Cellulari in classe. Una trentina i ragazzi sospesi in provincia di Salerno

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Sospesi per aver utilizzato impropriamente il cellulare in orario scolastico. Nel Salernitano fino a giugno sono risultati destinatari di sospensione 30 studenti di varie età alle scuole superiori. Interessati principalmente ragazzi delle classi intermedie, dove la mancanza di educazione sull’uso corretto degli smartphone diventa la principale causa di provvedimenti disciplinari. Il dato arriva dalle segreterie degli istituti e dall’amministrazione scolastica. È una vera e propria emergenza educativa di fronte a cui le scuole sono chiamate a dare risposte e a correre ai ripari. I consigli di classe fino ad oggi hanno applicato sanzioni disciplinari secondo quanto previsto dai regolamenti di istituto. Il massimo della sospensione irrogata è stata di 10 giorni, mentre il minimo è stato di 3 giorni.
L’INTERVENTO
E nei giorni in cui il mondo della scuola si interroga su quanto accaduto al liceo Regina Margherita – dove una serie di video virali in rete immortalano una professoressa derisa da alunni scende in campo l’Ufficio scolastico regionale. Pronta una task force in tutte le scuole che vedrà in azione anche la Polizia Postale per sensibilizzare i ragazzi. La direttrice generale, Luisa Franzese, ha inviato una circolare a tutte le scuole della Campania per mettere in guardia i presidi sui rischi dell’uso dei cellulari degli alunni e delle nuove tecnologie. Studenti e docenti «sono invitati a riflettere sul loro approccio alla sicurezza online e ad un uso positivo delle tecnologie digitali nella didattica e nell’ambiente scolastico», scrive la Franzese nella circolare inviata a tutti i dirigenti scolastici. Gli istituti dovranno identificare «i propri punti di forza e debolezza, nonché gli ambiti di miglioramento e le azioni da adottare». Il progetto di sensibilizzazione denominato «Generazioni connesse» punta alla educazione e formazione per contrastare i fenomeni del bullismo, del cyberbullismo e di educazione ad un uso corretto e consapevole della rete e delle nuove tecnologie.
LO SCENARIO
L’uso sbagliato di cellulari e smartphone ha già causato nel Salernitano più di 30 sospensioni tra il 2018 e il 2019. Casi registrati nelle scuole superiori. Foto, registrazioni, scambi di battute offensive e bullismo: il cellulare a scuola è diventato un’arma se non si sa utilizzarla. E i presidi sono in allarme. Da qui il via alla task force coordinata dal Miur, in partenariato col Ministero dell’Interno-Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, oltre a Save the Children Italia e Telefono Azzurro. Stando a quanto si legge dalla circolare dell’Ufficio scolastico regionale, il progetto riguarda tutti gli studenti dalla scuola primaria alle scuole superiori. Via libera quindi ad attività di formazione (online e in presenza) rivolte in maniera specifica alle comunità scolastiche (insegnanti, alunni, genitori, educatori) che intraprenderanno un percorso dedicato. Previste anche attività di informazione e sensibilizzazione realizzate dalla Polizia di Stato che, insieme ad una compagnia teatrale, visiterà le scuole approfondendo i temi della sicurezza in rete con l’aiuto dell’arte teatrale. Il piano rivolte alle scuole campane prevede anche il rafforzamento di due Hotline di Telefono Azzurro e di Save the Children riservate agli utenti della rete per segnalare la presenza online di materiale pedopornografico. I beneficiari di tali azioni si apprende dalla circolare della Franzese saranno bambini e adolescenti dai 6 ai 18 anni, oltre ad educatori e docenti, insieme ai genitori. L’obiettivo è «creare le condizioni per un ambiente online più sicuro e a tutela dei più giovani». Il caso dei video virali filmati al Regina Margherita e messi in rete da ignoti hanno scosso il mondo della scuola locale e nazionale. Tutto questo mentre al liceo di via Cuomo si punta a ritornare alla normalità. La preside Angela Nappi ha annunciato che il suo liceo sarà tra i primi a partecipare alla campagna di sensibilizzazione e di formazione promossa dall’amministrazione scolastica. Gianluca Sollazzo, Il Mattino

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