Pubblicato dal Prof. Pierluigi Leone de Castris un eccezionale libro sulle sculture medioevali della penisola sorrentino-amalfitana.

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    E’ stato pubblicato da pochi giorni dall’editore Nicola Longobardi, con la consueta maestria, un pregevolissimo volume curato dal noto Prof. Pierluigi Leone de Castris, autore di importanti ricerche sulle vicende artistiche di Napoli e del Mezzogiorno.

    Questa volta il suo forte interesse è stato rivolto alle “Sculture in legno medioevali nella penisola sorrentino –amalfitana”, come indica il titolo dell’opera. Si tratta di numerose sculture devozionali, realizzate in gran parte nel 1300 e poco note, e quindi trascurate dagli studiosi. Basta scorrere il semplice indice dell’ opera per rendersi conto della singolarità della ricerca storico-artistica : Sculture lignee del Medioevo in Campania (Storia, geografia, stato degli studi), Le sculture della costiera amalfitana (Il Duecento, la Deposizione di Scala e il Sant’ Elia profeta di Amalfi, I rapporti colla cultura gotica europea a inizio Trecento, i Crocifissi di Amalfi e di Furore e la Madonna stante di Maiori, Il Trecento angioino e l’apporto della cultura centro-italiana: Tino di Camaino e la Madonna di Ponteprimario, i Crocifissi di Tovere e Ravello e la Madonna in trono di Maiori), Le sculture della penisola sorrentina (Un Crocifisso gotico di fine Duecento a Lettere, Il” maestro  dei Crocifissi di San Lorenzo Maggiore” in San Bartolomeo a Castellammare di Stabia e i due altri Crocifissi trecenteschi di San Nicola dei Miro a Gragnano e di Santa Maria a Chieia a Vico Equense , Il maestro dei Crocifissi di Sorrento e Vico Equense, Questioni di fine Trecento: la Madonna del Lauro a Meta di Sorrento).

    Il volume comprende 143 pagine ed è suddiviso in 8 capitoli; ricchissima la bibliografia (di 6 pagine) e considerevole l’apparato di 206 note. Daremo ampia relazione di questa eccezionale opera nel prossimo numero.

    Salvatore Ferraro

    Le regioni dell’Italia meridionale sono ricche – molto più di quanto non si sappia, o non si creda – di sculture in legno d’età medioevale, specialmente due e trecentesche. A questa ricchezza non corrisponde, tuttavia, a confronto con altre realtà del territorio italiano, un adeguato livello di conoscenza, di ricerca, una tradizione di studi, e spesso – purtroppo – non corrisponde neanche un esteso e qualificato lavoro di apprezzamento da parte delle comunità locali, di conservazione e di restauro delle sculture stesse.
    La Campania, in particolare, vanta un patrimonio davvero cospicuo ed invidiabile di oltre cento sculture in legno d’età medioevale, e poco meno d’una ventina di queste sculture – circa un quinto del totale – si trova distribuito nel territorio della penisola sorrentino-amalfitana: a Castellammare, Vico Equense, Meta e Sorrento, Tovere, Lettere e Gragnano, Maiori, Amalfi, Scala e Ravello.
    Questo libro vuole essere un’occasione e una chiave per riscoprirle, per studiarle fuori dalle leggende e dai miti che talora le avvolgono, per comprenderne i contesti di origine, le chiese, le congreghe, i committenti, le comunità locali.
    Lo scopo di questo libro è quello di recuperare – luogo per luogo – gli esempi ancora esistenti di sculture ligne medioevali e di ricostruirne i caratteri ed eventualmente i legami reciproci dentro il quadro più complessivo della scultura lignea campana e meridionale.

    SCULTURE IN LEGNO MEDIOEVALI NELLA PENISOLA SORRENTINO-AMALFITANA

    di Pieluigi Leone de Castris

    ISBN 978-88-8090-493-9

    pp. 146 (148 ill. col.)
    cm 28×24,5
    rilegato in brossura
    Euro 30

    La Campania è una regione ricchissima di sculture in legno d’età medioevale; forse persino più dell’Abruzzo – la cui produzione di statue lignee intagliate è per altro molto meglio nota e studiata – e per certo assai più di tutte le altre regioni (…) La ricerca che qui si propone non è certo la risposta a queste lacune; piuttosto un’altra tappa di questo percorso.
    Si è scelto di lavorare su un territorio abbastanza circoscritto, non su tutta la regione, e nemmeno su Napoli – che fra tutti i centri è quello più indagato –, ma invece su un’area molto vicina a Napoli e insieme a Salerno, che è ancora molto ricca – lo vedremo – di sculture in legno e che sin qui non è stata però ancora indagata come invece meriterebbe, l’area della Costiera, sia nel suo versante sorrentino, sia in quello amalfitano (…).
    Le sculture in legno intagliato e dipinto – sebbene nel recente passato e ancor oggi talora trascurate nel loro valore storico e culturale per la loro conclamata e prevalente natura di simulacri della devozione – possono contribuire, insieme con le architetture, i dipinti, le oreficerie o le sculture in pietra o in marmo, a restituirci questo spaccato così lacunoso e però così ricco di vita religiosa, sociale, e allo stesso tempo di vita artistica e produttiva, che dové animare i centri della Costiera in età sveva ed angioina. Lo scopo dei capitoli che seguono è quello di recuperarne – luogo per luogo – gli esempi ancora esistenti e di ricostruirne i caratteri ed eventualmente i legami reciproci dentro il quadro più complessivo della scultura lignea campana e meridionale.

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