Sant’Agnello . Credito ceduto, dopo l’archiviazione il privato fa ricorso contro Sagristani

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Sant’Agnello . Credito ceduto, dopo l’archiviazione il privato fa ricorso contro Sagristani . Pasquale De Luca, il privato che a febbraio 2015 aveva denunciato la «sospetta» cessione di un credito di 400mila euro vantato dal Comune di Sant’Agnello nei suoi confronti, ha proposto reclamo contro il provvedimento con cui il magistrato aveva scagionato il sindaco Piergiorgio Sagristani, il vice Giuseppe Gargiulo, l’assessore Clara Accardi, l’ex membro della giunta Pasquale Esposito, l’ex segretaria comunale Loredana Lattene e l’imprenditore Raffaele D’Esposito dall’accusa di abuso d’ufficio. Secondo gli avvocati di De Luca, quest’ultimo non sarebbe stato avvisato della richiesta di archiviazione presentata dalla Procura nei termini previsti dalla legge: osservazioni che il Tribunale di Torre Annunziata vaglierà il prossimo 15 aprile. Al termine dell’udienza, il giudice Emanuela Cozzitorto potrà dichiarare il reclamo inammissibile oppure accoglierlo rimettendo nuovamente gli atti al gip affinché annulli il decreto di archiviazione firmato a dicembre. I fatti risalgono al 2014, quando il Comune vantava un credito di 570mila verso De Luca per un contenzioso risalente agli anni Novanta. L’ente, però, non riusciva a recuperare la somma e così D’Esposito propose all’amministrazione di cedergli parte di quel credito, per un importo di 400mila euro, in cambio dell’immediato pagamento di 250mila euro. La giunta comunale accettò con l’avallo della segretaria Lattene: il Comune avrebbe incassato solo 250mila euro, ma l’operazione avrebbe pur sempre determinato «un vantaggio economico» alla luce delle difficoltà nel recupero dell’intero credito. De Luca denunciò la vicenda alla Procura: sindaco, tre assessori, segretaria comunale e D’Esposito finirono sotto inchiesta prima di essere scagionati dal gip Antonio Fiorentino su richiesta del pm Rosa Annunziata. Adesso De Luca contesta l’archiviazione. «Sono super tranquillo fa sapere Sagristani perché la legittimità della cessione del credito è già stata riconosciuta dal pm e dal gip».

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