RAVELLO. APPELLO AL PRESIDENTE MATTARELLA DI SECONDO AMALFITANO

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APPELLO AL PRESIDENTE MATTARELLA

Ravello, Costiera amalfitana . Da moltissimo tempo evito qualsiasi commento politico; ma credo che sia giunto il momento di risvegliare il senso civico che è in ciascuno di noi e rendere pubblico il mio pensiero.

Che l’Italia stia attraversando il periodo più buio, complesso e difficile della sua storia repubblicana recente, è fuori discussione; che tale periodo sia ulteriormente complicato da una situazione politico-economica internazionale complessa e dura, è altrettanto fuori discussione.

Orbene, dal mio piccolo e modesto osservatorio personale, cosa vedo? Con buona pace di qualche singolo, vedo un teatrino indegno finanche dei peggiori Paesi Terzi; tutti i Partiti, e sottolineo un TUTTI grande quanto un grattacielo grande, anziché pensare al bene e agli interessi del Paese, si muovono pensando solo agli interessi di parte e, in qualche caso, personali. Partendo da sinistra, vedo un LEU libero fin troppo, ma uguale a tutti gli altri nel tentativo di accreditarsi da qualche parte, qualunque essa sia; il PD è soffocato fra le due maggioranze, quella partitica di Zingaretti e quella parlamentare di Renzi, che cercano entrambe di appropriarsi della quota altrui; i Pentastellati son intontiti dal crollo di consensi, preoccupati dalla loro stessa autoregolamentazione, e alla ricerca dello spot salvifico e del predellino vincente; FI tenta di frenare la discesa vorticosa di consensi facendo concorsi “per titoli ed esami” per la scelta di leader e, nel frattempo, altalenando fra un ammiccamento e un’alzata di scudi; la Lega cerca solo di trasformare l’altissima percentuale dei sondaggi, in altrettanto altissima percentuale di parlamentari, ma con un Capitano che segna il passo e perde colpi; FdI è alla caccia della Destra perduta, ma per ora tenta di recuperare delusi e illusi; tanti Parlamentari, sciolti e non, che annusano l’aria per cogliere la folata di vento giusto.

La Costituzione è alla ricerca di una identità oramai massacrata da riti e liturgie che neppure la più fantasiosa fra le tante Prime Repubbliche osava immaginare.

Mattarella è cauto, troppo cauto, inutilmente cauto, anche se a sprazzi caustico, ma in dose pediatriche.

In questo squallido scenario cosa fare? Bisogna almeno tentare di riportare il paese al 3 settembre 1945, al giorno dopo la fine ufficiale della Seconda Guerra Mondiale. Allora macerie fisiche, materiali ed economiche, oggi macerie morali ed ideologiche; come allora dovremmo riscoprire il senso del Paese Italia e la voglia degli Italiani di riemergere. Per questo mi permetto di rivolgere all’unico baluardo che la Costituzione individua, al nostro Presidente della Repubblica un appello:

Urla Mattarella! Leva la Tua voce! Fai il Presidente che serve al Paese in questo momento. Ispirati nella sostanza a De Nicola e a Einaudi, caccia fuori il piglio di Pertini, usa il piccone di Cossiga (ma solo quello), e difendi l’Italia e gli Italiani da questa ondata di effluvi nauseabondi.

Con rispetto costituzionale, un Cittadino Italiano che ancora crede nella RES PUBLICA e nella DEMOCRAZIA.

Ravello 17 agosto 2019

Secondo Amalfitano

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