Falcone per non dimenticare. L’ultima intervista prima di essere ammazzato

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    Si racconta che una sera Paolo Borsellino disse a Giovanni Falcone, il suo grande amico di sempre, queste parole:
    “Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte: ”Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”

    Noi non dimentichiamo!

    Giovanni Falcone, nel corso della sua ultima intervista pubblica rilasciata a Babele, la trasmissione televisiva di Corrado Augias, in onda su Rai tre sosteneva con amarezza che «per essere credibili bisogna essere ammazzati». Una credibilità che, per l’appunto, molti politici gli avevano riconosciuto solo dopo il suo martirio. Fino a quando era ancora in vita il padre del maxi-processo contro Cosa Nostra del 1987 e principale protagonista del pool antimafia dei magistrati di Palermo, aveva subito attacchi da politici e da alcuni suoi colleghi che ne ostacolarono l’arrivo nel Csm.

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