Sorrento: Anche dal fango puó nascere una visione foto

Il mare di fanghi prodotto dalle piogge ha generato inquietudine, incubi e polemiche senza fine.

Io invece ho fatto un sogno.

Ho sognato laghi urbani, rotonde stradali con sotto vasche di accumulo per l’acqua, edifici e piazzali capaci di accogliere l’acqua e non di respingerla, strade drenanti, cisterne ovunque.

E ho sognato di utilizzare l’acqua per l’irrigazione dei giardini, di costruire una rete parallela a quella dell’acqua potabile e di posizionare idranti per l’antincendio ed il lavaggio delle strade, di costruire ovunque fontane. Di realizzare cisternoni più grandi di quelli che ci hanno lasciato i Romani.

Ho sognato di riutilizzare l’impianto di depurazione di Marina Grande ed il vuoto sotto piazza Tasso per decantare l’acqua delle nostre sorgenti e riutilizzata .

Ho sognato di trasformare questo problema in una opportunità.

E ho sognato di poter far tutto senza soldi. Imponendo a Terna di fare un lago per raccogliere le acque della zona orientale, invece di un parcheggio ed eliminare così la cascata immonda che si forma sotto il Belvedere del Correale.

E ho sognato EIC e Gori disponibili a pianificare e gestire l’impianto di depurazione Marina Grande, in via di dismissione, per raccogliere l’acqua sul posto invece di fare chilometri di condotte e portarla via da chissà dove.
E di essere pronti a coprirlo per fare dono a Marina Grande di un piccolo parcheggio, solo per i residenti, di un terminal per la sosta breve dei minibus e di un tappeto mobile gratuito per arrivare fino al centro della Marina.

E imporre a tutti quelli che rompono le strade di costruire a loro spesa la rete drenante, per l’irrigazione e per gli idranti.

Poi mi sono svegliato e mi sono visto circondato da gente che nega i pericoli, altra che scarica tutto sulle fogne e persino da taluni che incuranti del fatto che già ci sono numerose condotte sottomarine intasate che giacciono sul fondo dei nostri fondali, pensano di risolvere il problema costruendone altre per gettare l’acqua inquinatasul fondo.

Per uscire dal vicolo cieco nel quale ci siamo cacciati non basta la tecnica, ci vuole una nuova visione.

L’acqua piovana non é un rifiuto da spostare un pó più in là o gettare via:é una benedizione.neanche una goccia d’acqua deve essere persa.

Neanche una goccia di refluo non trattato deve finire a mare.

La Terra é l’ultimo dei poveri e noi non abbiamo il diritto di inquinarla né di sfruttarla senza limiti.

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