Praiano i limoneti dei fratelli Anastasio e i consigli sul Sentiero degli Dei sul Corriere
Praiano i limoneti dei fratelli Anastasio e i consigli sul Sentiero degli Dei sul Corriere della Sera con un articolo di Luca Zanini
I fratelli Anastasio in un limoneto di famiglia, a Praiano, vicino ad Amalfi (Sestini) I fratelli Anastasio in un limoneto di famiglia, a Praiano, vicino ad Amalfi (Sestini)
Un mulo si muove lento, carico di fascine, sul sentiero che viaggia alto, quasi sul crinale dei monti Lattari. Nell’aria l’odore dello stallatico si mescola a quello di mille fioriture, ma appena lasciamo il tracciato in quota per scendere verso i frutteti, l’aroma dei limoni riempie le narici. Fiori e frutti permeano l’atmosfera rarefatta di questo angolo di Campania ancora incontaminato. E’ strano come bastino poche centinaia di metri, in termini di dislivello, a distanziare il visitatore dal rumore e dall’animazione della statale 163 e dei borghi marinari. Siamo in Costiera Amalfitana. O meglio, sul tracciato che più promette di far scoprire il volto vero delle montagne che sovrastano scogliere e mare blu da Nerano a Positano, da Praiano a Maiori. Il trekking che stiamo affrontando zaino in spalla si snoda in poco più di 4 ore lungo il «Sentiero degli Dei», dall’infopoint nella piazzetta di Agerola a Bomerano, quindi alla Fontana Vecchia di Monte Pertuso (352 metri slm) e poi giù a Nocelle, frazione di Positano, tra la macchia mediterranea, i corbezzoli, i lecci e le macchie d’erica che si alternano agli agrumeti. Una variante più alta conduce invece fino a Santa Maria del Castello (659 metri) si arrampica poi verso Capo Muro (quota 1079 metri) per ridiscendere a Bomerano. E’ comunque sconsigliabile percorrerlo in senso inverso se non si è molto allenati, perché il tratto di Positano è famoso per i 1700 gradini.
Una parte del cammino degli Dei prosegue poi verso il torrente Canneto, la Valle delle Ferriere, Amalfi, Minori e Maiori, in direzione di Salerno. Ma è meno frequentata. Se volete un punto di osservazione unico, preparatevi a faticare lungo l’itinerario Montepertuso (Positano) – Monte S. Michele (4 ore): si arriva al bivio di Conocchia e poi si sale fino alla vetta, 1444 metri, una terrazza naturale da dove lo sguardo spazia anche sul Golfo di Napoli. Quassù, in inverno, c’è la neve. E nel Medioevo la si raccoglieva in alta quota per conservarla in caverne e «ghiacciaie» fino all’estate: serviva ai mercanti amalfitani per stupire i loro ospiti con raffinati sorbetti al limone. Tornando al nostro trekking, la parte più spettacolare del Sentiero degli Dei rimane quella su rocce e pendii scoscesi che sovrastano Positano e Praiano, dove sono state sistemate panche in legno per i turisti che vogliono riposarsi e ammirare il paesaggio dai punti panoramici: oltre il profilo della Costiera, in lontananza svettano i Faraglioni dell’isola di Capri, Punta Penna, le isole Li Galli, il Monte San Costanzo, il Monte Comune. Sulle terrazze che digradano ripide verso il mare, oltre gli scalini di pietra, le reti anti grandine, le case antiche abbarbicate ai contrafforti dei Lattari, il profumo inebriante dei frutti si mescola a quello delle piante aromatiche e dà quasi alla testa e lo sguardo si perde tra le macchie gialle e foglie verde scuro.
Camminare da queste parti richiede un allenamento medio, e un po’ di umiltà, perché non è raro vedersi sorpassare da uomini e donne che trasportano pesanti ceste di castagno intrecciato ricolme (pesano anche 50 kg) di agrumi appena raccolti. Questo è il regno dello sfasato amalfitano e durante la primavera è possibile assistere alla raccolta e alla lavorazione dei frutti. Tra Minori e il villaggio di Torre, c’è un «Sentiero dei limoni» molto pubblicizzato tra i turisti. E il Consorzio del Limone d’Amalfi ha istituzionalizzato un lemon tour che tocca 13 Comuni della Costiera per raccontare «il legame tra territorio, metodologia di produzione e prodotto». Ma se volete scoprire la vera Costiera dello sfusato, conviene facciate riferimento ai contadini: come lna piccola e operosa famiglia di limonicoltori di Praiano, Valentino, Mario e Massimo che trovate alla bottega lungo la strada che attraversa il paese o al nuovo laboratorio di Positano. Potete contattarli prima per prenotare un tour guidato che vi porterà dalle scale strette agli agrumeti nascosti da alti muri a secco, dagli agriturismi fino ai laboratori dove i frutti vengono pelati e le scorze finiscono in infusione per produrre il famoso Limoncello.
