Capri. Sul recente mancato intervento dell’elisoccorso parlano il comandante Persicone ed il dott. Perillo per chiarire quanto accaduto

Capri. Venerdì scorso si è registrato il grave episodio di un paziente che necessitava di un trasporto urgente al Cardarelli e del mancato arrivo dell’elisoccorso a causa di un guasto improvviso al mezzo. Il servizio di elisoccorso per un’isola, in questo caso Capri, è di vitale importanza e dovrebbe essere operativo 24 ore su 24, a tutela del diritto alla salute. Ma questo non sempre avviene per vari motivi, ad esempio le avverse condizioni meteo nel periodo invernale. Ma spesso il tempo in cui si riesce a raggiungere un ospedale sulla terraferma può rappresentare la sopravvivenza o meno di un paziente. Su quanto accaduto e sulla questione dell’elisoccorso in generale sull’isola azzurra è intervenuto il comandante Mario Persicone, direttore operativo di Elilombardia, ossia la società che gestisce il servizio. Ecco le sue parole: “L’ eliporto di Capri da ben ben due anni è stato declassato a semplice struttura di atterraggio dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) per inottemperanze alle prescrizioni necessarie alla sicurezza operativa vietando di fatto gli atterraggi notturni. Il comune di Anacapri, competente per territorio, in una riunione in Prefettura due anni fa, assicurò tutti i presenti che entro il mese di settembre di quell’anno avrebbe eseguito i lavori necessari per permettere l’operatività notturna dell’elisoccorso. Nulla è cambiato da allora e noi, compresi i piloti, malgrado i rischi, ci siamo assunti la responsabilità di intervenire in notturna per casi di primaria necessità per assicurare tranquillità sociale e sanitaria sull’intera isola soprattutto nei casi di estrema gravità. “Per quanto riguarda poi l’episodio di venerdì sera che ha ‘costretto’ il pilota a ritornare alla base di partenza per non mettere a rischio la vita dei quattro occupanti del velivolo, ribadisco che si è trattato di un guasto tecnico ampiamente relazionato alla centrale operativa”. Sulla vicenda è intervenuto anche il dott. Gabriele Perillo, rianimatore Herms in servizio sull’elisoccorso, accusato di aver inizialmente rifiutato di accompagnare il paziente arrivato al molo Beverello con l’idroambulanza. Il dott. Perillo, che svolge da tantissimi anni il servizio di volontariato Herms, ha precisato: “Ero sull’elicottero decollato da Napoli ed a metà strada il comandante ha deciso di ritornare al Cardarelli dove ha convocato un tecnico specialista per tentare di riparare il guasto. Sono rimasto a disposizione come rianimatore Hems. Una volta che l’avaria si è dimostrata difficile da risolvere immediatamente, mi sono deciso ad andare al molo Beverello dove ho atteso venti minuti l’arrivo dell’idroambulanza e non è assolutamente vero di avere ceduto alle richieste di accompagnamento del malato dopo telefonate dei carabinieri (non so se esiste un verbale e a quale reparto appartenesse il militare). Per quanto riguarda il nostro operato di rianimatori Hems per non aggravare la situazione precaria che si è creata, nell’ambito dell’area critica, per mancanza di personale sanitario specializzato, i rianimatori Hems stanno contribuendo, con un surplus di lavoro alla buona sanità, assistendo i pazienti oltre che sull’elicottero anche in ambulanza rianimativa per accompagnarli verso gli ospedali a cui sono destinati”.

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