Lettere. Sequestro al resort Paradiso, ma le feste continuano

La lottizzazione abusiva di un’intera porzione di territorio a cui «conferire un nuovo assetto». È questa l’accusa mossa dalla Procura di Torre Annunziata ai titolari del Resort Paradiso di Lettere, struttura ricettiva finita sotto sequestro (ma con utilizzo per i proprietari). Il decreto di sequestro, emesso dal gip oplontino, è stato notificato dai carabinieri in forza alla polizia giudiziaria della Procura oplontina e alla stazione di Lettere. A 14 persone, che affronteranno la prima udienza del processo a inizio settembre, il procuratore Pierpaolo Filippelli e il sostituto Rosa Annunziata contestano un «aggiramento delle norme urbanistico-paesaggistiche» e il «mancato rispetto delle norme che regolano l’attività edilizia e di tutela del paesaggio», che avrebbero permesso «il susseguirsi nella costruzione di vari manufatti».
GLI IMPUTATI
Siamo ad Orsano, frazione di Lettere, nella zona alta dei Lattari, dove il paesaggio mozzafiato dominato dal Vesuvio e dal golfo di Napoli regalano scorci indimenticabili. Lì si inerpica una delle strutture preferite per le cerimonie, da giovedì mattina sotto sequestro. La Procura ha nominato come custode e amministratore il legale rappresentante della Hotel Ristorante Paradiso di Lettere, Patrizio Giordano, principale imputato al processo fissato dopo la pausa estiva e assistito dall’avvocato Francescopaolo De Rosa. Dunque, niente stop all’attività ristorativa e ricettiva, un dettaglio importante considerato che la struttura è prenotata per oltre 400 cerimonie di qui al 2021. I livelli occupazionali, dunque, non verranno intaccati. Con Giordano, alla sbarra ci sono i vari familiari Luigi (1974), Fortuna, Luigi (1971) e Antonio Giordano, ma anche Virginia Piccirillo, due ex dipendenti comunali di Lettere, già coinvolti in altre inchieste sull’ufficio Tecnico letterese, Sabato Fontana e Luigi Gaglione; e ancora i titolari delle due ditte che hanno eseguito le opere ritenute abusive, Vincenzo Amita e Nicola Cuomo, i due direttori dei lavori che si sono avvicendati, Pasquale Acanfora e Roberto Brancaccio, nonché le consulenti Claudia Sacco ed Edvige Del Gaudio. Assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Gennaro Somma, Gaetano Rosanova e Patrizio Mascolo, tutti si difenderanno a vario titolo per i reati di lottizzazione abusiva, abusi edilizi, violazioni delle norme paesaggistiche e urbanistiche, falso in atto pubblico.
I LAVORI
Sotto accusa ci sono diverse opere ritenute illegali. L’ultima parte riguarda la realizzazione di box interrati in via Creta, in realtà un mega parcheggio non autorizzato, con tanto di terrapieno artificiale irregolare. Uno dei lavori avrebbe riguardato anche la stabilizzazione di un’area di frana che, per la Procura, è l’esempio di una «notevole incidenza dell’intervento sul tessuto urbanistico». Sono stati accertati abusi edilizi per un muro, un accesso e un locale per i macchinari della piscina, nonché un aumento volumetrico da 1200 metri cubi per ospitare le cucine. Una serie di lavori ritenuti abusivi, realizzati in mancanza di autorizzazioni o presentando false certificazioni, con la complicità e l’omesso controllo dei tecnici del Comune. Una lottizzazione abusiva, secondo l’accusa, partita nel 1964, ma con notevoli modifiche a partire dal 1987 e fino al 2014, e gli ultimi lavori ritenuti abusivi datati 2015.
Dario Sautto Il Mattino

Commenti

Translate »