16 settembre 2019

Era maggio a Castelraimondo, nelle Marche, quando durante un concerto degli Stadio, Gaetano Curreri è caduto sul palco e si è rotto un femore. “L’infortunio l’ho assorbito ottimamente”, dice oggi. “All’inizio mi avevano dato quattro mesi di prognosi, ma per me sarebbe stata una condanna terribile. Mentre ero al pronto soccorso avevo guardato il medico e gli avevo detto ‘io in un mese vado sul palco’ e lui mi aveva fatto l’occhiolino. Ecco, in ventidue giorni sono tornato in scena”. Fermare Gaetano e gli Stadio è sostanzialmente impossibile: sono più di quaranta anni che la band calca le scene, con un successo che, tra i naturali alti e bassi delle diverse stagioni, è stato sempre grandissimo.

Successo confermato dall’ultimo singolo, Tu sei l’amore di cui hai bisogno, che è stato uno dei più apprezzati e attesi dei concerti estivi del gruppo, e che viene in questi giorni ristampato in una versione colorata per celebrare un’altra ristampa, quella in doppio vinile di uno dei loro album più celebrati, Stadio Mobile Live, album che ha dato il titolo anche al nuovo tour Stadio Mobile Live 4.0, partito lo scorso giugno e ancora in corso, con le prossime date previste a Rende (26 settembre), a Piano di Sorrento (29 settembre), e un calendario ancora in aggiornamento.

E per non farsi mancare nulla Gaetano Gurreri è stato inoltre impegnato nella scrittura del nuovo inedito di Emma Marrone, Io sono bella, scritto dallo stesso Curreri e da Vasco Rossi, con la collaborazione dei due giovani autori Gerardo Pulli e Piero Romitelli, ed è al lavoro sul nuovo album della band. Chissà se Curreri conosce davvero il segreto del suo successo. “No, magari lo sapessi. So di essere stato fortunato”, dice lui, “perché le canzoni che ho scritto non le ho cantate solo io, se fosse stato così sarebbero rimaste a un pubblico determinato. Invece questi grandi personaggi che le hanno cantate, da Dalla Vasco, ma anche a Loredana Bertè e tanti altri, mi hanno dato una visibilità e un onorificenza. E poi c’è la gente, che ama le nostre canzoni ed è incredibilmente emozionante sentirli cantare con noi tutte le sere, sono momenti talmente carichi di vita che non saprei cosa fare senza. Di certo sembrerei piu vecchio, avrei i piu capelli banchi e non avrei sistemato il femore in ventidue giorni”. Curreri alla fine, se ci è consentito dirlo, ha un superpotere, quello di saper mettere insieme parole e musiche che muovono il cuore di chi ascolta, con canzoni che, chiunque le abbia cantate, hanno fatto un pezzo di storia italiana. “Un superpotere? Un mio amico direbbe ‘una gloria da stronzi’ piuttosto. Scherzi a parte è ovviamente una cosa incredibile quando quello che scrivi diventa parte della vita della gente. È la magia della canzone e si rinnova ogni volta”.

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Stadio Mobile Live 4.0 è uno spettacolo antologico, gli Stadio propongono la loro storia, i loro successi, con una leggerezza e una forza degna della loro storia quarantennale, quattro decenni che hanno permesso a Curreri, senza seguire le mode, di non andare mai fuori moda: “Si, è una caratteristica delle nostre canzoni, non seguiamo le tendenze, non scimmiottiamo nessuno, cerchiamo di fare le nostre cose con passione e onestà. E il bello è che anche il pubblico più giovane ci segue, o gli artisti delle nuove generazioni. Qualche settimana fa è venuto a Bologna Achille Lauro, perché mi voleva conoscere, mi ha detto che è cresciuto con le nostre canzoni, è stata una cosa molto bella”.

Ma c’è una canzone, nel grande repertorio degli Stadio, alla quale Curreri è particolarmente legato? “Si, non ho dubbi, è “Chiedi chi erano i Beatles”, che ho scritto con Roberto Roversi. Sempre quella. C’è un uomo grande in quella canzone, Roberto Roversi, una persona molto viva in questa città che è Bologna e nella cultura della canzone d’autore. Quando scriveva un testo, una poesia, sapeva che le parole avevano un valore, ogni singola parola, limata, aggiustata, decine, centinaia di volte. Antonio, il nipote libraio, ha trovato un’agenda con tutto il percorso di scrittura della canzone, 365 giorni di parole per arrivare alla stesura finale. Un lavoro pazzesco, minuzioso, scientifico, fatto da un uomo che stava chiuso tra libri che considerava degli oggetti vivi, uno scienziato della parola. Tutte le volte che canto quella canzone mi si riempie il cuore”.

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L’instancabile e inarrestabile Curreri, comunque, non si ferma mai e accanto al lungo tour degli Stadio è anche impegnato nella scrittura di nuove canzoni: “Progetti veri ancora non ne no”, sottolinea, “sto scrivendo molto insieme a Gerardo Pulli, che è una pepita d’oro, recupero cose che avevo nel cassetto e me le vado a riascoltare, poi il resto lo lascio all’immaginazione e alla perspicacia di chi lavora con me, persone abili e appassionate. L’unico grande progetto che ho è andare avanti, di certo finché avrò delle canzoni da far ascoltare avrà un senso che io salga sul palco o che trovi un’amica come Loredana a cui farle cantare”.