La leggenda delle piante portate dai crociati
Si parte da Agerola, una scalinata scende verso Punta San Lazzaro passando per la frazione Tovere e fino a Vettica di Amalfi: incrociata la strada asfaltata, si svolta a sinistra e percorsa una stradina di 500 metri si giunge ad un piazzale utilizzato come parcheggio: di qui si sale per circa 150 scalini e si arriva al limoneto di Mario Anastasio. Mario organizza su richiesta la visita al giardino di piante di sfusato amalfitano con il classico pergolato di Pali di castagno: «Racconto come si coltivano i limoni — spiega — e tutte le tecniche che usiamo per quest’arte». E su richiesta prepara una colazione a base di prodotti tipici della costiera: limoni, marmellate, formaggi e piatti contadini a base di sfusato (info 329.5931910 email info@ilgustodellacosta.it). Chi avesse ancora tempo può poi scendere ad Amalfi.
A tavola — nelle merende tra gli agrumeti come nelle trattorie della zona — si ritrova tutto l’aroma della terra dei limoni. Lo sfusato amalfitano è una varietà unica nel suo genere: giunto sulla Costiera Amalfitana (racconta la leggenda) grazie ai crociati di ritorno dalla Palestina, la pianta ha attecchito a meraviglia su giardini a terrazze di questo lembo di terra. Da vent’anni è garantito dall’Indicazione geografica protetta (garantita dal Consorzio di Tutela del Limone Costa d’Amalfi Igp) ed è da oltre 4 secoli ingrediente insostituibile della gastronomia costiera. Perciò non fate l’errore di pensare che tutto cominci e finisca nel limoncello. Ci sono anche il risotto con scorza di sfusato, i filetti di triglia in salsa agrumata, le polpettine di vitello al succo profumato… Nulla del limone sfusato si butta: il succo, la polpa (buonissima in insalata, con sale, aceto olio e mentuccia), la buccia… persino le foglie servono a cucinare il pesce, a cucinare le frittelle di cecenielli (avannotti di merluzzo o di alici) e il coniglio alla conchese, o a servire i formaggi della zona di Agerola, come accade in molti agriturismi
Valentino, Mario e le merende negli agrumeti
Tra una passeggiata e l’altra, potreste volervi fermare a riposare o mangiare. Conviene rivolgersi agli esperti per non sbagliare. Sia il laboratorio di Positano gestito da Valentino Esposito — venendo dal Sentiero degli Dei si raggiunge da Palatone —, sia quello di Praiano («Il Gusto della Costa») condotto da Mario Anastasio hanno interessanti proposte per le visite ai centri di lavorazione dello sfusato amalfitano dove si producono il limoncello (a Praiano) e le marmellate (a Positano, info@valentipositano.it). Valentino conduce con la moglie Gesualda le «cooking class del limoncello» e insegna a fare marmellate: i costi si aggirano sui 100 euro a persona incluse le degustazioni. E il suo laboratorio è anche un punto appoggio dell’associazione «Picn nic chic», per la quale prepara cestini da viaggio. Anche ad Amalfi si organizzano lemon tour con costi variabili dai 25 ai 40 euro. E c’è perfino la possibilità di «adottare» una pianta di limoni di Amalfi: non costa poco, 100 euro l’anno; ma in cambio si ricevono una piccola fornitura di prodotti locali (1 bottiglia di Limoncello da lt. 0,5 1 bottiglia di liquore di cioccolato al limone 1 confezione di miele di limone da gr. 475 ) e i coupon per due ingressi al «Lemon Tour».
Agriturismi, sagre e tour «senza telefonino»
Pure l’agriturismo Serafina, nel borgo sparso di Furore, lungo la provinciale Amalfi-Agerola, propone ai suoi ospiti di partecipare alla raccolta dei limoni e suggerisce itinerari per i trakking in zona. Anche qui si può imparare come si preparano le confetture di agrumi e rilassarsi in un’atmosfera molto semplice e amichevole. Un’analoga struttura a Minori, l’agriturismo Villa Maria offre la possibilità di trascorrere una giornata con Vincenzo, e farsi raccontare come lui e si suoi avi – da 4 generazioni – curano lo sfusato. Se poi proprio non riuscite a programmare un trekking in Costiera per questa primavera, provate a fissare una data in occasione di una delle sagre dedicate al limone: a giugno a Massa Lubrense, sulla Penisola Sorrentina; il primo weekend di agosto a Tramonti; in settembre ad Amalfi. Infine Alberto Liberati propone con la sua Compagnia dei Cammini un trekking di 8 giorni e sette notti per il prossimo ottobre, camminando 5-6 ore al giorno, da Maiori fino a Sorrento «lasciando a casa il telefonino». Mentre Outdoor Campania ha in programma tour sul Sentiero degli Dei o trekking tra i limoneti giornalieri, da un weekend o da sei giorni.