Gragnano, rocciatore precipitato dalla Valle dei Mulini: spuntano alcune telefonate

Prosegue il processo che ruota attorno alla morte di Vincenzo Esposito, rocciatore di 34 anni, originario di Gragnano, il quale perì nel 2016 dopo una caduta di trenta metri dalla Valle dei Mulini. Fin dal primo istante è stato indagato L.M., il quale era il proprietario del costone roccioso e aveva commissionato a Vincenzo il lavoro: per lui l’accusa è di omicidio colposo.

Il gup, Antonello Anzalone, del tribunale di Torre Annunziata, aveva accolto la tesi della Procura oplontina: si erano costituite parti civili la vedova del 34enne e il sindacato Fillea Cisl, a cui era iscritto il lavoratore. Secondo la procura di Torre Annunziata il contadino, committente del lavoro, avrebbe dovuto assicurarsi che i lavori al costone roccioso adiacenti al terreno in suo possesso fossero eseguiti nel rispetto delle norme di sicurezza. Quello che è certo è che l’imbracatura utilizzata da Vincenzo non ha funzionato a dovere e si è spezzata, facendo precipitare rovinosamente il povero ragazzo da un’altezza fatale. Quest’ultimo era un esperto del settore.

Il processo, come detto, sta andando avanti. Sono stati ascoltati diversi testimoni e parenti della vittima. Resta da chiarire una volta per tutte se si trattasse di un intervento non contrattualizzato dalla ditta dove lavorava Vincenzo, oppure se era stato un lavoro commissionato dalla stessa. Come rivelano i colleghi di Metropolis, il fratello della vittima a portato alla luce alcune telefonate che sarebbero avvenute tra l’operaio deceduto e la ditta solo alcuni giorni prima della sua morte. Durante quelle telefonate si parlava proprio del lavoro a Gragnano, Valle dei Mulini, dove poi avrebbe trovato la morte. Cosa sempre negata dalla ditta in questione, la quale afferma che Vincenzo fosse in quel periodo in ferie. Vi terremo aggiornati per ulteriori riscontri.

Commenti

Translate »