Ucraina al voto . L’attore comico contro il re del cioccolato
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KIEV L’attore comico contro il re del cioccolato. L’artista che ha impersonificato in una popolare serie tv il personaggio del capo dello Stato ucraino – una specie di instancabile Don Chisciotte anti-corruzione – contro il vero presidente della repubblica, colui che entrerà nella storia come uno dei fondatori della Patria post sovietica, lontana dall’ orbita russa.
PERSONALITÀ
Due persone così diverse come Vladimir Zelensky e Petro Poroshenko, proprio non ci potrebbero essere. La sorpresa è semmai che il dilettante della politica è dato dai più autorevoli sondaggi in netto vantaggio (70 a 25% delle intenzioni di voto al ballottaggio) contro l’ex oligarca, uno che conosce da quasi due decenni a menadito tutte le stanze dei bottoni ucraini. La volontà della gente di cambiare strada ed affidarsi a persone nuove, provenienti dalla società civile e che non appartengano al solito pantano, sta avendo la meglio su tutto e su tutti.
Al primo turno Vladimir Zelensky ha ottenuto ben il 30% dei voti. Petro Poroshenko ha fin qui compiuto un autentico miracolo. L’anno scorso il presidente uscente era in testa a tutti i sondaggi dei politici anti-rating (leggasi antipatico), accusato di non aver fatto abbastanza per garantire la prosperità di un Paese che, è bene ricordarlo, è in guerra da 5 anni (con 13mila morti secondo l’Onu, con 2 milioni di sfollati) e quasi in bancarotta senza i copiosi aiuti occidentali. Al primo turno è arrivato incredibilmente secondo.
L’EVENTO
Dopo il 31 marzo le uscite pubbliche dell’attore sono state centellinate, per evitare di finire in imboscate. Poco è importato che per l’Occidente Vladimir Zelensky rimanga un personaggio misterioso e non sia del tutto chiaro quale sarà il suo programma una volta diventato capo dello Stato. L’unica eccezione è stata fatta venerdì, quando i due candidati si sono confrontati allo stadio. L’evento mediatico ha mostrato ancora una volta quanto l’Ucraina sia democratica.
«Sono una semplice persona di Krivoj Rog ha sottolineato il 41enne attore, che ha accusato il rivale di aver tradito gli ideali della rivoluzione del 2014 -. Ma Lei non si vergogna? Quelli che Lei asserisce essere suoi meriti, sono conquiste del popolo ucraino. No all’Ucraina degli oligarchi». Poroshenko ha conservato la calma: «Non mi vergogno. Sono orgoglioso dell’Ucraina. Ma Lei dove era mentre i nostri volontari combattevano all’Est?».
Il presidente uscente ha evidenziato che l’Ucraina con un leader debole rischia di ripiombare sotto l’egida del Cremlino. Alla Russia, convitato di pietra al voto, interessa sapere con chi tratterà in futuro. Kiev ha il problema della Crimea e del conflitto congelato in Donbass senza dimenticare il nodo del transito del gas di Mosca verso la Ue (30% del totale). Il 31 dicembre scadrà il contratto e non si sa come finirà. Il rischio di una terza guerra del gas come nel 2006 e nel 2009 è dietro l’angolo. Un fosco orizzonte visto cosa sta succedendo in Libia.
Giuseppe D’Amato