltesi a Ravello nel 2018 e 2019, con la partecipazione di circa quaranta studiosi di architettura e ingegneria, oltre alle relative giornate di studi internazionali che hanno visto la presenza – anche grazie contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – di docenti della Universidad Nacional de Córdoba e della Universidad Nacional de Rosario (Argentina), della Universidad de Salamanca (Spagna) e della Tshwane University of Technology di Pretoria (Sudafrica). – la pubblicazione del volume “Villa Rufolo. Una scoperta che dura da mille anni”, in cui si avanza una nuova ipotesi sul ruolo rivestito dai Balnea nel relativo contesto e in particolare sulle loro correlazioni con il complesso termale di Villa Rufolo. Diversamente da quanto si desume dalla letteratura sull’argomento si dimostra che i Balnea sono nati come un insieme indipendente e autonomo dalla Villa pur ritrovandosi inclusi oggi nei suoi confini. Tutto ciò, e non solo, grazie soprattutto al coinvolgimento voluto dal Direttore Secondo Amalfitano che da visionario ci ha permesso di mappare e documentare il Complesso Monumentale di Villa Rufolo per mezzo delle più sperimentali tecniche di remote sensing. L’obiettivo promosso dalla sua Direzione, in anticipo alle linee guida nazionali e internazionali, infatti, era – è – quello di implementare un modello HBIM quale innovativo strumento di tutela e valorizzazione di questo straordinario patrimonio dell’Umanità. Mi sento quindi di trasmettervi un appello – per quanto di vostra competenza – a non permettere di stroncare un progetto che, viaggiando sulle gambe di uomini, potrebbe miseramente naufragare, privando Villa Rufolo, Ravello, la Campania di un futuro ancor più roseo del presente già eccellente.

Certo della vostra sensibilità. Distinti saluti,
prof. ing. Salvatore Barba, Ph.D.

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