San Camillo, il patrono degli infermi . Un pensiero a loro, la preghiera al medico della tenerezza

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    Oggi 14 luglio si festeggia San Camillo. Nome a noi molto caro . Vanno gli auguri a chiunque porta il suo nome e la nostra vicinanza agli infermi che gli sia sollievo dal dolore e che possa regalargli un sorriso che mai deve mancare .. un giorno senza sorriso è un giorno perso..
    Ma chi era Camillo?

    Nato a Bucchianico, in Abruzzo, il 25 maggio del 1550, san Camillo diventa dopo la conversione l’emblema della dedizione verso i malati, a cui si dedica con ogni energia. Con questo obiettivo fonda, nel 1586, la Compagnia dei Ministri degli Infermi, creando nella Roma dell’epoca una vera e propria “rivoluzione sanitaria”, in particolare ridando decoro e sicurezza alle persone che assisteva e ai luoghi che li accoglievano. Oggi la sua eredità è più attuale che mai, proprio “nel dare dignità e assistenza a quanti soffrono, anche se colpiti da malattie terminali o giudicate inguaribili” come spiega padre Gianfranco Lunardon, segretario generale dei Camilliani.

    La tenerezza di san Camillo cara a Papa Francesco
    Padre Lunardon ha ricordato l’udienza in Vaticano del Santo Padre alla Famiglia Camilliana, tenutasi nella sala Clementina lo scorso 18 marzo. Proprio in quell’occasione Francesco ricordò il punto cruciale delle missioni dell’Ordine, ovvero la vicinanza ai malati e alle loro sofferenze. “Il Papa – racconta – ci ha raccomandato l’importanza e il valore della tenerezza, quindi anche il concetto che la dignità della persona rimane inalterata, anche quando si trova in una fase terminale o di gravissima malattia. Nei momenti difficili della vita – spiega il padre camilliano – io divento così custode di mio fratello e custodisco la sua dignità”.

    “Il magistero di Papa Francesco su questi temi – sottolinea padre Lunardon – è sempre stato caratterizzato da parole e azioni. Il Santo Padre, infatti, ha più volte parlato del significato delle lacrime, che sono un filtro per vedere e leggere il mondo così come è e di rispondere in modo adeguato”. Un aspetto, questo, che si ricollega bene all’eredità di san Camillo, poiché i Ministri degli Infermi “erano chiamati ‘i padri della buona morte’ e il fondatore ha sempre sottolineato che la nostra nuova frontiera – spiega Lunardon – dovevano essere i tuguri e gli ospedali romani dove i malati morivano di stenti e in solitudine”. Insegnamenti, quindi, che si ricollegano alla prossimità, all’empatia e “all’esercizio dell’umanità, giorno dopo giorno”

    L’eredità di san Camillo: accoglienza, premura e disponibilità
    Oggi, 14 luglio, ricorrenza di san Camillo, il Vangelo del giorno ci parla della storia del buon Samaritano “ed è quasi una coincidenza provvidenziale – spiega il segretario generale – poiché il messaggio del nostro fondatore può essere ben riassunto proprio in quel brano: va e fa anche tu lo stesso”. San Camillo, infatti, consegnò ai suoi fratelli “la cosiddetta via dei carrettieri, cioè la via semplice dell’accoglienza, della disponibilità, della cura e della premura. Tutte quelle indicazioni, quindi, con cui il Samaritano si fa avanti verso colui che ha bisogno”. Tra l’altro rovesciando la prospettiva, poiché “non sono io che scelgo il prossimo ma è il prossimo che sceglie me”.

    L’attività dei Camilliani nel mondo
    Gli insegnamenti e l’eredità di san Camillo de Lellis, dal ‘500 fino ad oggi, si sono propagati fino ad arrivare in molte zone e periferie del mondo. I Ministri degli Infermi sono infatti presenti “in 39 Paesi in tutti i cinque continenti”. In Europa continua la tradizione storica dell’Ordine, ovvero l’assistenza religiosa negli ospedali che, come spiega padre Lunardon, “si traduce in prossimità, empatia ed evangelizzazione”. In altre realtà geografiche, invece, come l’Africa, l’Asia e il Sud America, c’è una risposta ancora più pragmatica con la presenza “di missioni, ospedali e centri clinici, ovviamente proporzionati alle risorse di quei Paesi, ma allo stesso tempo cercando di offrire una risposta sanitaria di qualità e dignitosa perché ci rifacciamo sempre al monito di san Camillo quando disse che dietro quegli stracci, dietro quella malattia c’è sempre una persona con la sua dignità, che è una scintilla divina”.Tu che per tutta la vita ti sei dedicato con bontà e amore all’assistenza degli infermi, portando a tutti consolazione e speranza, ottienici la grazia di riconoscere Gesù nel nostro prossimo sofferente e di servirlo con grande generosità di cuore.

    Preghiera potente a San Camillo de Lellis per i sofferenti
    O glorioso S.Camillo,che Ti sei dedicato alla cura degli ammalati per servire in essi la persona di Cristo sofferente e piagato,e li assistevi con la tenerezza di una madre accanto al suo unico figlio,proteggi con altrettanta carità noi,che ora T’invochiamo,perchè afflitti da grande necessità. Padre Nostro : Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. Ave Maria : Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. Gloria : Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.

