La Finestra sul Cortile. Continua la rubrica dell’avvocato Torrese su Positanonews

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                             di Francesco Saverio Torrese

    Questa mattina,come sempre,appena alzato ho aperto la finestra e…ho visto una cosa orribile,una cosa che non avrei mai voluto vedere: un uomo che dava fuoco alla sua ex moglie che era in auto. Mi direte che è successo ben lontano da casa mia ma non immaginate nemmeno quante cose veda dalla mia finestra, comprese quelle che non vorrei mai vedere. E neanche voi immagino e,magari come me trovate più comodo non pensarci. Dopo un primo momento di raccapriccio pensiamo…vabbè comunque non mi appartiene,proprio culturalmente intendo,quella è gentaglia… E invece no, purtroppo no! Ci appartiene eccome e credo che ne dobbiamo parlare. Se lo facciamo, se cerchiamo di capire,se teniamo vivo il problema anche e soprattutto quando non c’è (ancora) una tragedia forse riusciamo a fare qualcosa. Credo bisogni andare alla radice del problema per capire il perché di certi fatti. E se lo facciamo dobbiamo constatare che purtroppo quella radice è culturale e risiede in una medioevale concezione di inferiorità della donna. In quest’ottica l’uomo possiede la donna che sceglie come compagna,moglie o che ha come figlia e dunque quella donna è sua! Ed è per questo che sente di poterla maltrattare. offendere, picchiare o peggio ancora. E’ per questo che sente una eventuale separazione come un affronto,un’onta da lavare col sangue e, persino se è stato lui a lasciarla, la donna non deve essere di nessun altro.

    Se questo ragionamento è corretto, come credo, i tempi perché non accadano più barbarie come quelle che raccontiamo, sono ancora purtroppo lontani e forse ci vorrà ancora una intera generazione per vedere dei risultati, ma senz’altro possiamo fare qualcosa per contenerle in termini davvero minimi.

    Queste donne, l’esperienza ci insegna, sono spesso portate a nascondere le iniziali violenze subite anche ritenendole addirittura come un malinteso aspetto della passione, dell’amore. Epperò se loro non riescono a vedere la realtà certamente una sorella,una amica,una collega,una vicina, qualcuno insomma noterà qualcosa di strano. Sarà quello il momento di darsi da fare facendo aprire gli occhi alla povera vittima e accompagnandola, in ogni senso, a denunciare gli abusi subiti.

    Se invece anche noi giriamo la testa dall’altra parte, e allora mi sa che ne vedrò ancora di brutte cose dalla mia finestra.

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