Nota di Maria Carla Tartarone sui collages di Maria Pia Daidone.

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    Maria Carla Tartarone – “Ad marginem”. Su Maria Pia Daidone e la sua nuova maniera esposta al Caffè Letterario “Intra Moenia” in “Colloqui Metafisici – Collages 1988/2018”.

    Ritorno su Maria Pia Daidone per i suoi ultimi vent’anni di ricerca in ambito creativo, che sono stati in esposizione nello spazio di “Intra Moenia”, a Piazza Bellini 70, Napoli. La mostra d’arte, dal titolo “Colloqui Metafisici – Collages 1998/2018”, fu inaugurata venerdì 19 ottobre 2018.

    Maria Pia Daidone, in un lungo percorso, che parte negli anni Ottanta, ci ha mostrato opere che partendo dai lievi uccellini dipinti, delicati e vaganti, trasmessi anche in sculture che vedemmo nel 2008 in “Zoophantasy”, al Museo Zoologico – Università degli Studi di Napoli Federico II, si sono evolute nello studio attento e creativo di materiali luccicanti come il rame, degli scialli leggeri composti da lamelle lucenti visti anche al PAN nel 2011, nell’anno in cui l’artista espose a Viterbo nel Palazzo degli Alessandrini e partecipò a La Biennale di Venezia nel Padiglione Italia.
    Nel 2011 l’artista espose anche “Oronerorame” al PAN.
    Nel 2012 a Roma espose al Lavatoio Contumaciale nella collettiva “Eduardo Palumbo e gli amici”, quindi nello stesso anno sempre a Roma presentò la Personale “Rossorame” nello Studio Arte Fuori Centro.
    Tra il 2013 e il 2014 vedemmo le sue opere a Cantalupo del Sannio nella collettiva “Radici e Novità”.
    Fu, poi, per Benevento che creò i famosi “Mantelli” composti con numerose sottili lamine di rame unite morbidamente tra loro, brillanti nelle modulazioni del loro luccichio.
    Negli anni più recenti altre mostre hanno diffuso le opere della Daidone.
    Coreografica è stata la mostra del 2017, costruita con l’elegante artista francese puntinista Tatiana Chafcouloff, esposta all’Istituto Francese Grenoble “Cognizioni misteriche tra Napoli e Parigi”, ispirata alle corrispondenze alchemiche tra le due città. Mostra, ripetuta poco dopo nella Sala delle Carceri di Castel dell’Ovo, con altro titolo: “I misteri di Napoli e Parigi”, in cui si sono rivisti i delicati uccellini scolpiti poggiati su libri, strutture di cartone metallizzate.
    L’artista sempre alla ricerca dell’utilizzo dei materiali, ha poi proseguito nella ricerca della manipolazione dei metalli realizzando sculture composite come è avvenuto nella mostra “Sensibili Intese” esposta nella Home Gallery Mugnolo, nel gennaio 2018, in cui si è rimasti colpiti da un grande bassorilievo a parete in materiale dorato e da altre opere in materiali misti, ultime sue sculture pesanti.
    L’artista ci ha infine rivelato la sua ultima ricerca, già nei suoi pensieri dal 1988, quando progettava di operare con il collage, lasciandolo, poi, sempre da parte.
    Nell’ottobre del 2018 ha finalmente portato in mostra le sue opere costruite con materiali leggeri, carta e stoffa, creando immagini femminili insospettate: pitture su carta di volti eterei dai profili delicati costruite con collages compositi di stoffe delicate che aggiunti ai colori delicati dei disegni hanno costruito una nuova immagine femminile utopistica, riassuntiva di immagini ricorrenti dal Medioevo al Rinascimento, alla modernità più illustre ed esoterica.
    L’artista ha meditato a lungo sulle sue intime aspirazioni, che, forse, le sembravano incomunicabili fino a che ha deciso di accettare e rendere pubblica la crescente raccolta costituita da concretismi e astrattismi fino a venir considerata metafisica.
    Gli spazi in cui è stata presentata la mostra “Colloqui Metafisici” nel Caffè Letterario “Intra Moenia” di Piazza Bellini hanno acquisito l’eleganza e la cultura riflessa dalle immagini della bravissima artista.

    Maria Carla Tartarone

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