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    San Camillo,consolatore dei sofferenti,che Ti stringevi al petto i più deboli e abbandonati;che Ti inginocchiavi davanti a loro come di fronte a Cristo Crocifisso,e piangevi dicendo: “Signore mio,anima mia, cosa posso fare per te?”, intercedi per noi da Dio la Grazia di servirlo in santità di mente e di cuore.

    Padre Nostro : Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

    Nato a Bucchianico, in Abruzzo, il 25 maggio del 1550, san Camillo diventa dopo la conversione l’emblema della dedizione verso i malati, a cui si dedica con ogni energia. Con questo obiettivo fonda, nel 1586, la Compagnia dei Ministri degli Infermi, creando nella Roma dell’epoca una vera e propria “rivoluzione sanitaria”, in particolare ridando decoro e sicurezza alle persone che assisteva e ai luoghi che li accoglievano. Oggi la sua eredità è più attuale che mai, proprio “nel dare dignità e assistenza a quanti soffrono, anche se colpiti da malattie terminali o giudicate inguaribili” come spiega padre Gianfranco Lunardon, segretario generale dei Camilliani.

    La tenerezza di san Camillo cara a Papa Francesco
    Padre Lunardon ha ricordato l’udienza in Vaticano del Santo Padre alla Famiglia Camilliana, tenutasi nella sala Clementina lo scorso 18 marzo. Proprio in quell’occasione Francesco ricordò il punto cruciale delle missioni dell’Ordine, ovvero la vicinanza ai malati e alle loro sofferenze. “Il Papa – racconta – ci ha raccomandato l’importanza e il valore della tenerezza, quindi anche il concetto che la dignità della persona rimane inalterata, anche quando si trova in una fase terminale o di gravissima malattia. Nei momenti difficili della vita – spiega il padre camilliano – io divento così custode di mio fratello e custodisco la sua dignità”.

    “Il magistero di Papa Francesco su questi temi – sottolinea padre Lunardon – è sempre stato caratterizzato da parole e azioni. Il Santo Padre, infatti, ha più volte parlato del significato delle lacrime, che sono un filtro per vedere e leggere il mondo così come è e di rispondere in modo adeguato”. Un aspetto, questo, che si ricollega bene all’eredità di san Camillo, poiché i Ministri degli Infermi “erano chiamati ‘i padri della buona morte’ e il fondatore ha sempre sottolineato che la nostra nuova frontiera – spiega Lunardon – dovevano essere i tuguri e gli ospedali romani dove i malati morivano di stenti e in solitudine”. Insegnamenti, quindi, che si ricollegano alla prossimità, all’empatia e “all’esercizio dell’umanità, giorno dopo giorno”

    L’eredità di san Camillo: accoglienza, premura e disponibilità
    Oggi, 14 luglio, ricorrenza di san Camillo, il Vangelo del giorno ci parla della storia del buon Samaritano “ed è quasi una coincidenza provvidenziale – spiega il segretario generale – poiché il messaggio del nostro fondatore può essere ben riassunto proprio in quel brano: va e fa anche tu lo stesso”. San Camillo, infatti, consegnò ai suoi fratelli “la cosiddetta via dei carrettieri, cioè la via semplice dell’accoglienza, della disponibilità, della cura e della premura. Tutte quelle indicazioni, quindi, con cui il Samaritano si fa avanti verso colui che ha bisogno”. Tra l’altro rovesciando la prospettiva, poiché “non sono io che scelgo il prossimo ma è il prossimo che sceglie me”.

    L’attività dei Camilliani nel mondo
    Gli insegnamenti e l’eredità di san Camillo de Lellis, dal ‘500 fino ad oggi, si sono propagati fino ad arrivare in molte zone e periferie del mondo. I Ministri degli Infermi sono infatti presenti “in 39 Paesi in tutti i cinque continenti”. In Europa continua la tradizione storica dell’Ordine, ovvero l’assistenza religiosa negli ospedali che, come spiega padre Lunardon, “si traduce in prossimità, empatia ed evangelizzazione”. In altre realtà geografiche, invece, come l’Africa, l’Asia e il Sud America, c’è una risposta ancora più pragmatica con la presenza “di missioni, ospedali e centri clinici, ovviamente proporzionati alle risorse di quei Paesi, ma allo stesso tempo cercando di offrire una risposta sanitaria di qualità e dignitosa perché ci rifacciamo sempre al monito di san Camillo quando disse che dietro quegli stracci, dietro quella malattia c’è sempre una persona con la sua dignità, che è una scintilla divina”.

    PREGHIERA A SAN CAMILLO

    Ave Maria : Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

    Gloria : Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.

    O Santo Patrono degli ammalati,che Ti rivelasti angelo inviato da Dio,quando gravi calamità colpirono le terre d’Italia,e tutti trovavano in Te il fratello e l’amico fedele,non abbandonarci ora, affidati dalla Chiesa alla tua celeste protezione.Sii ancora per noi l’angelo del Signore che continua a vegliare sulla nostra famiglia,tormentata dal dolore.

    Padre Nostro : Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

    Ave Maria : Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

    Gloria : Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen. . .

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