Napoli. Roma. ENERGY OF CITY di Lucio Salzano. foto

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    Segnalazione di Maurizio Vitiello – ENERGY OF CITY di Lucio Salzano.

    ENERGY OF CITY
    Roma/Napoli
    Format espositivo di
    LUCIO SALZANO

    Spaccanapoli, via Eurialo 10 – Roma
    Intramoenia, piazza Bellini 70 – Napoli

    Dal 21 al 31 maggio 2019

    Opening: Napoli 21 maggio ore 19.00 – Intramoenia (Caffè letterario)
    Roma 23 maggio ore 20.00 – Spaccanapoli (Restaurant)

    Energy of City
    L’energia delle città nasce dalle persone che ci vivono e si concentra nei luoghi dove le stesse persone si incontrano, si ritrovano per vivere, per scambiarsi idee e comunicarsi emozioni.
    Per questo sono state scelte due città, Roma e Napoli, che sono piene di questa energia che è anche la loro storia e due luoghi – all’interno di queste città – dove appunto la gente si incontra e manifesta la propria vitalità: a Roma “Spaccanapoli” ristorante da venti anni presente nel quartiere San Giovanni, a Napoli lo storico caffè letterario “Intramoenia”.
    Due luoghi dedicati anche all’arte del cibo perché il cibo, come l’arte, è anche un bene di consumo.
    Un format espositivo che stabilisce coordinate diverse di fruizione: incontri con l’arte in cui la componente casuale si produce in luoghi altri rispetto ai dorati templi dei mercanti dove si celebra lo stanco rituale dell’assoluta mercificazione dell’arte.
    È inoltre un omaggio agli anni 50/60 in cui gli artisti – lontani dai luoghi canonici del mercato – esponevano le loro opere nelle taverne e nei caffè che frequentavano in compagnia di altri artisti, spesso anche per sbarcare il lunario.
    Nella mostra Energy of City, oltre alle opere inedite dell’artista, saranno anche esposte sia a Roma che a Napoli, alcune sue creazioni provenienti dalla personale “Segni nella Certosa” tra cui “Le dimensioni dell’arte live experience” già in acquisizione temporanea presso il Museo di San Martino a Napoli, che è stata visionata da circa 80.000 visitatori.

    Lucio Salzano
    Lucio Salzano, definito dalla stampa come “uno dei più originali e coraggiosi registi dei nostri tempi”, opera nel campo della regia e dell’ideazione teatrale sin dagli anni ’80.
    Il suo lavoro si è particolarmente rivolto alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici nella convinzione che non ci sia alcuna netta separazione tra le varie forme di espressione creativa e che l’arte si nutra, invece, della contaminazione di queste. Negli ultimi anni in particolare è stato ideatore di format originali e innovativi. Tra essi ricordiamo: “Poetic Jukebox” (… “un’idea semplicemente geniale, decisamente creativa” … Il Mattino, Cecilia Donadio), “Top Spin”, “Park Sound”.
    Da qualche anno svolge la sua attività di pittore unendo spesso coerentemente ad essa degli originali format concettuale/espositivi. In particolare ricordiamo “Le dimensioni dell’arte”, affiancato dal noto musicista Antonio Onorato (Modart Gallery di Napoli aprile 2018, Museo Nazionale di S. Martino Napoli settembre/ottobre 2018) riscuotendo ottimo successo di pubblico e di critica.

    Intervista a Lucio Salzano

    D – “Energy of city” approda contemporaneamente a Napoli e Roma: quali sono le energie che emanano queste città, secondo te?
    R – Sono due città che hanno una lunga storia di stratificazioni culturali. Mi sembra quasi banale ricordarlo o descriverle. È più importante forse sottolineare le loro parallele e continue trasformazioni sociali che, nel bene o nel male che sia, le rendono ancora oggi punto focale e imprescindibile dell’articolato crocevia della storia.
    Ancora una volta scegli spazi anti-convenzionali per esporre le tue opere, è una forma di snobismo, una provocazione o una scelta ponderata?
    Nessuna delle tre. È forse semplicemente l’idea che l’arte sia anche un incontro casuale tra l’artista e la gente e il luoghi scelti richiamano proprio situazioni di incontri, di sguardi fugaci, di energie nascoste espresse o negate.

    D – Che differenza c’è tra questo allestimento ed i precedenti? Che opere potrà vedere il pubblico?
    R – Ogni allestimento, come spesso è accaduto nei miei spettacoli teatrali, è sempre sit-specific. Quindi coerentemente per restare sull’attuale la Certosa e il Museo di S. Martino hanno certamente delle peculiarità specifiche rispetto ad un caffè letterario. Le opere esposte in questa personale a Roma e a Napoli, saranno in gran parte inedite e quindi create per il format espositivo. Altre proverranno dalla precedente mostra di settembre/ottobre 2018 svoltasi presso il Museo Nazionale di S. Martino a Napoli.

    D – Tra le opere esposte a Napoli ce n’è una che ha già goduto dell’attenzione di 80.000 persone, durante la mostra alla Certosa di San Martino. Ci sono opere più “speciali” di altre, a proposito di “energie”?
    R – No. Credo che un artista abbia sempre il bisogno di esprimere energie, se non altro la sua. Forse alcune hanno una maggiore capacità di trasferirla a chi le opere le guarda. L’opera a cui ti riferisci (Le dimensioni dell’arte live experience) è stata creata in estemporanea durante la performance svoltasi nel Museo della Certosa di S. Martino con le musiche live di Antonio Onorato durante l’opening della Mostra personale “Segni nella Certosa”. Questa opera è rimasta in acquisizione temporanea nel Museo di S. Martino fino ad ora.

    D – Nasci dal teatro. Ci sarà prima o poi un ritorno a questa forma espressiva, o la pittura ti ha rapito completamente?
    R – Come altre volte ho dichiarato, il mio concetto d’arte non prevede rigidi steccati tra le sue molteplici espressioni, essendo io concettualmente e creativamente da sempre incline alla più completa contaminazione dei diversi linguaggi artistici. Certamente ho in programmazione un progetto definibile “teatrale” di cui sarò felice di darti al più presto informazione.

    D – Ora che hai un percorso avviato, è cambiato il tuo sguardo nei confronti della pittura, rispetto ai tempi in cui eri un semplice fruitore? E cosa pensi del cosiddetto “mercato”?
    R – La mia frequentazione dell’arte come pittore risale agli anni ’90 anche se le mie esposizioni sono certamente più recenti. Non credo che il mio sguardo sia cambiato, ho sempre amato la pittura sin da bambino ed ho sempre frequentato persone e luoghi in cui l’arte è creata e vissuta. Mi chiedi del mercato. A dire il vero il solo termine è per certi versi inquietante se riferito all’arte … … io penso che gli artisti contemporanei debbano recuperare una forte autonomia rispetto a tutto ciò che li circonda e che inevitabilmente finisce per mortificarli o condizionarne la libera espressività.

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