IN MEMORIA DI ANTONIO BORGESE

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IN MEMORIA DI ANTONIO BORGESE

Non è facile ricordare Antonio; non lo è perché Antonio ha avuto con i Ravellesi quasi una doppia vita: schivo e introverso in pubblico, grande parlatore e estroverso in privato. Di sicuro è stato un concittadino che ha scritto diverse pagine della storia postbellica di Ravello; allorquando il LAVORO, almeno quello ben retribuito e contrattualizzato, era spesso una chimera, Antonio da buon COLLOCATORE è stato sempre vicino al ceto medio basso. Quando condividemmo l’esperienza amministrativa da Consiglieri Comunali di Ravello (lui fu pure Assessore), mi impressionò da subito il suo legame con i concittadini più anonimi e umili di Ravello; Antonio conosceva situazioni familiari e sociali che mai avrei immaginato, e i Ravellesi lo accreditavano della loro fiducia e spesso si affidavano a lui anche per questioni molto diverse dal Lavoro.

Molti lo consideravano “difficile da trattare”, ma la realtà era ben diversa, e lo testimoniava anche il suo rapporto con alcune “personalità” del Paese, fra tutti il suo rapporto con Don Pantalone Amato che Antonio pensò bene di sugellare ed esternare nel libro che gli dedicò dopo la sua morte: “L’uomo e la roccia”. Una roccia fisica che era quella che Don pantaleone scavò per erigere il nuovo Santuario dei Santi Medici Cosma e Damiano, ma anche una roccia metaforica riferita alla tempra e al carattere di Don Pantaleone.

Il mio rapporto con Antonio è stato sempre di grande stima e rispetto reciproco; non intimo e continuo, ma costante, a volte affettuoso e dolce, esattamente come Antonio non appariva ai più; ricordo esattamente quando mi comunicò le sue imminenti nozze con una donna non Ravellese, ci tenne a sottolineare che anche lui, come me, aveva la sua Vittoria, una santa donna che ha avuto l’unico torto di lasciarlo prematuramente con il fardello dei giovanissimi figli da crescere. Da questo punto di vista la Vita non è stata tenera con Antonio riservandogli momenti di profondo dolore.

Oggi, stanco e non più combattivo, Antonio ci ha lasciato raggiungendo la sua Vittoria e il giovane figlio Oscar; di sicuro tutti e tre insieme non faranno mancare l’aiuto ai tre fratelli che oggi li piangono; con loro lo piangono anche quanti hanno potuto conoscere tutto il buono che Antonio si portava dentro

Secondo Amalfitano

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