A Ravello la presentazione del libro di Antonio Scurati “M” e conferimento della cittadinanza onoraria
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Questo pomeriggio, nell’ incantevole cornice dei giardini del monsignore, Antonio Scurati, scrittore vincitore del Premio Strega 2019 e docente universitario, ha presentato al pubblico della città della musica la sua ultima fatica letteraria: “M”, romanzo sulla figura di Mussolini. L’opera letteraria, come precisato, dall’autore, l’ha impegnato per ben otto anni, per la pubblicazione, per la prima volta in letteratura, di un romanzo su una figura tanto controversa e dibattuta, non solo dagli storici.
Scurati ha manifestato la sua forte emozione per il conferimento della cittadinanza onoraria che ritiene un riconoscimento all’ uomo e al bambino che amava trascorrere giornate spensierate a Ravello. La Costiera è un luogo di bellezza paesaggistica unica ,grazie anche all’intervento dell’uomo che ha realizzato i classici terrazzamenti, che devono essere però tutelati e conservati per le future generazioni e non lasciati nell’incuria, ha rimarcato lo scrittore. Paolo Imperato, ex sindaco di Ravello e Presidente di Ravello Nostra, ha sottolineato che la cittadinanza onoraria ribadisce il forte legame di Scurati alla città di Ravello.
Presentando il romanzo, l’autore precisa che l’opera ha inizio dalla fondazione dei fasci di combattimento per giungere all’esecuzione di Giacomo Matteotti. Pur nella forma di un romanzo, nulla è inventato ma tutto documentato nelle pagine dello stesso. Scurati ha precisato che un libro come “M” è stato possibile pubblicarlo solo ai nostri giorni perché è caduta la pregiudiziale ideologica sul personaggio. Gli attuali politici addirittura lucrano sulla sua figura e gli ammiccano. Salvini è solo un esempio. Scurati, però a domanda diretta, dichiara di non avere dubbi sulla mancanza di analogia tra Mussolini ed i politici attuali. Impensabile un nuovo “M”. La stella, l’obiettivo finale del Duce era la conquista del potere e a tal fine da socialista svoltò a destra, da fiero anticlericale si sposò con cerimonia religiosa ma soprattutto tramutò la paura in odio, soffiando sui timori di un popolo. Giacomo Matteotti fu l’unica voce di denuncia di un clima di violenza e per questo fu rapito in pieno giorno mentre si recava in Parlamento e giustiziato . Il mondo della cultura come lo stesso Benedetto Croce non capirono cosa stesse accadendo.