NCC , ha vinto la lobby dei Taxi. Scattano le sanzioni, nel caos da Positano a Sorrento

NCC , ha vinto la lobby dei Taxi. Scattano le sanzioni, nel caos da Positano a Sorrento . Provate a parlare con una società fra la Costiera amalfitana e Penisola sorrentina che lavori con gli NCC, vedi persone sull’orlo di una crisi di nerve fra scartoffie varie, carte di servizio, documenti. Noi di Positanonews, giornale della Costa d’ Amalfi e Sorrento , leader nel settore dell’informazione del territorio da 15 anni, ci abbiamo provato con scarsi risultati. Il “no comment” “abbiamo da fare”, i telefoni che trillavano, gli operatori al computer , hanno risposto per loro. Ovviamente siamo disponibili  a pubblicare un loro intervento quando hanno tempo, Positanonews è la voce di tutti, basta mandarci una mail a direttore@positanonews.it

COSA E’ SUCCESSO ? SCATTANO LE SANZIONI

Alla fine hanno vinto i taxi, le società dei tassisti, sopratutto di Roma, che volevano regole certe e distinzioni con gli NCC, che nella capitale facevano una concorrenza spietata. I primi risultati le file di turisti che aspettavano un mezzo di trasporto , stando ai primi resoconti..

I vincoli al noleggio con conducente (Ncc), sono pienamente in vigore dalla mezzanotte scorsa. Ma la loro applicazione resta incerta: i dubbi giuridici s’incrociano con l’opportunità politica di non far scoppiare un caso su una materia storicamente delicata come il conflitto taxi-Ncc proprio ora che si è in vista di un’importante tornata elettorale. In campo ci sono ministeri, authority e Regioni.

BASTA PROROGHE

Dopo un decennio trascorso, di proroga in proroga, con obbligo di tornare in rimessa dopo ogni corsa (per differenziare gli Ncc dai taxi) solo teorico, da febbraio la conversione in legge del decreto semplificazioni (Dl 135/2018) ha introdotto un allentamento del vincolo (consentendo di avere più rimesse nel territorio provinciale e di non rientrarvi nel caso si sia usciti con più prenotazioni già acquisite). Ma il fatto che comunque alcuni vincoli entrino in vigore viene visto da molti come una vittoria dei tassisti.

Agli Ncc, in compenso, è stata concessa (articolo 10-bis, comma 4, del Dl) una moratoria di 90 giorni sulle sanzioni. Con la circolare 300/A/1840/19/149/2019/01, il ministero dell’Interno ha interpretato la norma facendo decorrere i 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione, per cui la moratoria è scaduta a mezzanotte scorsa.

Ma in questi 90 giorni sono successi vari fatti, oltre alle schermaglie pubbliche tra i rappresentanti delle due categorie. Nelle scorse settimane, la Regione Calabria ha impugnato le nuove norme alla Corte costituzionale e il Consiglio regionale della Lombardia ho votato una mozione per chiedere una proroga sulle sanzioni, presupponendo che le norme attuali – pur entrate in vigore da poco – vadano cambiate. E giovedì scorso ha votato un documento, non ancora ufficializzato, in cui chiede maggiori poteri sulla materia per le Regioni (anche ampliando i bacini di utenza e consentendo accordi interregionali), sottolinea la criticità anche applicativa delle nuove norme (a tutt’oggi mancano anche i provvedimenti attuativi) e chiede al Governo di rivederle.

ASPETTI CRITICI

Tra gli aspetti critici, la conformità del foglio elettronico di servizio (previsto per dimostrare che si è usciti dalla rimessa con più prenotazioni) al Gdpr, l’attuale regolamento europeo sulla privacy (si veda Il Sole 24 Ore del 15 marzo). Sulla questione si sta attivando anche il Garante della privacy, che nei prossimi giorni dovrebbe inviare a Governo e Parlamento una segnalazione.

Che tra le Regioni si stia creando un fronte contrario alle nuove norme lo indica anche il fatto che la Conferenza unificata, unico soggetto a loro collegato che secondo il Dl avrebbe dovuto deliberare sulla materia, non ha mai messo in calendario la questione.

A completare il quadro delle perplessità politiche, ci sono tre interrogazioni parlamentari che sostengono la necessità di una proroga sulle sanzioni. Idem per alcuni emendamenti al decreto Crescita, che stanno per essere presentati.

Dunque, i segnali di una nuova sospensione delle sanzioni sono molteplici. Ma per ora resta il fatto che da oggi le sanzioni sono in vigore e le forze dell’ordine hanno il dovere di applicarle, cosa che potrebbe creare contenziosi nel caso in cui la proroga arrivasse davvero.

Cos’è cambiato? Sull’annosa questione del rientro in autorimessa al termine di ogni servizio, gli Ncc possono evitare il passaggio in sede se sul foglio di servizio sono registrate, sin da inizio giornata, altre prenotazioni con partenza o destinazione nella provincia in cui si trova il Comune che ha rilasciato l’autorizzazione; in caso di chiamate in corsa, devono invece tornare in garage. «Un paradosso – attacca Francesco Artusa, fondatore dell’associazione di categoria Fai-trasporto persone – specie se consideriamo che è ammesso l’uso di strumenti tecnologici». Come dire: il vantaggio garantito dalla rapidità di smartphone e app viene azzerato dall’obbligo di rientro in autorimessa. Per di più, aggiungono i noleggiatori, è possibile effettuare solo un viaggio al giorno con tragitto «esterno» alla propria provincia di competenza (per esempio Malpensa-Pavia).

C’è un altro punto contestato: i dati da inserire nel cosiddetto «foglio di servizio», il documento che contiene le specifiche del viaggio prenotato. Per la nuova legge, l’azienda Ncc deve segnare la targa del veicolo, il nome del conducente, data, luogo e chilometri di partenza e arrivo, orari di inizio servizio, destinazione e fine servizio e dati del fruitore del servizio. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che nasce la contesa. Per Artusa, l’inserimento dei dati del cliente, specie in alcuni casi delicati, è contrario ai dettami del Regolamento europeo sulla privacy, «che, tra le altre cose, ci obbliga a custodire dati sensibili in modo sicuro anche proteggendosi da smarrimento o manomissione». Quindi, sostengono gli Ncc, le alternative sono due: «O violamo la legge italiana con i rischi di fermo amministrativo annessi o violiamo la normativa europea con il rischio di una sanzione pari al 3% del fatturato annuale». «Per quanto mi riguarda – chiarisce Artusa – io mi atterrò alle norme comunitarie, soprattutto nei casi di persone con problemi di salute o personaggi pubblici che non vogliono rivelare il loro indirizzo di residenza per motivi di sicurezza».

P
Al momento, i noleggiatori non hanno in mente iniziative di piazza. Tuttavia, si sono già mossi dal punto di vista legale, presentando eccezione di costituzionalità della legge al Tar della Lombardia; senza dimenticare il ricorso già presentato dalla Regione Calabria e la mancata intesa al tavolo della Conferenza Stato-Regioni. La speranza è che il Governo riconvochi le parti per trovare una soluzione. Nel frattempo, però, il countdown si è esaurito: da oggi nuove regole

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