La gentilezza dell’ospite nasce dal basso…

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Lo scrivo subito, così non mi dimentico nella foga di scrivere, questo articolo è dedicato a Tonino, Alessandro, Salvatore, Biagio e tutto il personale dell’Hotel Continental e del Bellevue Syrene di Sorrento. Gli Hotel in questione sono in Piazza della Vittoria, dotati di vista mozzafiato sul Golfo di Napoli. Occupano una posizione centrale a pochi metri dal lungomare e si trovano a ridosso dalla piazza principale, Piazza Tasso, e dalla Stazione Ferroviaria di Sorrento. Essere ospitati è una gran bella cosa, ma, al pari, rendere pubblico il dono ricevuto. Da poco ho il grande onore di essere stato nominato segretario del prestigioso e storico Istituto di Cultura “Torquato Tasso” di Sorrento e con orgoglio ho scoperto che i proprietari dell’Hotel Bellevue Syrene e dell’Hotel Continental mettono a disposizione le loro sale per permettere lo svolgimento delle nostre conferenze, spesso ospitando gratuitamente i nostri relatori e conferenzieri, mettendo a disposizione dei partecipanti sempre un ricco buffet. Abito a Sorrento da più di sette lustri e, come tanti, potevo solo guardare da fuori questi prestigiosi hotel, quindi immaginate la mia gioia quando ho potuto varcarne la soglia. Ma il motivo di questo mio articolo è perché lo devo a tutti coloro che lavorano nel mondo alberghiero e della ristorazione. Sono come i motoristi della navi da crociera: chi li conosce? Eppure senza di loro le fastose navi non potrebbero solcare i mari. Così il mondo dell’accoglienza ruota intorno alle migliaia di donne e uomini che rendono Sorrento meta agognata nel mondo. Per qualsiasi località turistica l’ospitalità è indubbiamente condizione necessaria, però non è sufficiente affinché una destinazione sia anche accogliente. Ed ecco che da studioso e “meridionale” cerco di spiegare il mio grazie alle maestranze sorrentine. Nel mondo dell’antica Grecia il visitatore, il forestiero, era portatore di una presenza divina. L’ospitalità era regolata da veri e propri riti sacri, e, ove possibile, della reciprocità di doni. È interessante sapere che in italiano ci sia un’unica parola, «ospite», per dire colui che ospita e colui che è ospitato. L’ospite ospitante era tenuto al primo gesto di accoglienza e, nel congedarlo, consegnava un altro regalo all’ospite ospitato, il quale dal canto suo doveva essere discreto e so-prattutto riconoscente. L’ospitalità non è un «dare e avere»: è un rapporto. Se ricordate le vicende di Ulisse, al forestiero che si accoglieva non veniva chiesto né il nome né l’identità, perché era sufficiente trovarsi di fronte a uno straniero in condizione di bisogno affinché scattasse la legge dell’ospitalità. La legge fondamentale della convivenza pacifica tra i popoli, legata alla reciprocità delle relazioni d’accoglienza era alla base delle alleanze tra persone e comunità. Non so se Tonino, Alessandro, Salvatore, Biagio abbiano mai letto la Bibbia o conoscono la storia di Abramo e Lot ma nella Lettera agli Ebrei 13,2, sta scritto: «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo». Le piccole cose preparano alle grandi, non mi meraviglio, quindi, se i proprietari e i direttori del Continental e del Bellevue Syrene sono così ospitali… Grazie a nome mio personale, del Presidente Luciano Russo e del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto di Cultura “Torquato Tasso”.
Aniello Clemente

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