Non si cerca più lavoro a Salerno I dati Istat certificano l’aumento vertiginoso del numero degli “inoccupati”

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SALERNO – Nel 2018 (rispetto al 2017) cala la disoccupazione a Salerno, ma diminuiscono anche gli occupati. Può sembrare un paradosso ma è quanto certificato dall’Istat attraverso il rapporto sul “Mercato del lavoro”, che analizza l’andamento lavorativo in tutto la nazione, soffermandosi anche nelle singole realtà, regionali e provinciali.
Il dato locale. Ebbene, in base a questi dati, nel 2018 la disoccupazione, su scala provinciale, s’attesta al 15%, contro il 15,9% dell’anno precedente. Uno scostamento, quindi, dello 0,9% che, tuttavia, non preannuncia una ripresa. Perché, di contro, c’è pure una diminuzione degli occupati: 46,7% nel 2018 mentre, nel 2017, 47,3. Il dato, tuttavia, che preoccupa maggiormente è quello relativo al segmento che l’Istat definisce asetticamente “non forze di lavoro”, ovvero le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione. Anche in questo caso le notizie che giungono dal Salernitano non sono affatto incoraggianti: gli inattivi, infatti, nel 2018 sono 44,8%, più di 1 punto percentuale del 2017 (43,6%). In totale gli occupati in provincia di Salerno nel 2018 sono 350mila, così suddivisi: 20mila nell’agricoltura, 44mila nell’industria, 21mila nelle costruzioni, 266mila nei servizi. In Campania l’occupazione s’attesta sul 41,6%, uno 0,4% in meno rispetto al 2017 (42%). Scende un po’ il tasso di disoccupazione (20,4%) rispetto al 2017 (20,9%) , con punte a Napoli (24,2%) e a Caserta (19,3%), e percentuali più basse ad Avellino (15,3%) e a Benevento (11,9%).
I dati nazionali. Il 2018, a livello nazionale, si caratterizza per un nuovo aumento dell’occupazione – sia nei valori assoluti sia nel tasso – che coinvolge anche i giovani di 15-34 anni. Inoltre, al calo della disoccupazione si associa la diminuzione del numero di inattivi. Nel corso dell’anno il quadro occupazionale ha mostrato un lieve peggioramento: nel quarto trimestre 2018 si osserva una diminuzione dell’occupazione rispetto al trimestre precedente, in un contesto di aumento della disoccupazione e di calo dell’inattività. Queste dinamiche congiunturali del mercato del lavoro riflettono il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%) per il secondo trimestre consecutivo, dopo quattordici trimestri di espansione. Con riferimento all’input di lavoro, nel nostro Paese, alla flessione congiunturale del Pil si associa quella delle ore lavorate su base congiunturale (-0,3%) e un rallentamento della crescita in termini tendenziali (+0,4%).
L’offerta di lavoro. Dal lato dell’offerta di lavoro, nel quarto trimestre del 2018, il numero di persone occupate diminuisce rispetto al trimestre precedente (-36 mila, -0,2%) a seguito di un modesto calo per i dipendenti, in particolare a termine, e di una riduzione più accentuata per gli indipendenti. Il tasso di occupazione rimane stabile al 58,6%. Nei dati mensili più recenti (gennaio 2019), al netto della stagionalità, il tasso di occupazione rimane invariato e il numero di occupati mostra una lieve crescita rispetto a dicembre 2018, sintesi del calo degli indipendenti e dei dipendenti a termine più che compensato dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato. Nell’andamento tendenziale si riscontra una crescita di 87mila occupati (+0,4% in un anno), dovuta ai dipendenti a termine e agli indipendenti (+200 mila e +12mila, rispettivamente) mentre calano i dipendenti a tempo indeterminato (-125 mila); l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti raggiunge nel 2018 il 17,1% (+1,1 punti). Rallenta la crescita degli occupati a tempo pieno mentre tornano ad aumentare i lavoratori a tempo parziale, a seguito dell’ulteriore incremento della componente involontaria che in termini di incidenza sale al 64,4% (+3,2 punti) dei lavoratori a tempo parziale e al 12,0% del totale degli occupati.
Imprese e occupazione. Dal lato delle imprese, prosegue la crescita della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,8% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. A fronte dell’aumento delle posizioni lavorative si registra un calo delle ore lavorate per dipendente pari allo 0,2% su base congiunturale e allo 0,8% su base annua. Il ricorso alla cassa integrazione registra una variazione ancora negativa ma di minore entità. Il tasso dei posti vacanti aumenta sia su base congiunturale sia su base annua, rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti percentuali. Il costo del lavoro cresce dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento degli oneri sociali (+0,3% su base congiunturale e +4,5% su base annua) e delle retribuzioni (+0,3% su base congiunturale e +1,0% su base annua).
Gaetano de Stefano La Citta 

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