In corso a Roma la “NeoRural Futures”:Innovazione e biodiversità matrimonio possibile

È Roma la città scelta dal Consorzio internazionale Speculative Edu per ospitare la “NeoRural Futures”, la prestigiosa summer school internazionale sul futuro. Partner nazionale la task force RuralHack del programma di ricerca azione Societing 4.0 dell’Università Federico II° di Napoli . La Task Force RuralHack si occupa da anni di indagare  la possibilità di far convivere insieme il meglio dell’innovazione con il patrimonio di biodiversità che fa grande l’agricoltura italiana.

Il progetto, iniziato il 2 settembre si concluderà il 6, e ha visto in questa edizione

100 iscritti da tutto il mondo (fra Europa, USA, Cina, Palestina, Brasile, Russia, Messico, Turchia, India, Israele, Sudafrica), 40 partecipanti selezionati, 5 giorni intensivi di workshop e un evento-mostra aperto al pubblico a ingresso gratuito per scoprire cinque possibili futuri della ruralità al centro di cambiamenti globali – fra clima, migrazioni, innovazioni tecnologiche.

Co-direttore Scientifico della Summer School, insieme con Oriana Persico e Salvatore Iaconesi di HER – Human Ecosystems Relazioni (Italia), è Alex Giordano, docente di Trasformazione Digitale presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II° di Napoli, recentemente nominata tra i Competence Center del Piano Nazionale Impresa 4.0. Lo scienziato Cavese è tra i pionieri italiani della cultura digitale e da qualche anno è coordinatore di diversi programmi di ricerca/azione volti a far dialogare la ricerca scientifica e tecnologica con comunità e le PMI.

La summer school ha un duplice l’obiettivo: da un lato, indagare pratiche e approcci emergenti di design fiction, near future, speculative, critical design. Dall’altro, realizzare un libro di testo e un toolkit online che renda  la ricerca accessibile a docenti, professionisti, studenti e comunità.

Il ritorno alla terra, dettato dal mutamento di aspirazioni e priorità all’insegna del downshifting ovvero dalla discontinuità rispetto ad un modello economico che ormai si sta sgretolando, è un argomento quanto mai attuale e che ha molti punti di congiunzione con l’etica hacker ed è per questo motivo che con RuralHack ci prendiamo cura di creare un ponte tra questi due mondi. Oggi il mondo si trova ad affrontare nuove sfide, di complessità aumentata, e l’unione della robotica con l’agricoltura può aiutarci a vedere in maniera meno ottusa le sfide della sostenibilità economica, sociale ed ambientale legate al cibo” – afferma Alex Giordano. – I Cambiamenti climatici sono ormai evidenti  ed è giunto il momento di ripensare l’intero sistema alimentare tramite un approccio più aperto e collaborativo, dove il cibo anche grazie a piccole/grandi tecnologie non subisce intermediazioni e non deve percorrere enormi distanze prima di giungere al consumatore. Quest’ultimo non rappresenta più l’ultimo anello della catena, ma è un decison maker sempre più influente nei processi produttivi e un attore consapevole che giudica l’esperienza di vendita diretta in termini di valore aggiunto per la sua identità di consumo (storia, tradizione, qualità, impatto ambientale, legame al territorio”.

A Roma, al terzo piano del RUFA Space nello storico Pastificio Cerere, i partecipanti  guidati da un team transdiciplinare di tutor e coordinatori e dal team del programma di RualHack Pina Caliento ed Afi Sodarsono e le mentor del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II° di Napoli Dana Cappiello e Francesca Bosio, indagheranno le trasformazioni della ruralità in relazione a fenomeni globali per creare scenari futuri, utilizzando gli approcci emersi dalla ricerca.

L’immaginazione, il pensiero critico, l’uso del design come media: adottare le pratiche dello speculative design aumenta la consapevolezza, provoca azioni, apre discussioni e ha il potenziale per mostrare alternative e cambiamenti positivi, che sono urgenti necessari nel mondo di oggi. L’elevato numero di partecipanti, sia per il primo workshop del progetto che si è svolto a Maribor sia per la summer school di Roma e il network che si sta creando intorno al progetto, mostrano grande interesse e potenziale per le pratiche critiche di design orientate al futuro. C’è uno spazio chiaro per ripensare i programmi educativi, in particolare nel contesto universitario in cui prevale una visione del design orientata al mercato con scarsi ancoratti alle prative e alla riflessione critica”, commenta Ivica Mitrović, professore alla Arts Academy University of Split, istituzione a capo del consorzio Speculative Edu.

I concept elaborati nei cinque giorni  di workshop saranno trasformati dai partecipanti in una mostra aperta al pubblico, che concluderà la summer school e che consentirà ai visitatori di di immergersi in un futuro prossimo, toccando con mano gli effetti della trasformazione.

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