Eppure un giorno verrai a Vico Equense, un libro per il Boss

Stefano Bianchi, direttore di “Blow up”, dedica a Bruce Springsteen una biografia sui generis, non il solito libro enciclopedico ma una guida ragionata, snella su tutto ciò che conta sapere dell’artista di Freehold, e un invito all’ascolto.
Bruce Springsteen è un cantante del popolo, anzi della working class a cui ha saputo dare voce, cuore e anima. Il ritratto di Bruce Springsteen che emerge dal testo di Bianchi è quello di un italo irlandese legato ai valori della famiglia che crede ostinatamente nell’american dream, nel diritto che ognuno ha al benessere, quello di cui scrive Benjamin Franklin nella costituzione americana, e Gaetano Filangieri amico di Franklin, che riposa nell’ex cattedrale di Vico Equense avrebbe aggiunto “alla felicità”. Be’ speriamo un giorno di vedere Springsteen cantare una delle sue canzoni dedicate al Diritto alla Felicità a Vico Equense la città di suo nonno Antonio Zerilli e mamma Adele.

– Certo, la storia della musica pop e rock è colma di testi che non significano niente (la stragrande maggioranza è spazzatura d’uso) e che per traslazione, trasfigurazione, amore, ignoranza, dabbenaggine, abilità o altro vengono interpretati da chi li assorbe come simbolismi arcani, profezie visionarie o messaggi filosofici. Ma mai come in Springsteen certe banalità, certe frasi fatte da diario liceale, certe grossolane citazioni di saggezza popolare made in USA sono diventate innodici, epici, straripanti, accorati, melodrammatici inni al più positivo vitalismo e alla più solida vitalità dell’american dream; o magari profezie millenaristiche sui destini dell’umanità, che sono allo stesso tempo anche sommari autodafé nei confronti di quell’umanissima remissività, incertezza e debolezza umana, di quelle complicanze e complessità della vita, del pensiero e della realtà che lo stesso Springsteen altrove sa dipingere così bene. Ecco: la sua mitopoiesi sta nell’elastica distanza che riesce magicamente a mantenere tra il sublime, il verosimile e la merda”.
Dal testo di Stefano Bianchi “The Prmised Man” (Tutte edizioni, 2019)

segnalazione a cura di Luigi De Rosa

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