Amalfi, un anno dopo l’incidente a Vincenzo: cittadini senza voce, Costiera nel caos

Era l’11 luglio 2018 quando Vincenzo, un giovane ravellese, fu barbaramente vittima di un bus turistico, che lo schiacciò contro la ringhiera sulla Statale Amalfitana. Quel 17enne mobilitò l’intera Costa d’Amalfi, supportandolo con quell’affetto e solidarietà, che gli ha dato ulteriore linfa per ritornare a casa. La vita di Vincenzo da quell’episodio non è stata esente da difficoltà, infatti il ragazzo ha dovuto rinunciare alla scuola, ad una vita normale, sottoponendosi nei mesi scorsi all’ennesimo intervento in Germania. Vincenzo è un sopravvissuto all’infernale presenza dei bus turistici, un simbolo che qualcosa deve cambiare a fronte di tale situazione, avvallata dalle istituzioni.

La mamma di Vincenzo, Antonella Paolillo, nel scorso marzo ad Amalfi fece infatti appello a mettere fine a questo inferno, dando impulso alla petizione che è stata lanciata da parte del Coordinamento Associazioni Costiera Amalfitana, sostenuta anche da Positanonews, che ha raggiunto oltre 10mila firme. Su questa petizione i cittadini dell’intero territorio costiero avevano costruito una speranza di avere voce, di trovare una soluzione, di essere parte di un processo decisionale e non solo assistere alla presentazione dell’ennesima “opera faraonica” da parte politico regionale di turno. Ebbene non è cambiato molto dal quel brutto giorno di un anno fa, anzi forse abbiamo perso anche qualcosa.

La voce dei cittadini è stata ignorata dai tavoli tecnici che ci sono stati nei mesi scorsi in Prefettura, la voce dei cittadini è stata stralciata dagli interessi economici di pochi. La Costiera continua ad essere ostaggio del caos generato da questi mezzi pachidermici, ma se tutto questo è ancora reso possibile è anche della mancata compattezza da parte dei comuni della Costa d’Amalfi: mettere da parte la sicurezza delle persone per degli interessi economici è un tradimento, perché ci sono stati amministratori della nostra costiera che hanno addirittura disertato durante le riunioni che dovevano dare alla luce il provvedimento del Prefetto. Troppo facile trovare nelle lobby del trasporto pubblico locale un capro espiatorio: i sindaci sono i primi tutori della sicurezza sul proprio territorio, non si deve restare a guardare e attendere che possa capitare un altro Vincenzo. Si prenda esempio dalle Cinque Terre, come ha fatto la sindaca di Riomaggiore, che appellandosi nelle apposite sedi ha fatto valere la possibilità di adoperare strumenti, che consentano di riaffermare propria responsabilità sul territorio. Proprio sulla scorta di questa esperienza, nell’aria circola l’ipotesi di una class action, visto che l’ordinanza del Prefetto tarda ad arrivare.

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