L’accusa choc dei periti: Solfatara pericolosa e senza autorizzazioni

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«La voragine nella Solfatara che inghiottì la famiglia Carrer era lì da giorni, non ci fu alcuna valutazione dei rischi né c’erano presìdi di sicurezza adeguati per visitatori e dipendenti dell’area vulcanica». Sono le conclusioni, che saranno illustrate dettagliatamente nell’udienza fissata per domani alle 10 al Tribunale di Napoli, della perizia sulla Solfatara curata dal collegio dei sette super esperti nominati dal presidente aggiunto del Gip di Napoli, Isabella Iaselli, nell’inchiesta sulla tragica morte di Massimiliano Carrer, della moglie Tiziana e del figlio Lorenzo di 11 anni avvenuta il 12 settembre 2017. Inchiesta nella quale sono indagati con l’accusa di disastro colposo Giorgio Angarano, amministratore della Vulcano Solfatara srl e altri cinque soci: Maria Angarano, Maria Di Salvo, un’altra omonima Maria Di Salvo, Annarita Letizia e Francesco Di Salvo. Secondo il pool di periti del Gip, dunque, il piccolo Lorenzo non avrebbe scavalcato alcuna recinzione né i suoi genitori avrebbero avuto un atteggiamento incauto come fu detto nei giorni seguenti la tragedia, ma come fu smentito da una testimone oculare intervistata dal Mattino il 17 settembre 2017. La donna, Antonietta F., raccontò che dal balcone di casa sua, in via Coste di Agnano, vide nitidamente la buca killer già alcuni giorni prima della tragedia.
NELLO MAZZONE IL MATTINO

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